26.6.12

ISRAELE: LO STERMINIO
DEL POPOLO PALESTINESE

Ali Moutaz Al Shawat (5 anni e mezzo).

di Gianni Lannes

Un carro armato contro un bambino di 5 anni e mezzo. Ci vuole un bel coraggio ad ammazzare così un pargolo. Già, ma chi se n’è accorto? Ci sono gli europei di calcio. C’è sempre qualcosa o qualcuno che distrae l’addormentata opinione pubblica. Ci sono Monti e Napolitano che dettano legge indisturbati.  Il genocidio dei Palestinesi è in atto da tempo nell’indifferenza generale. Dopo l’operazione “piombo fuso a Gaza” i macellai israeliani in divisa d’ordinanza, hanno ripreso a bombardare gli inermi civili. Tra le vittime spiccano i bambini.  Le ultime immagini rivelano ancora atrocità. Racconta il testimone oculare, Rosa Schiano: “23 giugno 2012, sesto giorno di attacchi israeliani su Gaza. Sale a 16 il numero dei morti, fra cui oggi un bambino di 5 anni e mezzo, e più di 60 sono i feriti. Questa mattina, in Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza, un carro armato israeliano ha sparato un colpo di artiglieria uccidendo un bambino di 5 anni e mezzo, ferendo suo padre ed altre 3 persone. Nell'obitorio dell'ospedale Nasser ho visto il corpo segnato e senza vita del bambino. Ali Moutaz Al Shawat aveva 5 anni e mezzo”. Non ho più parole, ma solo lacrime di rabbia, perché l’Italia contribuisce in prima linea a questo genocidio invisibile. 

Ali Moutaz Al Shawat (5 anni e mezzo).

25.6.12

IN-SICUREZZA AEREA

Foto Nato.

di Gianni Lannes

Attentati terroristici, guasti tecnici, pezzi taroccati, controlli addomesticati, imperizia, vuoti d’aria, collisioni, missili vaganti, esercitazioni belliche in tempo di pace: la casistica italiana dei problemi in volo è ampia e suggestiva, inclusi i periodici giochi di guerra della Nato nelle aerovie civili e la guerra ambientale a base anche di aerosolterapia militare (scie chimiche). Sospesi tra le nubi non si hanno vie di fuga: si può solo precipitare ed incrociare le dita.

