Monte Camicia (Gran Sasso): 23 marzo 2023 - foto Gilan |
di Gianni Lannes
Quale lotta alla mafia in Italia? Senza macchie o buchi neri? Quanta carriera l'inquilino del Quirinale, pubblico elogiatore del nebuloso Bilderberg e della famigerata Trilateral, nonché firmatario di decreti legge a raffica (incostituzionali ed anticostituzionali) sulla pandemia covidiota che ha imprigionato gli italiani per due anni (alla voce lockdown), figlio minore dell'uomo d'onore Bernardo. Alla Camera dei deputati in pianta stabile dal 1983 al 2008. Da deputato della Democrazia Cristiana a vicepresidente del Consiglio con delega ai Servizi Segreti nel governo D’Alema con l’Ulivo (1998-1999) che autorizzò la guerra (e i bombardamenti della Jugoslavia), ministro dei rapporti con il Parlamento (1987-1989) e della pubblica istruzione (1989-1990), quindi titolare della Difesa (1999-2001) quando negò la pericolosità dell'uranio impoverito e fu smentito dai fatti, poi deputato del Partito Democratico, quindi giudice costituzionale (2011-2015), per essere infine eletto due volte consecutive capo dello Stato tricolore. Nella sua biografia ufficiale, però, non appare la mazzetta a lui elargita da un costruttore di “cosa nostra”.
Alla vigilia delle elezioni politiche del ’92, l'avvocato Sergio Mattarella aveva ricevuto nella sua segreteria di via Libertà a Palermo una busta: il mittente era l’imprenditore agrigentino Filippo Salamone titolare della Impresem, che qualche anno dopo si sarebbe beccato una condanna per concorso in mafia con l’accusa di essere l’erede di Angelo Siino, il ministro dei lavori pubblici di Totò Riina. Nel 1993 Mattarella Sergio finì a processo per un finanziamento illecito di Filippo Salamone, il costruttore fiduciario di "cosa nostra". Salamone fu poi condannato per mafia e patteggiò la pena per tangenti a una sfilza di politici siciliani: confessò di avere finanziato Mattarella dandogli 40 milioni di lire in contanti e poi 10 milioni in buoni benzina per una campagna elettorale. Allora Mattarella si è ricordato: sì, l’ho incontrato, ma i milioni erano solo 3 milioni, in buoni benzina, e io li ho accettati. I giudici l’hanno assolto perché allora la legge puniva solo i finanziamenti in nero sopra i 5 milioni. L’incorruttibile Sergio Mattarella, all’epoca deputato e commissario della Dc siciliana, raccontò di averli accettati come un regalo, “di modesto valore”, inviatogli a titolo personale da un privato cittadino, e di averli distribuiti dopo le elezioni ai suoi collaboratori. E così ottenne lo sconto giudiziario. Incredibile, inverosimile, inaudito.
di Gianni Lannes
Parola d'ordine: lotta alla mafia, ma per finta. I militari anglo-americani erano appena sbarcati in Sicilia il 10 luglio 1943, ma già sapevano che si trattava di un luogo speciale. C’è un rapporto del capitano W.E. Scotten, consegnato al generale Julius Holmes: un documento intitolato Memorandum sul problema della mafia in Sicilia. Il documento porta la data del 29 ottobre 1943 - pagine custodite nei National Archives di Londra - c´è la prova di un accordo cercato dagli agenti segreti statunitensi e britannici con la mafia siciliana. Uno dei primi, uno dei tanti. Si tratta di un documento in cui si ritrovano le tracce di un negoziato fra gli apparati di sicurezza e le "famiglie", la genesi di un patto che porterà in Italia - anno dopo anno e strage dopo strage - all'abitudine "trattativista", al dialogo occulto fra poteri politici e poteri criminali.
Dalla strage di Portella della Ginestra (1 maggio 1947) fino all’eliminazione di Enrico Mattei nel 1962, alla strage di Capaci, poi via D’Amelio nel 1992 e così via; dalle spie inglesi agli uomini dei servizi di sicurezza italiani, un intrigo che affonda le sue radici nei mesi che seguirono l´Operazione Husky, nome in codice dell´invasione alleata dell´isola.
