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foto Gilan
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di Gianni Lannes
Esiste un virus potentissimo, pericolosissimo e letale: il suo nome è paura. Questo mostro è un'arma insospettabile della tecnocrazia imperante. Esso genera angoscia, odio, divisione sociale, pregiudizi e discriminazione sulla base di mere etichette ("no vax") ad uso e consumo del sistema di dominio imposto agli umani.
La paura disintegra la libertà. Ma che senso ha la vita senza libertà, senza dignità, senza verità?
Il presupposto fondamentale per l'esercizio di qualsiasi diritto è l'informazione libera e non la propaganda di regime.
Anche nel Draghistan di mister Britannia la Costituzione repubblicana italiana (non ancora abolita o abrogata) è fonte di diritto preminente su cui giurano (anzi spergiurano) le più alte cariche statali, nonché le forze dell'ordine. Ciò vuol dire che essa è sovraordinata rispetto a tutte le leggi e le normative dello Stato tricolore.
Peraltro, in punta di diritto l'illegittimo "green pass" all'italiana viola espressamente l'articolo 36 del decreto 953 dell'Unione europea, istitutivo appunto del lasciapassare verde. Anche le fonti giuridiche comunitarie sono fonti di diritto sovraordinate a quelle italiane.
Nessun diritto universale dell'essere umano può essere subordinato al possesso di un certificato che non esiste in nessuna altra parte del globo terrestre, con la valenza tassativa dell'esclusione sociale.
Inoltre, il green pass (o meglio il racket pass) non solo non vanta basi costituzionali, ma non possiede alcun fondamento scientifico, riscontro medico o prova epidemiologica.
Questo dato di fatto è attestato inequivocabilmente da tutti i dati reali provenienti dal resto del mondo. Peggio: spesso i vaccinati, ovvero quelli marchiati con un siero sperimentale, si ammalano, contagiano gli altri e a volte muoiono. I numeri ufficiali certificati inequivocabilente nel vecchio continente da EudraVigilance (ossia dall'Ema), riportano attualmente oltre 30 mila morti e quasi 3 milioni di danneggiati dalle reazioni avverse, provocate dai prodotti anticovid-19 iniettati negli organismi umani.
Alla luce del buon senso il green pass è assolutamente incompatibile con la democrazia, lo Stato di diritto e la vita umana.
Non siamo sudditi, cavie o schiavi. Bisogna avere e mostrare il coraggio civile di opporsi a qualsiasi regime dittatoriale, sia pure sotto mentite spoglie, per fare ciò che è giusto, non quello che è più conveniente per tirare a sopravvivere. Non si può limitare il diritto al lavoro, alla vita sociale, alla circolazione. Nessun diritto può essere subordinato al possesso di un mero certificato.
La disobbedienza civile è un dovere sacro quando lo Stato (eterodiretto) diventa dispotico o corrotto. Che cosa si teme, forse di perdere le catene? Mai arrendersi o cedere alla rassegnazione.