13.3.22

ACCISE SUI CARBURANTI: IN ITALIA PER SEMPRE!

 

di Gianni Lannes

Ecco come il governo tricolore di mister Britannia strangola gli italiani. Benzina e diesel hanno già sforato i 2 euro al litro, continuano a costare sempre di più, grazie alla speculazione non arrestata dall'esecutivo Draghi. Picchi fino a 2,52 euro per la prima e 2,61 euro per il secondo sono stati registrati ai distributori di alcune località italiane, come ad esempio quelli sull’isola di Ischia. Che fare? Le anacronistiche accise che incidono per il 58,6% per la benzina e il 55,15 per il diesel, si potrebbero immediatamente eliminare. Perche' il governo Draghi non lo fa, invece di propagandare solo promesse menzognere?

Le accise sono tasse indirette a riscossione immediata che risalgono al passato remoto: dalla guerra d'Abissinia (1935) al conflitto bellico in Bosnia (1996), dalla tragedia del Vajont (1963) all'alluvione di Firenze (1966), fino al terremoto dell'Emilia (2012) e cosi' via.

A questi balzelli ingiustificati si aggiungono altri costi: l'IVA (al 22%), oltre al prezzo industriale (il costo del petrolio) e il margine lordo, ovvero la cifra che finisce nelle tasche dei distributori. Componenti fisse e variabili che assieme determinano il prezzo di benzina e diesel. Estorsioni di Stato che devono finire immediatamente, poiche' non hanno senso, se non quello della rapina legalizzata.

Un aumento di tassazione sui carburanti che da "una tantum" sono diventati poi organici, senza quindi mai sparire davvero, nonostante le promesse nel 2018 della Lega di Salvini. Nel 1995 le varie accise introdotte fino ad allora sono state inglobate, andando a formare un'imposta indifferenziata.

In totale le accise sui carburanti sono attualmente ben 19 introdotte tra il 1956 e il 1996 e 10 tra il 2004 e il 2014. Si tratta, come detto, di un costo fisso che (secondo quanto rilevato dalla Unem, Unione Energie per la Mobilità) al marzo 2022 pesa per 0,728 euro sul prezzo della benzina e 0,617 per il diesel.

Tra i costi variabili c'è anche quello del petrolio (calcolato al barile, pari a circa 159 litri), e quello della raffinazione. Quest'ultimo fa riferimento al Platts, il "valore effettivo dei prodotti raffinati". Si tratta di un'agenzia indipendente, con sede a Londra, che definisce il prezzo fatto dalle raffinerie in determinato giorno e in una determinata area.

Si tratta di 2 costi slegati tra di loro: al variare del prezzo di un barile di petrolio infatti non è detto che ci sia la stessa variazione del Platts. In passato successo infatti che a una discesa del petrolio non corrispondesse un calo del Platts, col risultato di prezzi stabili alla pompa.

Secondo quanto riportato dall'Unem (che a sua volta riprende le rilevazioni del Ministero della Transizione Ecologica) al 7 marzo 2022 per la benzina il prezzo industriale pesa per 0,828 euro per la benzina e 0,996 per il diesel.

Ultima voce della composizione dei prezzi benzina e diesel riguarda il margine lordo, ovvero ciò che è destinato alla distribuzione (movimentazione, distributori eccetera). Si tratta del costo minore: 0,045 euro per la "verde" e (strano ma vero) -0,114 per diesel. "Situazione paradossale di emergenza" commenta la Unem "I margini lordi del gasolio sono ampiamente negativi. Costo materia prima nettamente superiore al prezzo di vendita senza tasse".

Oltre alla guerra contro l'Etiopia in Abissinia del secolo scorso, le accise furono aumentate per pagare i danni e le ricostruzioni delle grandi tragedie del Vaiont (10 lire, ottobre ’63) e dell’Irpinia (’80 con 75 lire di aumento) e gli interventi umanitari in Libano (205 lire nel 1983, divise in due comode rate). E poi altre 14 lire per affrontare la crisi internazionale del canale di Suez del 1956; altre 9,6 lire (Ige esclusa) per i danni dell’alluvione di Venezia e Firenze del 4 novembre 1966; ancora 10,07 lire per il terremoto del Belice del ’68; altre 99,8 lire per il terremoto del Friuli del maggio ’76.

Detratte le tasse, il costo dei carburanti italiani è più basso della media europea. In termini percentuali, la penalizzazione del Fisco sui carburanti è il 55% del costo finale della benzina e il 51% del prezzo totale del gasolio.

1 commento:

  1. Ottimo articolo. Come sempre, da Lei ogni giorno si impara qualcosa. Grazie Gianni Lannes

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