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foto Gianni Lannes © |
di
Gianni Lannes
Uccisioni, violenze,
abusi, abbandoni hanno annientato l'infanzia di tante generazioni
nell'ultimo secolo. Insomma, piccola carne da macello. La storia si
ripete, e spesso torna sui suoi passi peggiori. In fondo i diritti
dei bambini sono di carta: oggetti e mai soggetti, a parte la
retorica di comodo tesa ad occultare la realtà. L'orrore va in onda sotto gli occhi distratti di tutti. Un ecatombe: ai giorni nostri, proprio in Italia sono scomparsi ben 42.044
minori, come attesta il ministero dell'Interno:
«Secondo
i dati del servizio analisi della Polizia Criminale del Dipartimento
della Pubblica Sicurezza, dal 1 gennaio 1974 al 31 marzo 2019 su un
totale di 122.508 minori scomparsi in Italia ne sono stati ritrovati
80.464. Negli ultimi 5 anni sui 31.008 minori scomparsi il 95 per
cento è rappresentato da minori stranieri non accompagnati, e per
quanto riguarda la scomparsa dei minori italiani non si tratta di un
fenomeno in diminuzione».
Singolare
coincidenza: il governo italiano non ha mai ratificato la Convenzione
del Consiglio d'Europa sul traffico di organi umani. Perché? In
Italia dell'infanzia ci si occupa, per modo di dire, al massimo in
casi estremi, strumentalizzando le situazioni in modo propagandistico
a destra, sinistra e centro. In realtà, a nessun politicante
italidiota interessano realmente i bambini e i giovani. Solo a voler
considerare gli ultimi governi e lo sfascio deliberato della scuola
pubblica, nonché le condizioni di rischio e degrado delle strutture
scolastiche, a cui sono state sottratte sempre più risorse
economiche per destinarle agli armamenti - Berlusconi, Monti, Letta,
Renzi Gentiloni, Conte (1&2), sono circa un migliaio gli atti
parlamentari inevasi (interrogazioni ed interpellanze) - emersi
compulsando la banca dati del Parlamento - a cui gli esecutivi
tricolore, non hanno mai dato risposta, pur in presenza di gravissime
criticità a danno dei “minori” (pedofilia, pedopornografia,
sparizioni, traffico di organi umani, sfruttamento lavorativo, e così
via).
L'infanzia
in fondo è un tabù nel belpaese dalla memoria labile dove l'odio
corre nella società e sul web, dove non si sono mai fatti fino in
fondo i conti con il passato. Italiani brava gente? Sono poco note le
vicende dei bambini italiani finiti nei campi di sterminio nazisti.
Furono 900 i bambini ebrei, al di sotto dei 14 anni deportati
dall'Italia. Ne sopravvissero soltanto 25. Liliana Segre è una di
loro. Non sono anonimi: ognuno ha la sua storia: furono italiani a
consegnargli e a denunciarli. Già allora li insultavano perché
ebrei, quindi per definizione estesa, “non italiani”. C'erano
come sempre, anche allora, delatori e indifferenti, ma anche chi li
protesse, chi li nascose e chi li salvò da sofferenze indicibili e
morte certa, rischiando la propria vita e l'incolumità della
famiglia. Il momento culminante della tragedia era la separazione dai
genitori: si consumava sulle banchine dei treni, specie all'arrivo
nel campo di sterminio.
Sul
fronte opposto Stalin nel 1935, oltre a spedire anche milioni di
bambini senza genitori nei gulag, fece introdurre la pena di morte a
partire dai 12 anni. Insomma, atrocità ovunque, ben occultate dai
libri di storia ufficiali.