Fuori tempo massimo. Come avevo già rilevato pubblicamente l'8 giugno 2017, l'ultimo
documento ufficiale parlamentare sulla conversione in legge del decreto legge 73
del 7 giugno 2017, palesemente incostituzionale (che viola peraltro anche norme e convenzioni internazionali ratificate dall'Italia), è stato trasmesso al Senato
l'8 giugno. Sul piano giuridico un giorno di ritardo fa la differenza. Nella fretta i soloni tricolore hanno commesso un gravissimo errore che fa crollare tutto il castello di menzogne istituzionali e propagandistiche dei mass media asserviti al sistema di potere imperante. Questa grave
irregolarità invalida tutto il provvedimento legislativo alla radice. Infatti, l’articolo 77
della Costituzione repubblicana (che Renzi voleva manomettere con il referendum
che però ha perso) stabilisce inequivocabilmente che:
«Quando,
in casi straordinari di necessità ed urgenza, il Governo adotta, sotto la sua
responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso
presentarli per la conversione alle Camere…».
Il Parlamento, fino a prova contraria è ancora
composto da Camera dei deputati e Senato.