Optional - Le statistiche ufficiali attestano che volare in aereo è molto più sicuro che viaggiare in treno o spostarsi in automobile. Ma questo è uno di quei casi in cui perfino il calcolo matematico soccombe sotto la potenza di una suggestione umana. Sarà tutto in ordine? Avranno controllato bene i motori? E i carrelli sono a posto? Avranno fatto almeno il pieno di carburante? Il trasporto aereo a livello mondiale è davvero sicuro? Perché in Italia i problemi si tramutano spesso in tragedie impunite. Per la scienza statistica un passeggero che effettui un volo al giorno può continuare a volare per 5 millenni senza essere coinvolto in un incidente letale. L’aumento dei voli ha portato a calcolare per i prossimi 10 anni una corrispondente crescita degli incidenti fatali: circa 4 disastri al mese, con un impatto sull’opinione pubblica che ne comprometterebbe l’immagine. Secondo la Boeing il traffico aereo dovrebbe raddoppiare nei prossimi 3 lustri. L’enorme diffusione del mezzo aereo ha già fatto crescere l’incidenza dei bambini sul totale delle vittime: ampia prova è l’incidente aereo in Ucraina del 22 agosto 2006 (39 minori su 170 vittime). Nell’era ipertecnologica chi detta la regole sulla sicurezza e sulle procedure di verifica? Non c’è da stare tanto allegri: è la Convenzione internazionale di Chicago, risalente addirittura al 1944. Secondo l’International Civil Aviation Organization (Icao), l’agenzia dell’Onu incaricata della sorveglianza dei velivoli civili a livello planetario «esistono numerose compagnie aeree che ancora operano al di sotto dei livelli minimi di sicurezza». Uno studio del Dutch Aerospace Laboratory (Nlr 2005) evidenza che «rispetto agli anni ’50 l’efficienza dei velivoli è cresciuta pochissimo». Attualmente il numero di incidenti catastrofici annuali nel mondo, per l’aviazione commerciale, è dell’ordine di 25, cui corrisponde all’incirca un migliaio di vittime. Il traffico aereo continua ad incrementare: nel 2011 è stato registrato un aumento del 90 per cento rispetto al 2004 (dati dell’Ufficio di registro degli incidenti aeronautici, con sede a Ginevra). L’anno scorso la maggior parte degli incidenti, circa il 29 per cento del totale, si è verificata nel Nord America; seguono l’Asia (18 per cento), l’Africa (17 per cento), il Sudamerica (16 per cento), l’Europa (11 per cento), il Centro America (il 6 per cento) e l’Oceania (2 per cento). Nel Vecchio continente all’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa) spetta la «elaborazione di norme di sicurezza e ambientali - nonché - l’applicazione degli standard tramite ispezioni negli Stati membri». Il punto critico riguarda le procedure che consentono ai vettori extra-Ue di operare da e per uno Stato europeo. Il comandante Arturo Radini non ha dubbi: «Mentre, infatti, per gli operatori UE (comunitari) è mandatory, cioè obbligatorio, il rispetto dei requirements, ovvero delle normative comunitarie per operazioni, certificazioni e manutenzione, per gli operatori extra-UE questi requisiti sono considerati optional standards, a discrezione dei singoli operatori e talvolta, delle singole autorità aeronautiche locali. Se un vettore extra-UE - prosegue l’esperto - desidera operare fra uno Stato comunitario e uno stato della Comunità, è sufficiente stabilire un accordo bilaterale fra i due stati, ma i termini e le condizioni dell’accordo non sono standard, dipendono dalla policy dello stato comunitario, e possono essere più o meno aderenti alle norme che, per un operatore basato in uno Stato UE, sono vincolanti e obbligatorie».

24.6.12

FACEBOOK? NO GRAZIE!


di Gianni Lannes

Ufficialmente è un servizio di rete sociale lanciato nel febbraio 2004, proprietà di Mark Zuckerberg. E’ disponibile in oltre 70 lingue e conta più di 850 milioni di utenti attivi che effettuano l'accesso almeno una volta al mese. Tra questi, secondo ConsumersReports.org, 7,5 milioni hanno meno di 13 anni, e perciò violano i termini di servizio del sito. Il 1º febbraio 2012 Facebook presenta alla SEC i documenti per l'offerta pubblica di vendita, e il conseguente collocamento in borsa. Soltanto una questione di affari? O c’è dell’altro? Indubbiamente la seconda che ho scritto. Di più: è una piattaforma di controllo sociale, ben ramificata. E si permettono il lusso di censurare a loro piacimento idee e soprattutto fatti ben documentati. Intollerabile. Di precedenti ce ne sono a iosa. Qualche giorno fa Fb ha censurato una frase pubblicata dal mio blog. Sono stato avvertito da lettori e collaboratori a proposito di questo grave modus operandi. Non sono personalmente presente su Facebook, ma utilizzavamo questa rete a mò  di amplificazione. Come si suol dire: è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Addio Fb: go home yankees.
La censura non è altro che il modo concreto per il discorso dell’ordine di travestire, escludere, eludere o negare quei contenuti che rischierebbero di mettere in pericolo la sua legittimità, le sue certezze, il suo potere… 

