di Gianni Lannes
NATO per mentire. La pace non si fa con le armi, soprattutto se cedute a mercenari e nazifascisti addestrati da Washington a uccidere chiunque, in primis i russi grandi e piccini.
Il 28 febbraio 2022, il Governo italiano ha approvato all'unanimità il decreto-legge n.16 emanato da Mattarella, che consente l'invio in deroga delle normative italiane (legge 185/1990 e s.m.i.), di «mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari al Governo ucraino potrà avvenire "fino al 31 dicembre 2022». La misura è strettamente legata agli articoli 3 e 4 del Trattato Nord Atlantico che consente agli Stati membri di far fronte "a un attacco armato" in modo unito e congiunto "ogni volta che, nell'opinione di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata". L'Ucraina, pero', no fa parte della NATO, anche se l'ex comico Zelenski pretende di entrarci subito. Il decreto-legge approvato il 28 febbraio è giunto dopo analoghe misure approvate dal Consiglio dei ministri il 25 febbraio. In particolare, il Governo aveva stabilito di rafforzare e prorogare per il 2022 il "dispositivo di forze dispiegato dalle nazioni nel contesto delle operazioni NATO già attive" e di mettere a disposizione un "contingente di forze in elevata prontezza", solitamente predisposto per fronteggiare situazioni di crisi. Alla luce di ciò, con il decreto del 25 febbraio, l'Italia si è impegnata a partecipare a quei "dispositivi della NATO" già autorizzati dal Parlamento per il 2021, approvando una spesa pari a 67.451.608 euro per l'anno 2022 e 21.000.000 euro per l'anno 2023.
Dopo il solito via libera da parte del Parlamento italiano alla cessione di armi all'Ucraina in violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana italiana, avallata dal capo dello Stato, i dettagli delle forniture sono stati al centro del lavoro delle Commissioni Esteri e Difesa di Senato e Camera dei deputati. L'elenco delle armi era e resta secretato, ma non mancano fughe di notizie, benché il Ministero della difesa giudichi le informazioni riportate dai media "prive di riscontro". Nell'elenco delle armi che l'Italia invia e spedira' all'Ucraina ci sono mortai da 120 millimetri e relative bombe, missili Stinger, mitragliatrici pesanti Browning e relativi munizioni, mitragliatrici leggere MG e proiettili, lanciatori anticarro e relativo munizionamento, razioni K, radio Motorola, elmetti e giubbotti.
Circa la disponibilità di truppe, il decreto prevede un comando per operazioni speciali, un'unità del genio militare per il supporto delle operazioni terrestri, aeromobili per la ricerca e il soccorso di personale isolato, la raccolta informativa, il trasporto tattico e il rifornimento in volo. La consistenza massima del contingente nazionale previsto dal decreto interministeriale sarebbe fissato attualmente in 1.350 unità.
Oltre all'Italia, alcuni Paesi europei hanno annunciato la fornitura di armi e mezzi all'esercito ucraino. La Germania ha autorizzato l'invio di mille armi anticarro, 500 missili terra-aria Stinger, nove obici, 14 veicoli blindati e 10.000 tonnellate di carburante. Il Belgio consegnerà 2.000 mitragliatrici, 200 armi anticarro e 3.800 tonnellate di carburante, l'Estonia missili anticarro, mortai e ospedali da campo. La Lettonia e la Lituania hanno detto che invieranno missili antiaerei. La Slovacchia garantirà forniture mediche e mezzi per lo sminamento per un valore di 1,7 milioni di euro, la Polonia invierà munizioni difensive. I Paesi Bassi hanno annunciato l'invio di 3.000 elmetti e 2.000 giubbotti antiproiettile. La Francia ha inviato armi antiaeree e digitali, oltre a carburante. Il Portogallo offre all'Ucraina visori notturni, giubbotti antiproiettile, elmetti, granate, munizioni e fucili automatici G3.
Le armi, i mezzi e gli equipaggiamenti arriveranno in Ucraina principalmente dalle strade e dalle ferrovie che collegano la Germania a Kiev attraverso la Polonia.
