L’INCONTRO
CON MENALE
di Italo Magno*
La storia
non s’inventa e chi ne è stato protagonista ha il dovere di
raccontarla per evitare distorsioni e mancate verità. Ce ne dissero
di tutti i colori, quando tra i primi lanciammo l’allarme alla
popolazione, qualcuno addirittura ci beffeggiò dicendo, in
un’intervista all’Attacco, che certe cose appassionano soltanto i
presidi con la pancia piena, che non pensano all’occupazione. Poi
partimmo con la raccolta delle firme contro l’insediamento di
Energas, eravamo quattro gatti, ma la gente andò sempre più
interessandosi al problema e restammo in piazza per alcuni mesi, fino
all’una di notte anche a ferragosto, per far firmare. Ne
raccogliemmo più di 7000, che consegnammo nelle mani dell’Assessore
Regionale all’Ambiente, dott. Mimmo Santorsola. Nel frattempo la
città risvegliata comprese il rischio che correvamo e lo dimostrò
partecipando a tutte le nostre iniziative ed agli incontri, visto che
i partiti tacevano, compreso il Comune di Manfredonia che, dopo aver
dato due pareri paesaggistico favorevoli all’insediamento del
deposito, nel 1999 e nel 2000, non cambiò posizione quasi fino a
tutto il 2015.
Quando io,
accompagnato dall’ottimo giornalista Gianni Lannes, incontrai, su
suo invito, il dottor Diamante Menale, egli ci ricevette nella sala
dell’Hotel Cicolella di Foggia, insieme alla dott.ssa Fiorella
Cavaliere, responsabile delle Risorse Umane, ed un ingegnere di cui
mi sfugge il nome. Il Presidente di Energas ci contestò subito la
duplicità dell’Amministrazione Comunale di Manfredonia che, prima
calorosa verso l’Impianto, nel 2015, sotto la pressione delle
opposizioni, particolarmente di Manfredonia Nuova, del Caons e dei
Cinque stelle, andò gradualmente cambiando atteggiamento, divenendo
sempre più tiepida su Energas e qualcuno fu perfino insolente verso
di lui. Per questo egli ha voluto esprimere apprezzamento verso di
noi, che eravamo contrari ad Energas ma rispettosi della sua persona.