SU LA TESTA…

21.6.12

ICEBERG IN BOTTIGLIA:
ACQUA DI 12 MILA ANNI FA

Antartide.
Gianni Lannes

Il destino dell’umanità sembra segnato inesorabilmente  dallo scioglimento dei ghiacci “perenni”, a causa della guerra ambientale scatenata dalle “grandi potenze” militari, in primis, Usa e Russia.  E mentre una parte del mondo si interroga sul surriscaldamento del pianeta Terra provocato dalle attività belliche più o meno segrete, c’è chi invece sullo scioglimento dei ghiacci ha messo su un affare.
«Un sapore unico, sconosciuto per milioni di anni»: è lo slogan delle Iceberg Industries, società canadese che ha studiato il modo per rendere potabile l’acqua degli iceberg apparsi all’orizzonte dei Grandi banchi di Terranova. Con un sistema di filtraggio innovativo, la Iceberg Industries utilizza quei ghiacci per produrre un’acqua ricca di minerali. Nonostante i prezzi esorbitanti, le richieste sono alle stelle. Occorre qualche ora per perlustrare la zona e individuare i siti migliori.  Sulle coste di Terranova e del Labrador gli iceberg hanno appuntamento con la terraferma. Per gli abitanti di quei luoghi l’arrivo di queste isole di ghiaccio annuncia la buona stagione.

19.6.12

USTICA: STRAGE DI GUERRA
IN TEMPO DI PACE

Strage Ustica, recupero rottami - Relitto Ustica a Bologna.

di Gianni Lannes


La verità non si può uccidere e prima o poi salta fuori. Accadde il 27 giugno 1980. A Bologna 81 persone salgono a bordo dell’aeroplano civile diretto a Palermo: 64 passeggeri adulti, 11 ragazzi tra i dodici e i due anni, due bambini di età inferiore ai ventiquattro mesi e 4 membri d’equipaggio. Il velivolo decolla alle 20.08 e sparisce dai tracciati radar alle 20.59, a causa di due missili a guida radar.

«L’incidente al Dc 9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento. Il Dc 9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti. Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto». Sono le parole con le quali, in ultima battuta, il giudice Rosario Priore ha chiuso il 31 agosto 1999, la più lunga istruttoria della storia giudiziaria italiana. 

Velivoli non identificati, radar che vedono e non vedono, un buco nero di segreti, omissioni, depistaggi e menzogne a caratura istituzionale con coperture di livello internazionale. Quella notte andò così. Scena prima. Due caccia riforniti in volo entrarono nel Tirreno posizionandosi a sud est della Sardegna, in attesa del bersaglio, esattamente nel punto - non rilevabile dai radar - in cui avevano verificato un’ampia zona d’ombra nella difesa aerea italiana. 

Sembrava una missione impossibile, ma si erano preparati per mesi a quella che giudicavano un “atto di vitale autodifesa”. I missili si allontanarono nel vuoto e colpirono l’aereo civile italiano. I due caccia allora si divisero e uno di essi attraversò la costa tirrenica della Calabria per fare rientro nella terra promessa. 

In un rapporto dei servizi segreti italiani - datato ottobre 1980 - consegnato al Governo, o meglio all’allora ministro della Difesa, è contenuta questa indicibile verità, occultata per 32 anni. Il report è ancora sepolto nella cassaforte appartenuta al ministro Spadolini? Recentemente una barba finta ben istruito ha vuotato il sacco a modo suo, con i due magistrati (Amelio e Monteleone) che hanno riaperto a Roma, l’indagine giudiziaria. Altre tre gole profonde - ex militari - hanno cominciato a cantare forse per rimorsi di coscienza. Eppure, il muro di gomma è impenetrabile. L’orecchio di Echelon Usa dalla base di San Vito dei Normanni (Brindisi) ha registrato tutto, istante per istante, alla stregua di Shape, un organismo Nato, di stanza a Bruxelles, ma il Pentagono non collabora. 

Oggi sono note cause, dinamica e scenario internazionale di matrice bellica. Mancano all’appello solo gli autori materiali della strage e i loro mandanti ben protetti. Perché questa verità era così inconfessabile da richiedere il silenzio, l’omertà, l’occultamento delle prove?


Strage Ustica, rottami velivolo - Radar aeronautica militare.