La NATO non entrerà in Ucraina per fare la consegna. Onfatti, sono gia' entrati in campo i contractor, le compagnie paramilitari private che non hanno insegne e che fungono da avamposti degli eserciti e portando le armi quando legalmente non si può. Il costo dell'aiuto rischi di essere ben più alto di quello che viene dichiarato. I "mediatori" si fanno pagare il 30 per cento del valore di carico per il loro "servizio", a volte anche il 70 per cento.
La fase della consegna delle armi è estremamente delicata e potrebbe portare a conseguenze nefaste, infatti da una parte potrebbero finire nelle mani del nemico, dall'altra diventare un "pozzo senza fondo", se il conflitto continuasse con questo grado di intensità.
Perche' il segreto di Stato sulla fornitura di armi all'Ucraina? Qual e' l'effettivo impegno militare, in termine di mezzi e di uomini, messi in campo dall'Italia? Perche' il governo Draghi non prtano a conoscenza portare a conoscenza del Parlamento e degli italiani il contenuto dell'allegato al decreto 2 marzo 2022 del Ministero della difesa recante «Autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle Autorità governative dell'Ucraina ai sensi dell'articolo 1 del decreto-legge 28 febbraio 2022, n. 16»?
Comanda sempre lo zio Sam: non a caso i ministri tricolore sono sempre subordinati al padrone yankee e sugli attenti. Esattamente il 20 aprile 2021 «Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Di Maio e il Ministro della difesa Guerini sono stati convocati d'urgenza al quartier generale della Nato a Bruxelles, per una riunione straordinaria del Consiglio Nord Atlantico il 15 aprile: il giorno stesso in cui, a Washington, il presidente Biden firmava l'“Ordine esecutivo contro le dannose attività estere del governo russo”. L'ordine non decreta solo espulsioni di diplomatici e sanzioni economiche, come hanno riportato i media. “Se la Russia prosegue o intensifica le sue destabilizzanti azioni internazionali”, stabilisce l'ordine, “gli Stati Uniti imporranno costi tali da provocare un impatto strategico sulla Russia”. Il Consiglio Nord Atlantico avrebbe approvato immediatamente una “Dichiarazione di solidarietà con gli Stati Uniti sulle azioni, annunciate il 15 aprile, per rispondere alle attività destabilizzanti della Russia”, nella quale vengono elencati i capi di accusa alla Russia: “Comportamento destabilizzante e provocatorio, violazione della integrità territoriale di Ucraina e Georgia, interferenza nelle elezioni degli Usa e degli Alleati, vasta campagna di disinformazione, uso di gas nervino contro Navalny, sostegno agli attacchi contro le forze Usa/Nato in Afghanistan, violazione degli accordi sulla non-proliferazione e il disarmo”».
Ad accusare la Russia di aver violato gli accordi sulla non-proliferazione e il disarmo sono gli Stati Uniti, che hanno sempre violato il Trattato di non-proliferazione, schierando armi nucleari in Italia e altri paesi europei, e che hanno stracciato il Trattato Inf riaprendo la via all'installazione di nuovi missili nucleari in Europa. Il giorno prima del Consiglio Nord Atlantico, l'Esercito Usa in Europa ha comunicato che, dovendo ricevere nei prossimi mesi due nuove unità operative, conserverà in Germania tre basi che avrebbe dovuto restituire al governo tedesco. Il giorno dopo il Consiglio Nord Atlantico, gli Stati Uniti d'Americahanno annunciato un accordo con la Norvegia, che permette loro di disporre di 4 basi aeree e navali ai confini con la Russia. Nel frattempo è rientrato in Europa il cacciatorpediniere Usa Arleigh Burke, sottoposto a un ammodernamento che ha “accresciuto il raggio e la capacità dei suoi armamenti”. L'Arleigh Burke è una delle 4 unità lanciamissili a spiegamento avanzato della Sesta Flotta, dotata di lanciatori verticali Mk 41 della Lockheed Martin, in grado di lanciare “missili per tutte le missioni: anti-aeree, anti-nave, e di attacco contro obiettivi terrestri” che, agli ordini del Comando delle forze navali Usa in Europa (con quartier generale a Napoli-Capodichino), operano soprattutto nel Baltico e nel Mar Nero». Questa può essere anche equipaggiata con missili Tomahawk, armati di testata convenzionale o di testata nucleare.
