Inceneritore Marcegaglia in Capitanata. |
di Gianni Lannes
In Italia i rifiuti si riciclano soltanto in politica. La normativa tricolore secondo cui i rifiuti sono considerati fonte rinnovabile di energia, è stata sanzionata dalla Ue. Questa norma fa sì che oltre l’80% delle risorse (pagate dagli utenti con il 7 % delle bollette) da destinare alle fonti rinnovabili vada a chi costruisce inceneritori. In Italia addirittura sostanze prima classificate tossico-nocive sono state considerate fonti assimilate, ovvero combustibili, ed usufruiscono dei medesimi incentivi.
Colonizzazione - Nella terra che Federico II (Puer Apuliae) amava più di ogni altra, la ciminiera sputa veleni svetta a 50 metri di altezza e si nota a chilometri di distanza. Il gruppo industriale Marcegaglia nel Mezzogiorno (Puglia, Calabria, Sicilia) viola le leggi impunemente. La truffa ordita dalla società dell’attuale presidente nazionale di Confindustria prende piede a metà degli anni ’90, con la presentazione di un progetto per la realizzazione all’interno del pericoloso sito non bonificato Anic-Enichem (agro di Monte Sant’Angelo, ma limitrofo a Manfredonia), di una piccola centrale a biomasse. Sulla base di un intervento tecnico dell’associazione Medicina Democratica e di una mobilitazione popolare, quel primo attacco viene facilmente sventato. In seguito, i signori dei rifiuti in salsa lombarda, tornano all’attacco, proponendo una nuova localizzazione a nord ovest di Manfredonia. Bocciata dal locale consiglio comunale (delibera C.C. del 17 novembre 1999, numero 97) per mere ragioni speculative - legate al cemento armato - anche questa seconda manovra. Infine i Marcegaglia imboccano la strada buona, ad una ventina di chilometri dal centro urbano di Manfredonia, ai confini amministrativi con Cerignola, Carapelle e Foggia. Insomma, adocchiano una pregiata area agricola al centro del Tavoliere, a ridosso dei 5 Reali Siti, grazie anche all’omertoso silenzio di numerosi sindaci (tra cui Moscarella di Orta Nova, già propugnatore di un altro inceneritore in loco) e dell’ente Provincia. Tuttavia, il 9 settembre 2002, ben 30 imprese agricole presentano un esposto al sindaco Francesco Paolo Campo che non ne tiene conto. L’impianto Marcegaglia emungerà acqua dalla falda e scaricherà reflui anche nel sottosuolo.
E.T.A. fuorilegge - Ecco la prova primigenia dell’imbroglio - un accordo di programma sotto dettatura del proponente, ripreso ciecamente sia dal consiglio comunale sipontino sia dalla giunta regionale e dal presidente Fitto. L’operazione ha consentito alla famiglia Marcegaglia, oltretutto, di intascare dallo Stato in maniera fraudolenta un finanziamento pubblico pari a ben 40 miliardi e 300 milioni di lire. Una lettera datata 22 febbraio 2002 (protocollo municipale numero 15586 del 7 maggio 2002), indirizzata all’allora sindaco sipontino Paolo Campo, di cui siamo legalmente in possesso, assieme ad altre prove compromettenti, rivela il torbido affare e descrive un’associazione a delinquere di stampo mafioso, avallata prima da Fitto, poi dal sedicente “ecologista” Vendola. Scrive il germano di “super” Emma: «Il sottoscritto Dott. Antonio Marcegaglia nato a Mantova il 12/12/63, residente in Gazoldo degli Ippoliti, Via Marconi 174, nella qualità di Presidente e legale rappresentante della E.T.A. - Energie Tecnologie Ambiente S.r.l., con sede legale in Crotone (…) elettivamente domiciliata presso Euroenergy Group S.r.l.
PREMESSO CHE 1) In data 19 marzo 1999, la E.T.A. S.r.l., ha sottoscritto il secondo protocollo aggiuntivo al Contratto d’area di Manfredonia; 2) Che la citata società è nella disponibilità della aree site nel Comune di Manfredonia e censite al N.C.E.U. al foglio 135 part. lle nn. 155, 157, 159 e 161 e al foglio 138 particelle nn. 169 e 51, per una superficie complessiva di 268.660 mq; 3) Che gli interventi in oggetto ricadono in Zona Omogenea agricola “E 7” del Piano Regolatore Generale vigente del Comune di Manfredonia (…); 5) Che, ai sensi della vigente legislazione in materia (LR 34/94 e successive modificazioni); “Al fine di incentivare l’occupazione nei settori industriale, artigianale, agricolo, turistico e alberghiero i Sindaci dei Comuni interessati possono chiedere al Presidente della Giunta Regionale la definizione di un accordo di programma, ai sensi dell’art. 34 del D.lgs 18 agosto 2000. n. 267, per la realizzazione o ampliamento di complessi produttivi che attivano livelli occupazionali non inferiori a 10 addetti per unità produttiva (…); 9) Che sono comunque fatti salvi tutti i contenuti, le riserve e gli effetti di cui alla precedente istanza presentata dalla scrivente Società in data 08/11/2001 a codesto Ill.mo Sindaco del Comune di Manfredonia (…)».