La gente è stanca di vivere sempre peggio.
Eppure nel Belpaese si vedono sempre più
servi e sudditi felici. E la finzione democratica continua. Allora, diamo i numeri (dati Bankitalia).
Nell’Italia “amministrata” dal Governo Monti il debito pubblico è aumentato di
ben 117 miliardi di euro, salendo a 2.014 miliardi di euro al termine dell’anno
2012. Ma dove sono andati a finire i quattrini che il popolo tricolore ha
versato in maggiori tasse? I soldi pubblici invece di creare lavoro, sviluppo e
crescita vengono usati dai maggiordomi del potere per acquistare armamenti
negli USA. Ad esempio 90 aerei da guerra F 35 del valore di 12 miliardi di
euro. Le spese belliche sono aumentate fino a 30 miliardi di euro nell'anno in corso. Per il
Governo Monti - con il beneplacito del presidente in scadenza Napolitano Giorgio (affiliato
all'Aspen) - è più importante togliere risorse e tagliare spese importanti nella
sanità, nelle pensioni, nello stato sociale, nella stabilizzazione dei precari
e nella creazione di lavoro, anziché rinunciare a comprare 90 bombardieri che
non sono affatto necessari.
La “cura” Monti ha funzionato? Il prodotto interno
lordo è sceso in un anno di ben 2,6 punti percentuali. L’intervento per conto
terzi si è tradotto nel fallimento di 80 mila aziende nel corso dell’anno 2012.
L’Italia è in recessione, che vuol dire: boom della disoccupazione (a quota 3
milioni di unità), diminuzione della produzione ed inflazione (crescita dei
prezzi). Aumenta in modo vertiginoso solo la povertà materiale e spirituale.
Questi numeri non premiano il “lavoro sporco” svolto
dal “Professore”. Visto che Monti è riuscito a fare addirittura peggio dei suoi
predecessori, perché viene osannato dall’Unione europea dai maggiori capi di
Governo come il salvatore dell’Italia?
Monti Mario, a buon diritto, è stato accusato di
favorire i poteri forti, le banche e le lobby finanziarie. A tali accuse Monti
ha risposto così: “Solo un punto specifico vorrei aggiungere, se posso, per
quanto riguarda l’atteggiamento del Governo o di suoi membri nei confronti di iniziative,
complotti dei poteri forti o delle multinazionali o di superpotenze negli Stati
Uniti o in Europa. Permettetemi di rassicurarvi totalmente, ma proprio
totalmente. Anche perché le nostre modeste storie personali parlano in questo
senso”.
Purtroppo le tardive rassicurazioni di Monti che vanta numerosi conflitti di interesse (ad esempio la consulenza a Moody's ), già
presidente della Commissione Trilaterale in Europa (un’associazione con
finalità eversive a livello mondiale) vengono chiaramente smentite
nel momento in cui ha partecipato alla recente riunione del Club Bilderberg a
Roma. Un evento, spacciato dal suo entourage, come una semplice cena tra amici
degli amici.
Monti non perde occasione per ribadire che ormai la
sovranità in Italia non esiste più. Ecco cosa ha detto di recente: “L’Italia è
a favore di una condivisione di molti aspetti della sovranità. Perché certe
sovranità che si possono difendere con la bandiera al cuore e sono
importantissimi sia la bandiera sia il cuore, ma occorre il cervello. Sono
sovranità già perse a favore del mercato. E se volete dire della speculazione,
eccetera eccetera, si può rincarare finché si vuole. E la cosa migliore da fare
è recuperare tra poteri pubblici agendo in modo coordinato a livello europeo,
almeno europeo, con certe cose occorrerebbe andare più in là, la sovranità
condivisa, come si fa nel campo della moneta. Io sono favorevole a misurate
cessioni simmetriche condivise e volontarie della sovranità”.
Che diritto ha questo "tecnico" di Varese - al
soldo del nemico - di parlare a nome di tutto il popolo italiano? Sbotta il
giullare Benigni ad offuscare ancora di più le coscienze: “Siamo noi popolo che
comandiamo. La vera democrazia sono questi principi che il popolo si è dato”.
Davvero? Certo l’articolo 1 della Costituzione Repubblicana ed antifascista ha
sancito che la sovranità appartiene al popolo sovrano. Ma chi rammenta che il
Trattato di Lisbona (firmato il 13 dicembre 2007 ed entrato in vigore nel 2009)
ha congelato la nostra Carta costituzionale?
