Dopo 22 anni non c'è alcuna giustizia, mentre i governi
tricolore da Berlusconi a Prodi fino a Renzi hanno oscurato le carte scottanti sul
traffico italiano di rifiuti pericolosi e armi verso la Somalia. Il 18 marzo
2006, il quotidiano Il Manifesto pubblicò una prima inchiesta di Gianni Lannes,
che faceva finalmente luce sull’esecuzione di Ilaria e Miran. Eppure l’approfondimento
ben documentato che smontava il teorema Taormina passò inosservato. Se Ilaria il 20 marzo 1994 avesse dato la notizia in diretta al Tg3 della sua scoperta, la storia politica italiana avrebbe avuto un altro esito. Sicuramente Berlusconi allora non sarebbe stato eletto.
29.1.16
25.1.16
A DIFESA DELLA FAMIGLIA NATURALE
di Gianni Lannes
E’ il «nucleo naturale e fondamentale» (articolo 16
della Dichiarazione universale dei diritti umani). Più che mai adesso la
famiglia necessita di essere difesa concretamente dagli attacchi che le piombano addosso
non solo da una mentalità secolarizzata, platealmente edonistica schiava del
mero profitto economico, ma anche da discutibili provvedimenti legislativi che
favoriscono la sua disgregazione e ne minacciano i suoi valori fondamentali
destinati ad umanizzare gli esseri umani. Certo, i paladini non possono essere i politicanti nostrani, ormai personalmente senza voce in capitolo: da Berlusconi a Salvini e Casini. In ogni caso, non si può far prevalere e barattare la famiglia naturale con quella artificiale.
22.1.16
LA STRAGE DI USTICA NELLA TV FRANCESE: IL DEPISTAGGIO CONTINUA!
Israeli Air Force |
Ecco, di seguito il lancio dell'Ansa. Ancora una volta si ripropone il solito canovaccio ormai stantio di un coinvolgimento della Libia e di un fantomatico viaggio di Gheddafi. Insomma, un depistaggio a regola d'arte. Infatti, prove alla mano i giornalisti francesi avrebbero dovuto recarsi quantomeno in Israele, e chiedere conto alle autorità governative locali. Certo, la Francia insieme all'Italia e appunto ad Israele, è corresponsabile della strage di 81 civili in tempo di pace.
Il relitto del Dc 9 Itavia a Bologna nel museo della memoria! |
19.1.16
IL TEMPO CHE VERRA'
di Gianni Lannes
Nel mondo disumano che a malapena conosciamo, nella stagione del disamore di massa privo di coraggio, l'idea di futuro è
ipotecata dalle paure del presente. Sul futuro proiettiamo speranze di riscatto
e attese di progresso; dal futuro temiamo una qualche apocalisse. Infatti, il
mito del futuro è speculare a quello delle origini.
PUGLIA: L’ELDORADO DELL’ECOMAFIA DI STATO. GRAZIE EMILIANO!
di Gianni Lannes
«Finché sarò io presidente non bucheranno la Puglia
alla ricerca di petrolio. E’ contrastante con ciò che stiamo facendo o abbiamo
fatto negli ultimi 20 anni. Abbiamo promosso la Puglia individuata come regione
più bella del mondo dal National Geographic, stiamo investendo in natura,
depurazione, acque, decarbonizzazione. Tutto in coerenza». Parole pronunciate
da Michele Emiliano a Manfredonia il 18 gennaio 2016, durante un incontro
pubblico, riprese e pubblicate dal quotidiano La Gazzetta del Mezzogiorno.
Nello stesso giorno il ministero dell’ambiente ha rilasciato altre due valutazioni di impatto ambientale positive, che
preludono al rilascio di nuove autorizzazioni per prospezioni di idrocarburi in mare, nel Salento,
tra Porto Cesareo e Santa Maria di Leuca. Anche i sedicenti ambientalisti del movimento locale "no triv" non vedono la realtà. Per giunta, questi spuntati dal nulla vantano zero credibilità in ecologia.
concessioni idrocarburi nella provincia di Foggia |
Scherzi a parte. Quanto alla terraferma, proprio il
governo della regione Puglia, dal 2005 al 2014, ossia sotto Vendola con il sostegno del Piddì, ha
rilasciato numerose autorizzazioni per cercare ed estrarre idrocarburi nella
sola provincia di Foggia. Attualmente, le concessioni regionali alle multinazionali
dell’oro nero e del gas, unicamente nella Daunia, precisamente dal Tavoliere ai
Monti Dauni, ammontano ad una dozzina.