18.6.12

VESUVIO, CONTO ALLA ROVESCIA?

Foto: INGV, Osservatorio Vesuviano - sezione di Napoli

di Gianni Lannes

Per l’Etna parlano da sole le immagini rabbiose diffuse dalle televisioni di mezzo mondo ad ogni eruzione. Nella vicina base Usa di Sigonella sono state accumulati ordigni atomici, in violazione del Trattato internazionale di non proliferazione nucleare. Che succederà? Altrettanto inquietanti, ma sottovalutate, sono le proiezioni riferite all’apparentemente tranquillo collega napoletano. Gli esperti si confrontano sull’eventualità di un’ora X per l’eruzione. Rischierebbero la vita almeno un milione e mezzo di persone nell’area napoletana. Ma è meglio non farlo sapere all’opinione pubblica. Vero presidente Monti?

Previsione scientifica - Su di lui, però, ha le idee chiare il professor Flavio Dobran docente della New York University. Qual è la previsione dell’esperto americano? "All’improvviso il Vesuvio che sonnecchia dal 1944, esploderà con una potenza mai vista. Una colonna di gas, cenere e lapilli si innalzerà per duemila metri sopra il cratere. Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi, distruggendo l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani". Il tutto in appena 15 minuti.

14.6.12

NATO: ALLARME NERO

Eurogendfor in azione (foto web).

di Gianni Lannes

Per dirla con Jean Baudrillard «Ogni significato presuppone una profondità, una dimensione nascosta che l’uomo postmoderno ignora, abituato com’è alla mancanza di significati per eccesso di significati stessi». Il sistema in cui sopravviviamo è basato sulla menzogna a tutti i livelli, certo ben artefatta. E’ in corso da decenni una guerra per controllare anche le nostri menti. Cia ed Nsa cosa credete che siano e soprattutto facciano in giro per il mondo. Gli esperti Usa hanno iniziato a studiarci su basi “sociologiche” dagli anni Cinquanta, sostenendo le azioni illegali dei servizi segreti., come la “strategia della tensione. Avete presente il saggio di Banfield sul familismo amorale? Bene: è un incipit fondamentale per chi vuole apprendere i rudimenti della sociologia imperialistica. Ma per comprendere la psicopatia del potere occorre analizzare alcuni rapporti dell’Alleanza Atlantica sul futuro militarizzato che ci attende, ovviamente sempre più sotto controllo. In poche parole: un incubo. Quando la fabbrica del consenso inizia a scricchiolare si passa alle maniere brutali. Punto e basta, senza tante chiacchiere. E allora sia: Urban Operations in the Year 2020. Operazione in grande stile già pianificata e provata su piccola scala. Un esempio a portata di mente libera? Le prove generali di macelleria sociale a Genova nel 2001. Prodi, Berlusconi o Monti: la sostanza non cambia.

Jaap de Hoop Scheffer (foto web).

12.6.12

MARI D’ITALIA? ESPLOSIVI


di Gianni Lannes

Adriatico, Ionio e Tirreno? Ormai sono stati ridotti dai giochi di guerra della Nato a discariche, polveriere e cimiteri subacquei. Non ci credete? Bene, allora date un’occhiata al Portolano della navigazione (avvisi annuali ai naviganti del 2012) edito dall’Istituto idrografico della Marina con sede a Genova. Ovviamente è una stima ufficiale per difetto che, non tiene conto delle esercitazioni belliche segrete dell’Alleanza Atlantica, nonché delle ordinanze periodiche della Guardia Costiera ed infine, non menziona le discariche sommerse imbottite di ordigni caricati con gas proibiti dalla Convenzione di Ginevra del 1925 (compreso il  micidiale fosforo) realizzate dagli anglo-americani al termine del secondo conflitto mondiale. Dove sono? Al largo del Gargano, dinanzi a Cattolica e nei pressi dell’isola di Ischia, come ben sa il Governo italiano e la marina militare tricolore. Studi insabbiati dell’Icram attestano che i veleni bellici sono entrati nella catena alimentare. Ma sono in vigore segreti di Stati e militari. E’ vietato ai pescatori infortunati, acquisire le proprie cartelle cliniche da ospedali pubblici come è accaduto recentemente ai fratelli Tedesco nel Policlinico di Bari. Inoltre, c’è un’area sul litorale di Molfetta (Torre Gavetone) dove un bagno in mare assicura una sicura contaminazione mortale. Eppure, in loco la locale Capitaneria di porto ha addirittura abrogato l’ordinanza di divieto balneare. Nell’Avviso ai naviganti  non si tiene comunque conto delle bombe all’uranio impoverito scaricate nell’Adriatico durante i bombardamenti del Kosovo, ordinati dall’allora premier Massimo D’Alema. Prima di fare un tuffo, pensateci almeno due volte.