Dimissioni. Un’altra farsa. Decisione presa prima
del colloquio con Napolitano. In un lungo colloquio telefonico con il
direttore di Repubblica, Ezio Mauro (già stipendiato da Carlo De Benedetti, socio del sodalizio terroristico Bilderberg), Monti si dice "convinto di aver fatto
la cosa giusta e in ogni caso non potevo farne a meno, dopo quel che è
successo. Ma sono preoccupato, naturalmente: non per me, ma per quel che
vedo". Monti dice di aver preso la decisione di lasciare prima dell'ultimo
colloquio al Quirinale: "Avevo in realtà deciso da pochissime ore, e più
esattamente proprio durante il volo da Cannes a Roma. Ho avuto modo di pensare
inevitabilmente a cosa aveva rappresentato per l'Italia Cannes lo scorso anno,
con quel G8 all'inizio di novembre in cui il nostro governo fu messo alle
strette".
I fatti recenti. Annuncio fatto a mercati chiusi.
Un vertice, ricordano le cronache, nel quale l'allora premier Berlusconi si
trovò isolato rispetto agli altri capi di Governo a causa della sfiducia
palpabile nei confronti dell'Italia e della sua capacità di risanare i conti
pubblici con quel governo. Anche quel ricordo ha consigliato Monti a scegliere
la giornata festiva di sabato per la resa dei conti finale: "Ho preferito
che la decisione e l'annuncio cadessero in un giorno di mercati chiusi - spiega
ancora il presidente del Consiglio - con ventiquattro o trentasei ore di tempo
per riassorbire un eventuale colpo nella speranza naturalmente che il colpo non
ci sia. Spiegando subito, in ogni caso, che le dimissioni diventeranno
effettive solo dopo l'approvazione della legge di stabilità, che spero proprio
arriverà come previsto".
Decreti a rischio. Per Napolitano, infatti,
l'apertura delle borse di oggi sarà il momento per testare la tenuta dei
mercati, l'andamento del temutissimo spread e, più in generale, la fine
dell'effetto Monti. Due settimane di tempo per approvare la legge di stabilità,
il decreto sull'Ilva, il decreto sviluppo e l'attuazione del principio del
pareggio di bilancio ai sensi del nuovo articolo 81 della Costituzione, dando
per morte la riforma elettorale e il decreto che riordina le province: è il
tempo che il Parlamento ha a disposizione da qui all'ormai imminente fine della
legislatura che avverrà, con ogni probabilità, intorno a Natale con lo
scioglimento delle Camere da parte del presidente della Repubblica e le
elezioni politiche a febbraio.
La tabella di marcia. L'accelerazione impressa
dall'annuncio del presidente del Consiglio di volersi dimettere subito dopo
l'approvazione del ddl stabilità porterà necessariamente a una modifica
profonda del calendario di dicembre di Camera e Senato: la conferenza dei
capigruppo di Montecitorio è già convocata per martedì e nella stessa giornata
sarà probabilmente convocata anche quella di Palazzo Madama. E' innanzitutto il
calendario della Camera Alta, dove in commissione Bilancio è all'esame la legge
di stabilità, quello cui mettere mano: l'Aula è convocata martedì pomeriggio
con all'ordine del giorno la riforma elettorale prima e il decreto province. In
tutta fretta: il voto a febbraio.
21 dicembre 2012.
A tarallucci e vino. Insomma tutti d'accordo sulla nostra pelle, tanto i
politicanti si abbuffano di rendite, con stipendi da nababbi che paghiamo noi.
Finanziaria: approvazione della Camera alla Legge di stabilità. La Camera ha approvato in
via definitiva la legge di Stabilita' su cui il governo aveva posto la
questione di fiducia. I voti favorevoli sono stati 309, 55 i contrari e 5 gli
astenuti. Il governo aveva poco prima incassato la fiducia con 373 sì, 67 no e
15 astenuti. Dalla tobin tax alla norma salva precari, dall'Imu alla Tares,
dall'Irpef Regioni alle cartelle pazze. Queste le tante le novità contenute
nell'unico articolo composto da 554 commi, dopo un lungo e travagliato iter
della legge che ieri ha ottenuto il voto di fiducia dall'Aula del Senato. Alle
Università 100 milioni di finanziamenti. Deluso il ministro dell'istruzione
Francesco Profumo che ha commentato così il voto al Senato: "Nel testo
approvato oggi al Senato sono previsti solo 100 milioni per le Università. Così
gli atenei non potranno 'chiudere' i bilanci che sono una cosa molto
seria".
