3.3.22

UCRAINA: GUERRA NATO ALL'EUROPA!

 




di Gianni Lannes

Anche la morte di un solo essere umano, soprattutto di un bambino, e' una tragedia inaccettabile: una sconfitta etica per l'umanita'. Per dirla con l'antico e saggio Eschilo: "La prima vittima della guerra e' la verita'". 






Perche' c'è la guerra in Ucraina? «La verità è che la Nato ha tradito gli impegni», spiega il professor Franco Cardini. Secondo il rinomato storico italiano, l’Occidente ha disatteso l’impegno preso con la Russia «di non allargare ulteriormente a Oriente il raggio d’azione» della NATO, «che significa mettere il territorio russo sotto le possibilità di bombardamento da parte di missili». L’Occidente dimentica il recente passato, ossia il conflitto interno tra Kiev e le repubbliche separatiste filorusse che l’Europa, l’Italia e il resto del mondo hanno ignorato fino a oggi. «Da molti mesi l’Ucraina bombarda le regioni del Donbass» ricorda Cardini, «il 15 dicembre la Russia ha consegnato agli Stati Uniti un progetto di trattato per cessare questa situazione e difendere le popolazioni russofone. Carta straccia. Questa guerra è iniziata nel 2014» è la dura accusa dello storico. In sostanza, l'alleanza del nord atlantico non solo tradito gli accordi, ma ha pure sconfinato, provocando una guerra benvoluta dal complesso militar-industrial-massonico multinazionale e globale. Dunque, l'espansione bellica dello zio Sam, ha ancora una volta provocato una guerra sul pianeta Terra.





Scripta manent: carta canta. Fatti non mere opinioni e propaganda virale. L'impegno NATO di non espandersi nell'Europa orientale si basa, ed e' attestato peraltro in modo inequivocabile, su una cinquantina di documenti ufficiali delle autorita' United States of America, desecretati nell'anno 2021, che ho rilevato presso il National Security Archive alla George Washington University.



Ecco le vere origini delle tensioni politiche e militari tra la Russia di Vladimir Putin e la NATO sulla questione Ucraina. Dopo la caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989) i leader dei maggiori paesi della NATO (da Bush a Kohl, dalla Thatcher a Mitterand, avevano promesso a Mosca - ovvero a Gorbachev - che l'Alleanza atlantica non sarebbe avanzata verso Est «neppure di un centimetro». Una promessa smentita dai fatti, visto che da allora numerosi paesi sono passati dall'ex impero sovietico all'alleanza militare atlantica. 






Da qui le contromosse di Putin: la guerra in Georgia, l'occupazione della Crimea, l'appoggio ai separatisti del Donbass, lo schieramento di oltre centomila soldati al confine con l'Ucraina, infine la dura linea diplomatica con cui ha ribattuto alle minacce di sanzioni da parte di Usa ed Ue: «Mosca è stata imbrogliata e palesemente ingannata».



Per tutta risposta, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg (nomen omen), ha ripetuto quella che per anni è stata la linea difensiva di Washington sull'allargamento a Est della NATO: «Nessuno, mai, in nessuna data e in nessun luogo, ha fatto tali promesse all'Unione sovietica». Una dichiarazione smentita dai documenti ufficiali di chi tira le file della NATO. Tra i documenti qui rilevati, spiccano per importanza, appunto quelli scovati alla George Washington University. Si tratta di carte ufficiali, in cui si dà conto in modo dettagliato dei negoziati avvenuti tra il 1990 e il 1991 tra i direttori politici dei ministeri degli Esteri di Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania sull'unificazione delle due Germanie, dopo il crollo di quella dell'Est. I colloqui erano centrati sui temi della sicurezza nell'Europa centrale e orientale, oltre che sui rapporti con la Russia, guidata allora da Michail Gorbaciov. Di fronte alla richiesta di alcuni paesi dell'Est Europa di entrare nella NATO, Polonia in testa, i rappresentanti dei quattro paesi occidentali (Usa, Gran Bretagna, Francia e Germania Ovest), impegnati con Russia e Germania Est nei colloqui del gruppo «4+2», concordarono nel definire «inaccettabili» tali richieste. Il diplomatico tedesco occidentale Juergen Hrobog, stando alla minuta della riunione, disse: «Abbiamo chiarito durante il negoziato 2+4 che non intendiamo fare avanzare l'Alleanza atlantica oltre l'Oder. Pertanto, non possiamo concedere alla Polonia o ad altre nazioni dell'Europa centrale e orientale di aderirvi». Tale posizione, precisò, era stata concordata con il cancelliere tedesco Helmuth Khol e con il ministro degli Esteri, Hans-Dietrich Genscher.