Il capitano dei servizi segreti USA, W.E. Scotten fu incaricato di redigere un rapporto sulla situazione. Il documento è di straordinario interesse per la storia di quegli anni e rivela la piena consapevolezza dei cosiddetti “alleati” della gravità dei processi che essi stessi avevano innescato.
di Gianni Lannes
Le menzogne prima o poi vengono a galla. Il 21 gennaio dell'anno 2000 nel Tirreno il peschereccio Bartolomeo di Gaeta ripesca un velivolo F-4J Phantom dell'US Navy. “Sapevamo di due nostri caccia”, hanno dichiarato laconicamente i portavoce Usa, “che erano precipitati nel Tirreno al termine di una missione. Sulla zona era calata una fitta nebbia e i velivoli avevano avuto difficoltà a ritrovare la Saratoga, la portaerei da cui erano decollati. Erano a corto di carburante e i piloti non hanno avuta altra scelta che lanciarsi e abbandonare i caccia”. Tutto questo avveniva nel 1974, secondo la versione ufficiale delle autorità militari USA. L'anno è stato indicato confrontando il numero impresso sulla carlinga del caccia, 157303, con la data in cui è stato denunciato l'incidente. Eppure nessuno, autorità militari Nato o nordamericane in testa, si era preoccupato di ripescare i relitti di due caccia, perfettamente operativi all'epoca, impiegati sulla portaerei Saratoga. Inoltre, il riferimento al Phantom con targa a stelle e strisce che - quella sera del 27 giugno 1980 - sfreccia sull'aerovia civile Ambra 13 intercorre nelle note conversazioni registrate dei controllori di volo.
E ancora. Il tronco di coda con la "scatola nera" del DC9 affondato fu recuperato non tra il 17 aprile 1988 e il 25 maggio 1988 secondo la deposizione alla commissione stragi dell'ingegner Lovaglio della francese IFREMER collegata ai servizi segreti transalpini (Sdece), ma in data di gran lunga antecedente come conferma il telegramma 13891 della nave Carducci che avvista il troncone di coda in data 28 giugno 1980. Il troncone di coda conteneva il "data flight recorder": chi lo ha sequestrato per 8 anni e cosa ne ha fatto?
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foto Gilan |
di Gianni Lannes
Stragi di Stato in Italia, anzi spesso di Stati alleati: l'esecutivo Meloni è latitante. Ancora oggi, nonostante promesse altisonanti e direttive governative, sull'omicidio di Aldo Moro, una miriade di documenti risultano ancora segreti dopo ben 45 anni. E sono da sempre segreti pure i trattati segreti sottoscritti da Roma con Washington (clausole segrete armistizio corto di Cassibile, trattato di pace a Parigi, Bilateral Infrastructure Agreement e così via fino ai giorni nostri), il tutto in palese violazione della Costituzione repubblicana italiana.
E ancora: segreti militari sottratti all'accesso in barba allo Stato di diritto e alla trasparenza, sfuggiti all'attenzione pubblica, al controllo parlamentare e sottratti alle indagini giudiziarie, come ad esempio il decreto del ministro della difesa (firmato dal generale Domenico Corcione) numero 519 del 14 giugno 1995 (pubblicato in Gazzetta ufficiale n. 285 del 6 dicembre 1995), relativo alle categorie degli atti sottratti all'accesso, entrato in vigore durante il governo Dini.
Ad una prima valutazione del punto 12 dell'allegato 1, risulterebbero gravemente compromesse indagini su stragi, fatti criminosi e delittuosi accaduti nel nostro paese, in quanto documenti relativi alle indagini in corso sono "secretati" per 50 anni e passa, come, ad esempio, la documentazione militare della Nato (e i tracciati radar non manipolati), indispensabili a fare chiarezza nella tragedia di Ustica.
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Pescara (9 febbraio 2023): attentato a un locale in centro - foto Gilan |
di Gianni Lannes
Il virus mafioso è ovunque nel Belpaese: nessun territorio sembra immune. Le ultime metastasi a Pescara arrivano dall'incancrenita Foggia. Ieri è stato stroncato un giro milionario di usura, estorsioni e ricettazioni; insomma la punta dell'iceberg. Da decenni, l'Abruzzo è una lavanderia mafiosa con infiltrazioni massicce nell'economia sana. La Guardia di Finanza ha effettuato 8 arresti: in manette la capo reggente del clan foggiano Moretti Pellegrini-Lanza, ovvero Anna Rita Moretti (44 anni), figlia e sorella d'arte. Suo padre è il capomafia al 41 bis (scolarizzato al crimine da Raffaele Cutolo negli anni '70 presso l'hotel Florio tra San Severo e Foggia); detenuto anche il fratello Pasquale.