Guerre stellari. In arrivo le risorse per finanziare
la legge 808 del 1985 sulla ricerca nel settore aerospaziale. Stanziati 8,4
miliardi nei prossimi 16 anni. Poi c'è la TAV. Previsto un finanziamento di
2,25 miliardi in 15 anni, circa 150 in più di quelli ipotizzati fino a martedì.
Per tappare la bocca ai silenziosi media sono stati previsti 40 milioni per
l'editoria e 15 per l'emittenza locale.
Gioco d’azzardo. E le sale da poker? E' stato
approvato un subemendamento del Pdl che cancella lo slittamento di sei mesi per
le gare che consentiranno di aprire in Italia altre 1.000 sale da poker.
Critico il ministro della Salute, Renato Balduzzi che si è detto
"sconcertato per gli emendamenti notturni sul gioco d'azzardo patologico
che sembrano invertire la direzione che il governo ha avuto rispetto a questa
questione di impatto enorme". La Tobin Tax scatterà da marzo. L'aliquota
per i mercati regolamentati sarà dello 0,12% e per quelli non regolamentati
(sarà applicata da luglio) dello 0,22%. Per i derivati invece l'imposta è fissa
e sarà al massimo di 200 euro. Colpito anche il trading più speculativo, con
un'aliquota dello 0,02% sulle negoziazioni ad alta frequenza (high frequency
trading).
22 dicembre 2012. DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA
REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO DOPO LA FIRMA DEL DECRETO DI SCIOGLIMENTO DELLE
CAMERE
«Io non ho molto di che alimentare i vostri
taccuini. Avete saputo che ho appena firmato il decreto di scioglimento delle
Camere, e questa è stata la conclusione prevista e la conclusione già segnata
dai fatti. Nel senso che da quando il segretario del partito del Popolo della
libertà mi ha formalmente comunicato, il 7 dicembre mattina, la decisione del
suo partito di considerare chiusa l’esperienza del governo Monti e ha poi reso
ulteriormente formale e pubblica questa comunicazione prendendo la parola
nell’aula di Montecitorio, e a sua volta il Presidente del Consiglio, prof. Monti,
ha ritenuto di doverne trarre la conseguenza di dimissioni irrevocabili che mi
avrebbe presentato non appena fosse stata approvata la legge di stabilità e il
bilancio di previsione dello stato, la strada era segnata ed è stata percorsa
anche con eccezionale impegno dalle due Assemblee parlamentari della Camera e
del Senato, per poter dare luogo a quei fondamentali, inderogabili adempimenti
legislativi ed anche ad altri. Voglio dire con molta chiarezza che non esisteva
alcuno spazio per sviluppi in sede parlamentare, anche per la semplicissima
ragione che, da un lato, noi avevamo davanti solo il tempo minimo
indispensabile per approvare legge di stabilità e legge di bilancio ed evitare
l’esercizio provvisorio; e, dall’altro, ci avviavamo verso la data, che sarebbe
stata comunque quella di metà febbraio, per lo scioglimento inevitabile della
legislatura, in quanto scadevano i cinque anni previsti per le Camere elette
nel 2008. Quindi, il percorso è stato ben presto, a partire da quei giorni 7 e
8 dicembre, rigidamente prefissato e non ha avuto diciamo alcuna ombra da
chiarire. Siamo arrivati all’epilogo di questa legislatura, un po’ prima della
scadenza naturale, il che può sollevare delle considerazioni che io ho già
svolto nel discorso alle alte cariche, e che mi guardo bene dal ripetere ora.
Ho visto che qualche giornale parla di un mio messaggio al Paese. Vorrei
ricordare che c’è, diciamo, la prassi consolidata che il Presidente della
Repubblica un messaggio al paese lo rivolga a reti televisive unificate la sera
del 31 dicembre: un messaggio di auguri che naturalmente sarà anche un
messaggio di riflessione sulquello che è accaduto e su quello che attende il
paese».