Nella stessa riunione, il rappresentante degli Stati Uniti, Raymond Seitz, dichiarò: «Abbiamo promesso ufficialmente all'Unione sovietica nei colloqui 2+4, così come in altri contatti bilaterali tra Washington e Mosca, che non intendiamo sfruttare sul piano strategico il ritiro delle truppe sovietiche dall'Europa centro-orientale e che la Nato non dovrà espandersi al di là dei confini della nuova Germania né formalmente né informalmente».

È innegabile che questo documento scritto conferma alcuni ricordi di Gorbaciov circa le promesse da lui ricevute, ma soltanto orali, sulla non espansione a Est della Nato. In un'intervista al Daily Telegraph (7 maggio 2008), Gorbaciov, ultimo leader dell'Unione sovietica, disse che Helmuth Khol gli aveva assicurato che la Nato «non si muoverà di un centimetro più ad est». Identica promessa, aggiunse in un'altra occasione, gli era stata fatta dall'ex segretario di Stato Usa, James Baker, il quale però smentì, negando di averlo mai fatto. Eppure, anche Baker fu smentito a sua volta da diversi diplomatici, compreso l'ex ambasciatore Usa a Mosca, Jack Matlock, il quale precisò che erano state date «garanzie categoriche» all'Unione sovietica sulla non espansione a est della Nato. Promesse dello stesso tenore erano state fatte a Mosca anche dai rappresentanti britannico e francese. In ogni caso, i paesi occidentali, la NATO e i pacifinti telecomandati dell'Unione europea (a sua volta eterodiretta dai meri interessi speculativi) sono smentiti definitivamente dai loro stessi documenti ufficiali.

Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca sono entrate nella NATO nel 1999, poco prima della guerra contro la Jugoslavia. Lituania, Lettonia ed Estonia, confinanti con la Russia, lo hanno fatto nel 2004. Ora anche l'Ucraina vorrebbe fare altrettanto. Il che ha scatenato la reazione di Putin che gia' nel 2007 aveva pubblicamente denunciato l'espansionismo bellico targato NATO: «La Nato rinunci pubblicamente all'espansione nelle ex repubbliche sovietiche di Georgia e Ucraina, richiamando le forze statunitensi ai confini del blocco del 1997».

L'Italia, nazione priva di sovranita' e indipendenza, ma colma di senso del ridicolo, ormai priva di credibilita' e autorevolezza internazionale per via di politicanti covidioti e italidioti, e' stata trascinata in guerra da Draghi col pretesto dell'indipendenza ucraina. Dopo i civili innocenti, le altre vittime sono nell'ordine: intelligenza, logica e buon senso. A pagare le conseguenze, col costo dell'energia alle stelle (l'approvvigionamento del gas russo al 40 per cento), saremo proprio noi. Altro che le centrali a carbone dell'affossatore tricolore, al secolo mister Britannia.


Riferimenti:

https://nsarchive.gwu.edu/document/16112-document-01-u-s-embassy-bonn-confidential-cable

https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/russia-programs/2021-11-24/nato-expansion-budapest-blow-1994

https://nsarchive.gwu.edu/briefing-book/russia-programs/2017-12-12/nato-expansion-what-gorbachev-heard-western-leaders-early

https://www.state.gov/united-with-ukraine/

https://www.foreignaffairs.com/articles/russia-fsu/2021-10-19/containment-beyond-cold-war


 

[1] See Robert Gates, University of Virginia, Miller Center Oral History, George H.W. Bush Presidency, July 24, 2000, p. 101)

[2] See Chapter 6, “The Malta Summit 1989,” in Svetlana Savranskaya and Thomas Blanton, The Last Superpower Summits (CEU Press, 2016), pp. 481-569. The comment about the Wall is on p. 538.

[3] For background, context, and consequences of the Tutzing speech, see Frank Elbe, “The Diplomatic Path to Germany Unity,” Bulletin of the German Historical Institute 46 (Spring 2010), pp. 33-46. Elbe was Genscher’s chief of staff at the time.