Si tratta però, di una vittoria di Pirro. Grazie allo Stato tricolore le organizzazioni criminali in Abruzzo hanno messo radici fin dal secondo dopoguerra, mediante il confino in loco di capimafia targati "cosa nostra". Poi sono arrivati i camorristi dalla Campania che hanno seppellito impunemente per decenni nelle colline abruzzese, addirittura montagne di rifiuti pericolosi (in particolare nella Marsica e nel territorio teatino); quindi è stata la volta della mafia cinese nel pescarese e della 'ndrangheta (a livelli commerciali, finanziari ed edilizi), soprattutto in provincia di Teramo. Anche i sinti, specializzati in furti ed usura a tassi da tagliagole, hanno infine svoltato in direzione del crimine più efferato. A conti fatti, l'Abruzzo non è un'isola felice.
Accade oggi nel Belpaese senza memoria, senza verità e senza giustizia. Documenti latitanti, carte ufficiali censurate, elenchi di nominativi non consegnati, fogli sbianchettati e interi pezzi cancellati proprio in concomitanza con la loro desecretazione. È quanto ha denunciato la relazione annuale (datata 12 ottobre 2022) del Comitato consultivo sulle attività di versamento all'Archivio centrale dello Stato e agli Archivi di Stato della documentazione di cui alle direttive del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2014 e del 2 agosto 2021 (come avevo anticipato il 23 gennaio scorso).
Addirittura è sparito completamente l'archivio del Ministero dei trasporti per gli anni esplosivi delle stragi (1968-1980) e, in particolare, tutta la documentazione del Ministro e del suo gabinetto. A tale proposito la ciarliera Giorgia Meloni non fiata da mesi, nella falsariga dei suoi predecessori (da Draghi&Conte fino a Prodi e Berlusconi).
Nelle conclusioni della predetta relazione si legge: «Non è accettabile che in un periodo di tempo prolungato, che va dalla fine degli anni '60 agli anni '80, possa mancare del tutto la documentazione relativa al Gabinetto del Ministro dei trasporti [...] riferita al periodo delle stragi che hanno segnato tragicamente il nostro Paese».
Il governo Meloni, interrogato in merito, ovvero sulla sparizione di documenti relativi stragi accadute in Italia che a tutt'oggi non hanno ancora i nomi dei responsabili (mandanti, esecutori) non risponde in Parlamento, di fatto contribuendo a insabbiare queste sanguinose vicende - che hanno dilaniato l'Italia - in veste di primo ministro, sia pure pro tempore. Infatti, l'interrogazione a risposta scritta numero 4/00236 del 10 gennaio 2023, giace inevasa dall'inquilina di Palazzo Chigi (e sono trascorsi oltre due mesi).
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Scie chimiche: Abruzzo, 13 marzo 2023 - foto Gilan |
di Gianni Lannes
Oscurano il sole e squarciano il cielo un giorno sì e l'altro pure, grazie anche all'apatia di masse disumane, sempre più lobotomizzate dai frenetici consumi e pervase dalla gretta ignoranza. In Italia il programma globale di "aerosolchemioterapia bellica" di Washington che induce sconquassamenti climatici, provoca l'avvelenamento dell'aria, cagiona l'inquinamento dell'acqua, induce il degrado della terra, nonché malattia e morte prematura di migliaia di persone ogni anno, prosegue indisturbato. Un ecocidio virale invocato anche da mister mal'aria, tale Bill Gates, in tutto il mondo per annichilire ed azzerare l'umanità. I segreti indicibili giacciono sotto gli occhi di tutti.
di Gianni Lannes
Un pensatore libero, in anticipo di almeno mezzo secolo sul tempo dell'attualità, come la Montessori. Il suo fondamentale interesse fu rivolto all'analisi critica delle istituzioni nella società contemporanea: dalla scuola alla medicina, dall'economia alla scienza. Illich ha posto la critica radicale più intelligente all'inciviltà industriale dei consumi e al sapere standardizzato.
