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foto Gilan
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di Gianni Lannes
“Antifascismo ha portato a tanti
morti... anti non mi ha mai convinto...” e il fascismo ha un valore
storico, “quello di aver governato l'Italia per un periodo come
altri in epoche diverse”: parola del ministro Lollobrigida, cognato
della Meloni. Poi c'è La Russa, noto come il collezionatore di ciarpame del
ventennio che gioca a non dirsi mai antifascista. L'attuale capo del Senato ha detto:
“Mussolini è stato un grande statista fino al 1938”. La marcia
su Roma, l'omicidio Matteotti, le leggi razziali fascistissime, in
crimini in Spagna e nelle colonie africane (Libia, Somalia, Etiopia)
la prigionia e la morte di Antonio Gramsci il 27 aprile 1937 (a 46 anni) sono ignorati completamente. Ma all'origine dello sdoganamento dei
neofascisti al governo c'è mister P2 (tessera 1618) che nel 1996
afferma testualmente che “Mussolini è stato un protagonista di
vent'anni di storia nel bene e soprattutto nel male”. Qualche anno
più tardi Berlusconi dichiara che “Mussolini non ha mai ammazzato
nessuno” e “che mandava la gente a fare vacanza al confino”. E che dire dell'omicidio a Genova - il 20 luglio 2001 durante il G8 - del giovane Carlo Giuliani, quando in cabina di regia delle forze dell'ordine c'era il missino Gianfranco Fini (delfino del repubblichino Giorgio Almirante a sua volta notoriamente servo dei nazisti)? In ogni caso
su tutte queste vomitevoli esternazioni campeggia la cartolina di Giorgia
Meloni del 25 aprile 2023 che non condanna il fascismo. I fascisti
sono quelli che hanno “combattuto tra gli sconfitti e quella
maggioranza di italiani che aveva avuto verso il fascismo un
atteggiamento passivo”. E proprio i passivi e i fascisti hanno il
merito di “traghettare milioni di italiani nella nuova repubblica
parlamentare, dando forma alla destra democratica”. I fascisti,
però, non sono semplicemente sconfitti, bensì criminali. Oltre
mille hanno commesso reati raccapriccianti fuori e dentro i confini
nazionali per i quali non furono nemmeno processati. Hanno bombardato
civili in Spagna, incendiato villaggi in Jugoslavia, affamato i
greci, bruciata la popolazione con le armi chimiche (bombe
all'iprite) in Etiopia, comandato stragi e deportazioni
ovunque, istituito in Italia una rete di campi di concentramento e
assistito i nazisti nella deportazione di civili e militari italiani
ai lager, portato la rovina della guerra in Italia. Molti fascisti
hanno fatto pure carriera nel secondo dopoguerra fino ai giorni
nostri.
“La Costituzione è un pezzo di
carta”, ma è anche “il testamento di centomila morti” diceva
Pietro Calamandrei. Perché è nata “nelle montagne dove caddero i
partigiani, nella carceri dove furono imprigionati, nei campi dove
furono impiccati”. La Resistenza italiana si è manifestata in uno
stato di guerra. Mentre per noi, attualmente, resistere significa
cercare la cura. Che significa fare resistenza oggi? Che nonostante
le grandi difficoltà cerchiamo di attivare una comunicazione
veritiera, uno sguardo critico sul presente, una resistenza
intellettuale.
Per vivere nel profondo l'autentico valore e significato della Liberazione
occorre dire e ricordare chiaramente che i fascisti furono criminali
e aggiungere che la “sanguinosa guerra” che “si protrasse”
come ha scritto la Meloni fu quella dei neofascisti che prepararono
per conto terzi (CIA) i colpi di Stato nel 1964 e nel 1970, che
aderirono alla loggia massonica P2, che realizzarono le stragi dal 12
dicembre del 1969 al 2 agosto dell'anno 1980.