18.1.16
IL CORPO UMANO È VALORE O MERCE?
foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
di Gianni Lannes
Le religioni non c’entrano niente, piuttosto è l’etica
che non conta in un sistema mondiale in cui è imperante il paradigma economico.
Il mercato ormai esercita una invasiva influenza su ogni aspetto della vita e
della scienza, asservita da tempo al miglior offerente. L’esperienza delle madri surrogate, altra vendita d’uso del
corpo femminile collegata al sesso e alla riproduzione, a differenza della
prostituzione è però nuova nel panorama sociale. Essa, infatti, ha avuto origine dopo che, fu possibile
ricorrere alla procreazione assistita, ovvero alla fecondazione artificiale
come rimedio alla sterilità. La vendita temporanea di funzioni riproduttive con
il sistema dell’utero in affitto, vale a dire la gestazione per altri, è stata
resa possibile dalle tecniche di procreazione assistita. Attenzione: le applicazioni tecniche
delle conoscenze acquisite in campo scientifico possono venire orientate verso
il bene o verso il male, come nel caso dell’uso commerciale, ossia per ricavare
profitto economico, di alcuni funzioni corporee dell’essere umano, soprattutto
della donna.
5.1.16
E' VOLATO VIA SABINO ACQUAVIVA: IL PADRE DEL PARCO NAZIONALE DEL GARGANO
di Gianni Lannes
Il professore e amico, Sabino Acquaviva è scomparso. Era
nato nel 1927 a Padova, ma la sua famiglia era originaria di Canosa in Puglia. E’ stato un sociologo attento e sensibile, al di sopra della
media internazionale. Il mio primo ricordo da studente liceale è una conferenza
di Acquaviva a Manfredonia, sulla contrastata idea - ostacolata tuttora dagli impuniti bonificatori della natura - di istituire il parco nazionale del
Gargano. Quando la scorsa estate gli parlai ancora del Gargano, i suoi occhi si illuminarono di emozione. A lui devo la prefazione al mio ultimo libro pubblicato nel 2015: LA
MONTAGNA PROFANATA, il suo testamento spirituale per la montagna del sole, da lui tanto amata e difesa. Ecco il testo:
di Sabino Acquaviva
Questo libro è diverso. Infatti, di cosa si tratta? Di una
denuncia? Del racconto di uno scempio con nomi e cognomi dei responsabili?
Dell’attenta analisi della storia di un monumento? Di uno strumento che
consenta di capire come l’ignoranza, l’indifferenza, gli interessi possano
condurre alla distruzione di una realtà che fa parte del patrimonio
dell’umanità? Di una implacabile critica di una maniera di fare politica? Di
una testimonianza, come osserva Gianni Lannes, «dell’inflessibile volere del
partito trasversale degli affari legati al mattone che distrugge con ferocia
disinvoltura e cinico metodo ogni testimonianza dell’antichità?». Di tutto
questo ed altro si tratta. Il presente è uno dei pochi libri scritti con il
coraggio e l’onestà di chi vuole denunciare un delitto corale. Sì, perché
questo non è il racconto della distruzione di un monumento ad opera di un
singolo individuo. Allo scempio hanno partecipato istituzioni, individui, singoli,
imprese di ogni tipo, persino molti di quanti sarebbero destinati a tutelarlo.
Si capisce chiaramente che quanto è accaduto (e accade) è l’espressione di una
cultura che ha devastato l’Italia e che, anche se parzialmente in declino,
continua ad essere pericolosa e va tenuta sotto controllo. La devastazione
subita dal Gargano nei decenni che stanno alle nostre spalle ci deve insegnare
a vigilare. E vigilare significa anche condividere le battaglie dell’autore di
questo libro, descrivere lo scempio, la sua storia, elevare la colonna infame
che consenta di ricordare per sempre i barbari che hanno distrutto, spianato,
ricostruito, sventrato, snaturato.
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