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Primavera - foto Gilan |
Amare, ascoltare, parlare, desiderare, proteggere, educare, partecipare, protestare, rivoluzionare, ideare, fantasticare, sognare, pensare, dubitare, sbagliare, immaginare, poetare, scrivere, fotografare, disegnare, colorare, camminare, nuotare, ancorare, navigare, costruire una società di esseri umani liberi in armonia con la natura. Nuova vita umana per un nuovo mondo.
Gilan
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foto Gilan |
di Gianni Lannes
Senza umanità, anima e coscienza. Con tanto di telecamere in diretta tv, i soliti telecomandati hanno mandato in onda ancora una volta uno spettacolo indegno di uno Stato di diritto in un Paese civile. La roboante passerella del governicchio tricolore, lo stesso che ha provocato una strage di Stato in riva alla Calabria dove hanno perso la vita tanti bambini, si è trasformata a Cutro in un mezzo disastro. Ad illustrare il vuoto decretino c'era tutto l'impresentabile esecutivo al gran completo in divisa e doppiopetto d'ordinanza, inclusa la Meloni (ancora una volta nervosa ed imprecisa), l'allucinante capetto pro tempore del Viminale tale Piantedosi (assente ingiustificato a Bruxelles) e l'inqualificabile Salvini. Ecco le lacune: l'ennesima normetta d'urgenza non affronta il tema del soccorso in mare, non intervenendo su competenze e funzioni, né toccando meccanismi operativi. Alla luce dei fatti, ecco la mia opinione: dovrebbero essere tutti dismessi e processati per direttissima, soprattutto coloro che da anni invocano respingimenti e pure affondamenti di profughi e migranti senza distinzione; invece sono ancora in circolazione e dettano legge. Perché nel Belpaese dove scompaiono 35 minori al giorno, non sale almeno l'indignazione morale a caratura nazionale?
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di Gianni Lannes
Nella stagione del disamore è dura l'esistenza per chi si è appena affacciato alla vita. Bambini e adolescenti vantano diritti di carta, nonostante l'inflazione di leggi globali e convenzioni universali. In Italia sono 37mila i minori strappati alle famiglie d'origine per finire nei reclusori speciali che di "casa-famiglia" vantano solo il falso nome, ma i dati ufficiali non sono completi. Ad oggi (10 marzo 2023) non esiste una banca dati nazionale che contenga informazioni dettagliate sul numero di minori in affidamento e minori adottati. Queste cifre risultano approssimate per difetto. Comunque, la terza raccolta dati sperimentale dell'Autorità garante, pubblicata nel novembre 2019, con dati aggiornati al 31 dicembre 2017, indicava 32.185 minori, in aumento rispetto ai 29.692 dell'anno precedente, ospiti delle 4.027 comunità presenti sul territorio italiano, in aumento rispetto alle 3.686 comunità del 2016. Tali dati sono incompleti e non attendibili, infatti, sono stati raccolti in collaborazione con le procure della Repubblica presso i tribunali per i minorenni, i quali (ai sensi dell'articolo 9 della legge numero 184 del 1983) ricevono semestralmente dagli istituti di assistenza pubblici o privati e le comunità di tipo familiare gli elenchi dei minori. Come dichiarato nel documento stesso, «La raccolta ha fatto emergere l'esistenza di prassi disomogenee sul territorio in ordine all'esercizio del potere di vigilanza dei procuratori. In particolare tale vigilanza comprende, solo in taluni casi, anche le strutture di prima accoglienza. Inoltre, alcune procure hanno inserito nel dato trasmesso anche le cifre relative all'accoglienza nelle comunità di pertinenza del Ministero della giustizia».
di Gianni Lannes
Accade nel Belpaese dove regnano il disinteresse generale e le distrazioni di massa. Si dissolvono al ritmo di due classi scolastiche ogni 24 ore. Nel territorio europeo ogni due minuti sparisce un bambino. Ogni giorno in Italia - secondo i dati ufficiali del Viminale - svaniscono 35 bambini e adolescenti, 10 sono di nazionalità italiana. Insomma, più di un minore ogni ora. Nei primi sei mesi del 2022, in Italia ci sono stati 6.312 minori scomparsi, diventati oltre 13 mila desaparecidos a fine anno. Il 70 per cento di questi è composta da minori stranieri non accompagnati. Pedofilia, pedopornografia, prostituzione e traffico d’organi umani i destini più terribili per tanti di loro. Perché le autorità non fanno nulla di concreto per arrestare l'orrore. L'Italia e lo Stato del Vaticano non hanno mai ratificato la Convenzione del Consiglio d'Europa sul traffico di organi umani.