[4] See Mark Kramer, “The Myth of a No-NATO-Enlargement Pledge to Russia,” The Washington Quarterly, April 2009, pp. 39-61.

[5] See Joshua R. Itkowitz Shifrinson, “Deal or No Deal? The End of the Cold War and the U.S. Offer to Limit NATO Expansion,” International Security, Spring 2016, Vol. 40, No. 4, pp. 7-44.

[6] See James Goldgeier, Not Whether But When: The U.S. Decision to Enlarge NATO (Brookings Institution Press, 1999); and James Goldgeier, “Promises Made, Promises Broken? What Yeltsin was told about NATO in 1993 and why it matters,” War On The Rocks, July 12, 2016.

[7] See also Svetlana Savranskaya, Thomas Blanton, and Vladislav Zubok, “Masterpieces of History”: The Peaceful End of the Cold War in Europe, 1989 (CEU Press, 2010), for extended discussion and documents on the early 1990 German unification negotiations.

[8] Genscher told Baker on February 2, 1990, that under his plan, “NATO would not extend its territorial coverage to the area of the GDR nor anywhere else in Eastern Europe.” Secretary of State to US Embassy Bonn, “Baker-Genscher Meeting February 2,” George H.W. Bush Presidential Library, NSC Kanter Files, Box CF00775, Folder “Germany-March 1990.” Cited by Joshua R. Itkowitz Shifrinson, “Deal or No Deal? The End of the Cold War and the U.S. Offer to Limit NATO Expansion,” International Security, Spring 2016, Vol. 40, No. 4, pp. 7-44.

[9] The previous version of this text said that Kohl was “caught up in a campaign finance corruption scandal that would end his political career”; however, that scandal did not erupt until 1999, after the September 1998 elections swept Kohl out of office. The authors are grateful to Prof. Dr. H.H. Jansen for the correction and his careful reading of the posting.

[10] See Andrei Grachev, Gorbachev’s Gamble (Cambridge, UK: Polity Press, 2008), pp. 157-158.

[11] For an insightful account of Bush's highly effective educational efforts with East European leaders including Havel – as well as allies – see Jeffrey A. Engel, When the World Seemed New: George H.W. Bush and the End of the Cold War (Houghton Mifflin Harcourt, 2017), pp. 353-359.

[12] See George H.W. Bush and Brent Scowcroft, A World Transformed (New York: Knopf, 1998), pp. 236, 243, 250.

[13] Published in English for the first time in Savranskaya and Blanton, The Last Superpower Summits (2016), pp. 664-676.

[14] Anatoly Chernyaev Diary, 1990, translated by Anna Melyakova and edited by Svetlana Savranskaya, pp. 41-42.

[15] See Michael Nelson and Barbara A. Perry, 41: Inside the Presidency of George H.W. Bush (Cornell University Press, 2014), pp. 94-95.

[16] The authors thank Josh Shifrinson for providing his copy of this document.

[17] See Memorandum of Conversation between Mikhail Gorbachev and John Major published in Mikhail Gorbachev, Sobranie Sochinenii, v. 24 (Moscow: Ves Mir, 2014), p. 346

[18] See Rodric Braithwaite, “NATO enlargement: Assurances and misunderstandings,” European Council on Foreign Relations, Commentary, 7 July 2016.

https://www.iltempo.it/attualita/2022/03/02/news/laria-che-tira-ucraina-nato-ha-tradito-gli-impegni-lo-storico-franco-cardini-gela-myrta-merlino-russia-bombe-italiane-putin-30674188/



https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=nato

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=draghi

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=covid

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=tecnocrazia

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2022/03/la-guerra-e-un-crimine-contro-lumanita.html

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=europa

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https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2022/02/italia-in-guerra-per-decreto.html

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https://www.rand.org/content/dam/rand/pubs/research_reports/RR1100/RR1140/RAND_RR1140.pdf

https://www.agi.it/estero/news/2022-03-03/diretta-guerra-ucraina-russia-secondo-round-colloqui-negoziati-15847421/

https://tass.com/world/1376839

https://www.osce.org/files/f/documents/a/1/123807.pdf

https://www.osce.org/cio/140196

Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIE DEL DOMINIO, Draco edizioni, Modena, 2012.

Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2014.

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