DOMANDA:
Un anno di Governo: Monti si è basato sui criteri di
rigore, crescita ed equità. Secondo lei c’è stata abbastanza equità?
PRESIDENTE NAPOLITANO
«Io non do giudizi di questa natura. Ho via via
valorizzato gli effetti che hanno avuto le decisioni del governo Monti,
soprattutto in chiave di credibilità e autorevolezza del Paese in Europa e nei
fori internazionali. Poi, spetta alle forze politiche decidere se a loro avviso
sia da dare un giudizio di piena soddisfazione per un aspetto o per l’altro
dell’azione del governo Monti».
DOMANDA:
Quali sono i suoi auspici per la campagna elettorale?
PRESIDENTE NAPOLITANO
«Questa mattina ho incontrato i gruppi, i quali
hanno tutti convenuto che abbiamo insieme seguito - io dal punto di vista della
Presidenza della Repubblica e loro dal punto di vista delle Camere - la strada
che era segnata dalle decisioni ricordate prima. C’è stato un gruppo che ha
espresso il rammarico che non vi sia stata una dichiarazione formale del
Presidente Monti dinanzi alle Camere; che, però, non avrebbe sortito altro
effetto che di confermare le sue decisioni irrevocabili, qualunque fosse stato
l’esito dell’eventuale dibattito, o meglio l’avvio dell’eventuale dibattito,
perché sappiamo che in questi casi poi non si giunge nemmeno al voto: il
Presidente avrebbe dovuto soltanto ripresentarsi per ripetere a me quello che aveva
già detto la sera dell’8 dicembre. Parlando comunque con i rappresentanti dei
gruppi ho certamente auspicato che la campagna elettorale sia condotta col
massimo di misura, con lo spirito competitivo ma costruttivo che la situazione
esige. Spero che questa raccomandazione trovi riscontro nei comportamenti
effettivi di tutte le forze politiche, di tutti i gruppi, di tutti i
candidati».
DOMANDA:
Una parte del PDL ha espresso la preoccupazione
sulla possibilità che il premier Mario Monti, una volta disceso in campo, non
possa garantire la propria neutralità e non essere super partes. Lei che ne
pensa?
PRESIDENTE NAPOLITANO
«Io ho preso nota di quella preoccupazione e la
trasmetterò al Presidente del Consiglio».
Dulcis in fundo. Salgono in politica, in barba alla Costituzione che separa i poteri,
anche due magistrati. Ingroia e Grasso. Si, proprio quel giudice che a capo
della procura nazionale antimafia, grazie ad alcuni accorgimenti ad hoc del
governo Berlusconi, nel 2009 insieme al ministro Prestigiacomo, certificò che a
Cetraro (Mar Tirreno) non c'erano navi dei veleni. Ora Grasso si candida nel Pd
di Bersani, il vincitore delle sedicenti primarie (all'americana) già sul libro paga (per 98 mila euro euro) del clan Riva.
Il magistrato non può, per motivi anche etici, far
politica. Qualcuno obietterà che invece è costituzionale perchè mettendosi in
aspettativa, non svolge più la sua funzione di magistrato. Sacrosanto. Come è pur
vero che mettersi in aspettativa non è una dimissione, ma un congelamento delle
sue funzioni.
In ogni caso, nella Penisola non
esiste il quarto potere: vale a dire un’informazione libera e indipendente in
grado di accendere un faro impietoso sui padroni del vapore, ma un sistema di
potere che usa i partiti. A loro volta, queste escrescenze di parassiti hanno
occupato i gangli vitali dello Stato e ci trattano peggio degli analfabeti a
cui si chiede solo di apporre una croce quando si vota, ovviamente con regole
truccate.
In un Paese civile, quantomeno in uno Stato di diritto, soggetti come Napolitano, Berlusconi, Prodi
& Monti dovrebbero essere quantomeno processati per alto tradimento della
Costituzione.
Meglio liberarsi dalle catene o soccombere in
silenzio? Dimostriamo di non avere l'anello al naso, invece di piagnucolare o
di sparlarci addosso. La democrazia e
l’indipendenza vanno conquistate. Come? Una pacifica e nonviolenta marcia di
protesta che paralizzi l’Italia a tempo indeterminato, fino a quando non
mollano le redini e tolgono il disturbo. Che ne dite tanto per iniziare a farli sbaraccare per davvero?