Taranto cimitero. |
di
Gianni Lannes
«Mi
chiamo Anna Carrieri, ho
cinquantadue anni, abito da quando sono nata al quartiere Tamburi (a Taranto,
ndr). Il 16 maggio 2004 nel giro di 5 minuti perdo l’uso delle gambe». Il
destinatario della missiva è il potente pluripregiudicato Emilio Riva, fondatore del Gruppo Riva a cui l’Ilva fa capo,
riverito da Vendola in persona. Ma Anna ha inviato la lettera anche al
Governatore della Regione Puglia. Nichi
Vendola non ha ancora offerto uno straccio di risposta plausibile. Sarà un
caso, ma il guru pugliese trova però il tempo di lasciarsi intervistare dalla
patinata rivista IL PONTE, pubblicata, manco a farlo apposta dal patron Riva. Un
periodico dove già nel primo numero si leggono amenità del presidente Vendola e
della sua amica che l’ha adottato, tale Emma Marcegaglia, discendente di una
casato dedito al traffico illecito di rifiuti, come hanno accertato alcune
indagini giudiziarie e condanne penali di Steno ed Antonio (padre e fratello
dell’ex presidente di Confindustria).
«L’Ilva mi ha condannata per tutta la vita
sulla sedia a rotelle. La mia paralisi è stata provocata dall’inquinamento da
metalli pesanti. Il mio organismo è pieno di minerali che tra i vari danni
colpiscono il sistema nervoso centrale, attaccano la mielina con conseguente
paralisi» prosegue la lettera di Anna.
Cemerad, rifiuti radioattivi. |