di
Gianni Lannes
Invece di rilanciare il belpaese, ancora divieti e
bugie paranoiche: confusione mentale di livello istituzionale. «4
maggio primo passo, siamo ancora dentro la pandemia... Questa fase
sarà di convivenza con il virus e non di liberazione dal virus.
Siamo ancora dentro la pandemia, non ne siamo usciti. Lo dico in
maniera chiara, a costo di apparire impopolare: il governo non può
assicurare in modo immediato il ritorno alla normalità» ha recitato
oggi alla camera dei deputati il Conte bis.
L'ineletto
grulpiddino dopo aver reiteratamente confuso il nuovo coronavirus
Sars CoV-2) con la malattia (Covid-19) nei suoi de-cretini in
Gazzetta Ufficiale, ora seguita a miscelare anche l'espressione
“pandemia” con il termine “epidemia”. In Italia, a rigor di
logica non vi è alcuna pandemia e mai potrà dilagare, proprio
perché il sostantivo ha un altro significato, evidentemente ignorato
dal sedicente “avvocato del popolo” che ha posto agli arresti
domiciliari l'intera nazione Italia.
Peraltro,
la quarantena dopo 50 giorni è scaduta da un pezzo, poiché il
Regolamento sanitario internazionale non prevede un termine così
lungo; ed inoltre il periodo di incubazione del Sars CoV-2 - secondo
l'OMS - è al massimo di 14 giorni.
Ora
la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità indica come modello
da seguire addirittura la Svezia, che non ha adottato il lockdown
all'italiana, stile Pechino, un modello repressivo suggerito
espressamente da Gualtiero il Terribile (Ricciardi: L'Espresso, 1
marzo 2020), consulente del ministro Speranza.