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di Gianni Lannes
Le prime vittime sono stati i bambini. I fatti: domenica 26 febbraio 2023 si è verificato, a meno di cento metri dalla spiaggia di Steccato di Cutro in Calabria, il naufragio di un'imbarcazione salpata dalla Turchia, con a bordo persone provenienti dall'Iraq, dalla Siria e dall'Afghanistan (paesi dove l'Italia per anni ha praticato ed alimentato la guerra in violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana), per il quale sono state accertate fino ad oggi, almeno 72 vittime, ovvero persone annegate (molte ancora senza identità), tra le quali 18 minori (l'ultimo ritrovato in mare con meno di 3 anni); un numero questo purtroppo destinato a crescere a causa dei numerosissimi dispersi, poiché mancano all'appello oltre 40 esseri umani.
Durante la giornata di mercoledì 1° marzo 2023 il comandante della Capitaneria di porto di Crotone, Vittorio Aloi, ha dichiarato che a suo giudizio la Guardia costiera sarebbe potuta intervenire, affermando che «quel giorno c'era mare forza quattro, non sei o sette. Le nostre motovedette avrebbero potuto navigare anche con mare forza otto», e lasciando intendere che l'invio di mezzi di soccorso al barcone che si trovava a 40 miglia dalla costa crotonese sarebbe stato possibile anche con quelle condizioni meteo marine.
Nonostante infatti che già dalle 22.00 di sabato 25 febbraio 2023 un aereo Frontex avesse rilevato e segnalato la presenza di un'imbarcazione partita da Smirne in Turchia, Aioi ha ribadito di aver ricevuto la prima chiamata come Guardia costiera solamente alle 4.30 del mattino del 26 febbraio, e di essere stato coinvolto esclusivamente per i soccorsi a terra, dichiarando altresì di non aver saputo nulla di una pubblica comunicazione di «imbarcazione in difficoltà» che il centro di coordinamento e soccorso di Roma avrebbe invece ricevuto ventiquattro ore prima con richiesta specifica di «sharp lookout» ossia di sorveglianza attiva per quel barcone.
di Gianni Lannes
Spariti nel nulla, inghiottiti nel buco tricolore dell'Italietta distratta e indifferente. Sono altri 454 i minori svaniti in Italia, nel giro del solo mese di gennaio 2023 e ben 1.188 quelli approdati nello Stivale nei primi 31 giorni del nuovo anno. Lo attesta l'ultimo rapporto elaborato dal ministero delle Politiche sociali. Nel Belpaese dell'orrore indicibile, che fine hanno fatto bimbi e adolescenti senza genitori, collocati nelle strutture sotto l'egida statale, ovvero sotto la responsabilità giuridica del governo Meloni? Attenzione: i numeri ufficiali sono ampiamente approssimati per difetto. Peraltro, da qualche anno in queste relazioni istituzionali, pargoli e adolescenti scomparsi, sono addirittura definiti “allontanamenti”, alla stregua di meri numeri e di scontate statistiche. Non sono cose, oggetti, bensì indifesi esseri umani. Attualmente, nei cosiddetti “centri di accoglienza”, i bambini fino a 6 anni sono 526, mentre quelli dai 7 ai 14 anni, addirittura 3.349. In totale (al 31 gennaio 2023) gli ospiti provenienti da paesi in guerra o dove regna la fame, lo sfruttamento e la persecuzione della vita, sono 19.333: una massa di carne umana gratuita, che giunge nell'ex giardino d'Europa, senza scomodare, come al tempo delle finte adozioni internazionali - soprattutto in Sudamerica (alla voce Brasile, ma non solo) - utili a far mercanzia dell'infanzia e dell'adolescenza. In che modo hanno fatto, da soli a giungere da noi, esseri umani appena affacciati alla vita?
