di Gianni Lannes
Addio alle lagune della Daunia, all’avifauna e al
benthos. Ecco cosa piomberà nel Golfo di Manfredonia, area a rischio sismico soggetta notoriamente ad erosione costiera, su siti archeologici
sommersi (e mai portati ufficialmente alla luce del sole), su aree a
coralligeno e su praterie di Posidonia, dinanzi alle saline più grandi d’Europa, zone umide di rilievo
internazionale in base alla Convenzione di Ramsar.
Ben 65 aerogeneratori tipo Vestas V112 da 3 megawatt cadauno
con altezza dal mozzo pari a 90 metri, disposti su file parallele con la
stazione elettrica a mare in posizione baricentrica e cavidotti dal mare alla
terraferma. Una cinquantina e passa di chilometri quadrati di specchio acqueo saranno
ipotecati per sempre, dove peraltro sono stati autorizzati impianti di
itticoltura. Senza dire dell'impatto acustico e visivo di strutture e infrutture industriali.
C’è anche la firma tecnica del candidato grillino al Senato Ruggiero Quarto da Barletta, scelto personalmente da Luigi Di Maio. Un progetto già bocciato dalla Regione Puglia e dal ministero dei Beni culturali nel 2010, ma che riporta, secondo gli atti ufficiali del ministero dell’Ambiente (favorevole ad un altro scempio), il parere favorevole del comune di Manfredonia (feudo indebitato del piddì) e di Legambiente, nonché del governo tricolore che con deliberazione del consiglio dei ministri il 15 febbraio 2013 aveva riaperto la partita speculativa.
C’è anche la firma tecnica del candidato grillino al Senato Ruggiero Quarto da Barletta, scelto personalmente da Luigi Di Maio. Un progetto già bocciato dalla Regione Puglia e dal ministero dei Beni culturali nel 2010, ma che riporta, secondo gli atti ufficiali del ministero dell’Ambiente (favorevole ad un altro scempio), il parere favorevole del comune di Manfredonia (feudo indebitato del piddì) e di Legambiente, nonché del governo tricolore che con deliberazione del consiglio dei ministri il 15 febbraio 2013 aveva riaperto la partita speculativa.