di Gianni Lannes
Banche e imprese italiane dedite alla guerra atomica coperte dal governo Renzi ineletto e fuorilegge. Nel
rapporto "Financial institutions
drop the bomb from their investment portfolio", pubblicato il 15 novembre 2015 dall'associazione
olandese "Pax for peace" sono evidenziate le relazioni che
intercorrono tra 382 importanti banche internazionali, fondi pensione,
compagnie di assicurazione e aziende che sviluppano o producono armamenti
nucleari, che in Italia sono vietati per legge dall’adesione nel 1968 al
Trattato di non proliferazione delle armi nucleari.
Le principali aziende coinvolte nel mantenimento e
nella modernizzazione degli arsenali nucleari operano in Francia, India,
Italia, Paesi Bassi e Stati Uniti: 26 società con un giro di affari pari a 493 miliardi
di dollari. Dieci tra queste hanno sede in Italia. Il loro giro d'affari per
sviluppare, testare, mantenere e modernizzare armi nucleari è stimato intorno
ai 3 miliardi e 300 milioni di dollari. Le società sono: Anima, Monte dei
Paschi di Siena, Banco di Sardegna, Banco popolare, Banca popolare di Sondrio,
Banca popolare Emilia-Romagna, gruppo BMP, UBI Banca, UniCredit, Carige group.