di Gianni Lannes
In Italia ci sono 2.000 scuole «che espongono i loro
342.000 alunni e studenti al rischio amianto». Lo attesta il Censis, in un rapporto
pubblicato il 31 maggio 2014, anzi ribadisce il pericolo, perché la situazione è nota da decenni alle autorità di ogni ordine e grado. Il governo Renzi, a parte le promesse altisonanti
a reti televisive unificate, non ha avviato alcuna bonifica, in compenso ha sperperato ben 30 miliardi di euro in spese militari nel 2014, sottraendo denaro pubblico alla scuola. L’amianto è
notoriamente cancerogeno, infatti, è stato messo al bando nel Belpaese nel
1992, con la legge 257. Eppure i piani di risanamento nazionale risultano
ancora irrealizzati. I tempi di latenza dell’asbestosi sono lunghi, ma basta
una sniffata inconsapevole per ammalarsi e poi morire prematuramente. I più inconsapevolmente esposti, proprio negli ambiti scolastici, sono bambini e adolescenti, ed ovviamente insegnanti e personale tecnico. Perché nessuno protesta seriamente? Perché i sindacati tacciono e i dirigenti scolastici fanno finta di niente?