Anno 1996: mappa delle aree industriali a tutt'oggi (2024) da bonificare! |
di Gianni Lannes
Grazie ai venti di guerra, all'affarismo ecomafioso, all'ignoranza dilagante, al menefreghismo galoppante e alla passività generale di tanta gente, almeno nel vecchio continente il ripristino della natura puo attendere ancora a lungo, o forse per sempre. Infatti il Consiglio d'Europa ha rinviato "a data da destinarsi" la recente direttiva approvata dall'Europarlamento. Lo sfruttamento intensivo dell'ambiente ha prevalso sul buonsenso. L'obiettivo della pur riduttiva (e controversa) legge europea era recuperare - sulla carta - entro il 2030 il 30 per cento degli habitat terrestri e marini in gravi di condizioni di degrado ambientale. I dati ufficiali degli stessi organismi comunitari attestano che attualmente oltre l'80 degli habitat europei è in pessimo stato, il 70 per cento dei terreni agricoli giace in condizioni di degrado e il 10 per cento delle specie di impollinatori (le api) è a rischio di estinzione. La cronaca rileva in modo inequivocabile che hanno pesato le cameratesche opposizioni dei governini telecomandati dal potere economico di Italia, Polonia, Svezia, Olanda, unitamente alle astensioni di Austria, Finlandia, Belgio. L'esecutivo meloniano che nel Belpaese ha recentemente varato la legge sparatutto per i cacciatori - e preme sull'acceleratore per aprire la speculazione cementificatoria sullo Stretto di Messina chiamata "Ponte" - si è particolarmente distinto nel considerare le norme presenti nel disegno di legge come "fanatismo ultraecologista".
Madre Natura ci insegna a maturare una coscienza collettiva, quell a dell'umanità intera che coopera per l'evoluzione del genere umano cosciente di essere un'unità inscindibile. Altrimenti ci attende la sesta estinzione di massa.