Pianosa, ordigno bellico, ripescaggio.

6.6.12

DISTRUZIONI E DISTRAZIONI DI MASSA


di Gianni Lannes

Prove di pensiero unico: la commedia ti spiazza. Ingresso omaggio. Siore e siori, avanti c’è posto: lo spettacolo è iniziato da un pezzo. Vi faremo ridere a crepapelle e piangere a catinelle. Nel Belpaese c’è stato un colpo di Stato, poi una serie di attentati dei noti Servizi, perfino una strage in grande stile (tecnologicamente evoluta) e non ve siete accorti. Che peccato. Attivate il neurone che vi rimane: va in onda la disinformazione pilotata a dovere. Mentre l’Italia sempre più caotica ed inquinata,  sta per collassare definitivamente sotto la speculazione finanziaria che ha imposto con un golpe in piena regola, un maggiordomo dell’alta finanza di nome Monti Mario (Trilateral, Goldman Sachs, Bilderberg, eccetera eccetera), senza neppure dire, muoio, due quotidiani tricolore - finanziati dal popolo ex sovrano - la sparano grossa all’unisono, prendendosi la briga di attaccare il dissenso espresso su Internet. Singolare coincidenza? Il Corriere della Sera (versione online del 30 maggio 2012) che ha per direttore Ferruccio De Bortoli, già ospite delle riunioni a porte chiuse del Gruppo Bilderberg, in un ridicolo pezzettino firmato dallo sconosciuto Marco Letizia, titola: “Il Sisma tutta colpa del complotto”. Occhiello: “C’è chi non crede alle cause naturali del terremoto dell’Emilia e sul web rilancia ipotesi alternative e fantasiose”. Gli fa eco il giornale di proprietà Fiat, ossia La Stampa - diretta da Mario Calabresi,  pupillo in ascesa dei poteri forti - che sbotta il 31 maggio, in un’articolessa timbrata dalla pennivendola Maria Grazia Bruzzone: “Terremoto: complottisti, scatenati sul web. Accusano fracking, trivellazioni e altro”. Anche l’Agenzia giornalistica italiana non è da meno. Perché tentare di ridicolizzare - tra l’altro maldestramente - chi non si adegua al pensiero unico ed ha puntato l’attenzione sulla genesi artificiale di determinati terremoti che hanno colpito la Penisola? L’onere della prova spetta a chi detiene il potere. Si dà il caso che - non sia un complottista esoterico -abbia lavorato per questi due ex autorevoli giornali. Ergo: ho voce in capitolo per smontare questa ignoranza honoris causa, propagata dalle testate padronali (anche in altre occasioni: No Tav, pro nucleare, a favore degli inceneritori di rifiuti e, così via). Tutto fa brodo per criminalizzare il dissenso e reprimerlo. Il sistema è disarmante: mescolare menzogne (tante) e mezze verità. In ogni caso, la Nato spieghi cosa ha combinato durante e dopo l’esercitazione bellica Proud Manta 12, ai piedi del vulcano sottomarino Marsili. Grazie.