|
Strage di Bologna (2 agosto 1980) - foto web |
di Gianni Lannes
I problemi sono due: la sovranità inesistente e la
memoria sociale corta. Perché parlarne a distanza di tempo? Perché potrebbe
accadere ancora, poiché non abbiamo sviluppato anticorpi politici, anzi li
abbiamo persi. Migliaia di morti e nessun colpevole. Perché tutte le tragedie
italiane restano senza responsabili? Qualcuno ricorda per caso questi fatti
atroci? Balvano (3 marzo 1944): 521
morti intossicati dal monossido di carbonio, sul treno merci 8017 in servizio
sulla linea Battipaglia-Potenza. Portella
della Ginestra (1 maggio 1947): 11 morti e 27 feriti. Vajont (9 ottobre 1963): 1.910 morti. Stava (19 luglio 1984): 268 morti. Valtellina (27 luglio 1987): 53 vittime tra morti e dispersi.
A
parte la famigerata strategia della tensione durante gli anni '60 e ’70 con gli
attentati ai treni ed infine alla stazione di Bologna (2 agosto 1980: 85
morti e 200 feriti).
Un fatto è certo gli attori principali sono i servizi segreti italiani, nordamericani,
israeliani, francesi e inglesi. L'Ufficio Affari riservati del Ministero dell'Interno (alla voce D'Amato) ha depistato sin dal primo momento la strage di piazza Fontana a Milano il 12 dicembre 1969. Bilancio 17 morti ed 88 feriti. La giustizia terrena? Una beffa. Il 30 giugno 2001 la Corte d'Assise di Milano condanna Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Giancarlo Rognoni all'ergastolo. Infine commina 3 anni di pena a Stefano Tringali, e stabilisce il non luogo a procedere per Carlo Digilio. Poco meno di tre anni più tardi, il 12 marzo 2004, la Corte d'Assise d'Appello di Milano assolve Zorzi e Maggi per insufficienza di prove, Rognoni per non aver commesso il fatto e riduce la pena ad 1 anno per Tringali con la sospensione condizionale e la non menzione della condanna. L'annno successivo, il 3 maggio 2005, la Corte di Cassazione assolve tutti e condanna i parenti delle vittime a pagamento delle spese processuali.
Solo a dare un’occhiata all’ultimo
ventennio, nello Stivale salgono i brividi. A parte la strage nel 1992, di Capaci e via d'Amelio con l'eliminazione dei magistrati Falcone, Borsellino e relative scorte di Polizia - che precede e segue la riunione affaristica per spartirsi l'Italia a bordo del Britannia di proprietà della regina mafiosa Elisabetta Windsor) - che merita una trattazione a parte in quanto è implicato lo Stato italiano (ma non solo) ai massimi livelli, nonché il Sisde e come manovalanza locale Cosa Nostra, ecco due casi paradigmatici, che
mostrano quanto sia stata azzerata la sovranità dello Stato italiano, ed inesistente la giustizia degli uomini.
|
Moby Prince - foto web |
Moby
Prince - La sera del 10 aprile 1991 il traghetto della Navarma salpa da
Livorno diretto in Sardegna, ma pochi minuti dopo entra in collisione con la petroliera Agip Abruzzo. Alla nave non viene prestato alcun soccorso, nonostante la richeusta di soccorso.
Muoiono carbonizzate tra le fiamme 140
persone. A distanza di tanti anni nessun responsabile ha pagato un minimo
debito verso la giustizia, e nessuno è stato ancora in grado di spiegare le
ragioni del disastro. Un fatto è certo: quella sera non c’era la nebbia, ma piuttosto
una mezzo dozzina di navi USA che trasbordavano armi, ufficialmente destinata
alla base di Camp Darby (al di fuori
di qualsiasi controllo delle autorità italiane). Inoltre, era presente nella
rada portuale un famigerato motopeschereccio somalo.
Cermis
- 3 febbraio 1998. Dalla base NATO di Aviano decolla alle ore 14,36 un velivolo
dei marines con 4 militari a bordo. Alle 15,12 minuti e 51 secondi trancia due
cavi della funivia che da Cavalese in Val di Fiemme porta al monte Cermis. Una
cabina precipita a valle, a ridosso del fiume Avisio. Muoiono 19 turisti ed il manovratore della
funivia. Alle 15,26 minuti il Prowler atterra nuovamente ad Aviano dove sono
custodite 50 bombe atomiche modelli b 61. Il pilota dichiarerà: “Ho sentito solo
uno scossone”. La missione era autorizzata dalle autorità italiane. L’inchiesta
della Procura della repubblica di Trento stabilisce che le responsabilità del pilota.
I voli normali sono autorizzati a una quota di 1.100 metri, il volo radente non
può scendere più in basso di 650 metri. L’impatto invece è avvenuto a 150 metri
da terra. Il velivolo USA procedeva a 500 miglia orarie e non a 100, come previsto
dal regolamento.
Il rapporto della commissione d’inchiesta
nordamericana attesta che “La causa dell’incidente è stata un errore dell’equipaggio
che ha guidato in modo aggressivo l’aereo, superando la velocità massima e
volando ben al di sotto della quota richiesta”. I periti italiani stabiliscono
che il velivolo si è infilato fra i due cavi tranciati, distanti tra loro 30,
40 metri. Sul Prowler erano in quattro: il capitano Richard Ashby (comandante), Joseph
Schweitzer (navigatore), Chandler
Seagraves (tecnico ricognitore), e William
Raney (tecnico ricognitore).
|
Strage del Cermis (3 febbraio 1998) - foto web |
L’8 febbraio 1999 si apre il processo dinanzi alla
corte marziale di Camp Lejeune in North Carolina. Il capitano Ashby rischia 206
anni di carcere. Il 4 marzo 1999, il verdetto: tutti assolti. Come dimenticare le farsate di Clinton & D’Alema?