A proposito di macellerie nostrane: 7 anni fa avevo scritto al capo dello Stato in Quirinale, ma non ho mai avuto risposta. Peggio: a tutt'oggi, la documentata interrogazione parlamentare a risposta scritta, numero 4/05225 del 4 febbraio 2016 è rimasta inevasa dal governo italiano. Come mai, qualcosa da nascondere? Comunque, è utile tenere a mente che l'Italia - proprio come lo Stato del Vaticano di Bergoglio - non ha ratificato dall'anno 2016, la Convenzione del Consiglio d'Europa sul traffico di organi umani. Perché, su tale tragedia in atto, non si apre un dibattito critico, in ambito sociale, culturale e politico? Non si può far finta di niente. A parte i soliti proclami di circostanza, Mattarella e Meloni sono in letargo avanzato? Non è possibile voltarsi dall'altra parte. Nell'ex giardino del vecchio continente i diritti dei minori, alla prova dei fatti, sono di carta straccia.
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foto Gilan |
di Gianni Lannes
Omissione di soccorso. A Roma, nei crassi palazzi del potere eterodiretto dall'estero, dove bivaccano burocrati senza compassione che alimentano l'odio disumano, non hanno evitato la tragedia. Infatti, ben sapevano che quegli esseri umani in fuga dalla guerra e dalle persecuzioni, si stavano avvicinando alla riva della Calabria su un barcone sconquassato dai gelidi marosi. E lo Stato tricolore, ovvero un governo xenofobo, (alla voce soprattutto dell'inqualificabile Salvini) non ha teso una mano per salvarli ed accoglierli, causandone la morte.
Oltre le chiacchiere morte e la cinica retorica da politicanti covidioti, che si porta via il vento, il ministro Piantedosi e l'inquilina pro tempore di Palazzo Chigi, tale Giorgia Meloni, avrebbero dovuto almeno chiedere scusa in ginocchio a tutte quelle persone (piccole e grandi) che non hanno voluto salvare. Tra le vittime, inclusi i bambini, c'erano in prevalenza profughi afghani. Non dimentichiamo che l'Italia ha soggiornato per anni in Afghanistan - ossequiando Washington - sperperando denaro pubblico in armi per alimentare la guerra (in barba all'articolo 11 della Costituzione repubblicana italiana).
Riferimenti:
http://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2023/03/sciacallaggio-sui-migranti-annegati.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2019/01/mediterraneo-un-mare-di-sterminio.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=salvini
Gianni Lannes, Il grande fratello. Strategie del dominio, Draco edizioni, Modena, 2012.
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Bruxelles (aprile 2014): foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
di Gianni Lannes
Cieli sempre più affollati e inquinamento dell'aria in aumento esponenziale: l'Italia - attestano i rapporti annuali “Air Quality Europe” - detiene il primato europeo per relative morti premature. Nel Belpaese le autorità fanno finta di niente, mentre tanta ignara gente si ammala e spesso trapassa rapidamente.
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Strasburgo (dicembre 2008) foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Quale complotto? Piuttosto negazionismo istituzionale. A Strasburgo da anni e più volte sono state presentate interrogazioni documentate in merito al dilagante fenomeno. Ad esempio, la seguente interrogazione scritta E-1446/04 di Paul Lannoye (Verts/ALE) alla Commissione europea non ha avuto mai risposta:
«Nella sua risoluzione del 28 gennaio 1999 sull’ambiente, la sicurezza e la politica estera (A4-0005/1999)[1] il Parlamento, considerando che il sistema HAARP era volto alla manipolazione dell'ambiente a fini militari (considerando R), chiedeva che tale sistema fosse da considerarsi una questione mondiale (paragrafo 24) e richiedesse una valutazione da parte dell’ufficio STOA relativamente tanto al suo impatto ambientale (sia a livello locale sia mondiale), quanto al suo impatto sulla salute pubblica in generale. Peraltro, il paragrafo 26 invitava la Commissione europea a valutare se vi fossero conseguenze per l’ambiente e per la salute pubblica del programma HAARP per quanto concerne l’Europa artica e a riferirgli i risultati delle sue ricerche. A cinque anni di distanza, non ho ancora avuto modo di sapere se sia stata stilata o meno tale relazione. La Commissione potrebbe comunicarmi le iniziative che ha intrapreso al riguardo?».