Il giorno 12 marzo 2022 la spedizione di un carico di armi verso l'Ucraina dall'aeroporto "Galileo Galilei" di Pisa ha causato la protesta dei lavoratori dello scalo. Gli operai, una volta scoperto che il carico di un volo in partenza non era costituito da "materiale umanitario" ma da casse di armi destinate al conflitto in Ucraina, hanno interrotto le operazioni rifiutandosi di caricare il materiale, rivolgendosi all'Unione sindacale di base che ha denunciato pubblicamente il fatto.
Tra il 1° e il 13 marzo 2022 ci sono stati almeno 27 voli militari dell'Aeronautica militare italiana partiti dagli aeroporti di Pisa, Pratica di mare (Roma) e Grosseto e diretti in Polonia, alla base NATO di Rzeszów. Tutti hanno evitato di sorvolare lo spazio aereo dell'Ungheria, che non permette il passaggio di carichi militari verso l'Ucraina dal proprio territorio.
La spedizione, ed è questo che ha generato la protesta dei lavoratori, non e' avvenuta da un aeroporto militare, bensì da un aeroporto civile: dal "Cargo village" presso l'aeroporto civile dovrebbero partire voli "umanitari", che dovrebbero essere riempiti di vettovaglie, viveri, medicinali e quant'altro utile per le popolazioni ucraine. Nei fatti, però, secondo quanto affermato dall'Unione sindacale di base, quando si sono presentati sotto l'aereo, i lavoratori addetti al carico si sono trovati di fronte casse piene di armi di vario tipo, munizioni, esplosivi, da caricare in un Boeing 737 della compagnia islandese "Bluebird". L'accaduto è stato confermato dal responsabile della comunicazione di Toscana aeroporti e dal COVI, il comando operativo di vertice interforze che si occupa della logistica dell'Esercito, che ha confermato come alcuni operatori hanno segnalato il mancato possesso dei requisiti necessari all'effettuazione del caricamento di quei materiali speciali.
Qual e' l'effettivo impegno bellico, in termine di mezzi e di uomini, messo in campo dall'Italia in favore dell'Ucraina?
Nel 2019 un'indagine coordinata dalla Procura di Torino su combattenti italiani nel Donbass ha portato ad un'operazione antiterrorismo, di cui hanno dato notizia le principali testate nazionali. L'operazione, coordinata dal Servizio antiterrorismo dell'Ucigos e della Digos di Torino, ha portato all'arresto di tre persone e al sequestro di una notevole quantità di armi da guerra, tra cui un missile aria-aria ("ilfattoquotidiano" del 15 luglio 2019). Il blitz è scattato nei confronti di una serie di soggetti orbitanti nei gruppi dell'estrema destra oltranzista. Tra gli arrestati figura anche Fabio Del Bergiolo, 50 anni, ex ispettore antifrode delle dogane, che nel 2001 si era candidato al Senato, per "Forza Nuova", nel collegio di Gallarate (Varese).
Il possesso di armi da guerra da parte di soggetti appartenenti al mondo dell'estrema destra, attiva con una rete di foreign fighter all'estero e in particolare in Ucraina. Quel sequestro è di una gravità senza precedenti nella storia recente italiana, sia per numero che per tipologia di armi sequestrate, e i soggetti tratti in arresto sono probabilmente responsabili di una rete di addestramento di militanti ideologicamente e militarmente formati, tali da porre in essere un possibile gruppo armato, con finalità potenzialmente sovversive del nostro ordine costituito. I gruppi di estrema destra hanno dimostrato in più occasioni di rappresentare un pericolo per la civile convivenza e potrebbero in qualche modo essere responsabili della ricostituzione di un partito di ispirazione fascista, con l'aggravante del possesso di armi da fuoco e esplosivi e del combattimento in teatri di guerra come l'Ucraina.
I gruppi neofascisti italiani possono rappresentare un pericolo per la stabilità della democrazia, pari al terrorismo di matrice islamica? L'ingresso di armi da guerra, e in particolare di un missile aria-aria, sia stato possibile con la complicità di qualche organo addetto al controllo delle frontiere italiane?
A tutt'oggi l'atto parlamentare 3-00135 datata 2 agosto 2018 (dei tre onorevoli del partito democratico: Paita, Mnniti e Fiano), indirizzato al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, non ha ancora avuto risposta. Ecco cosa c'e' scritto in relazione ai nazisti in Ucraina:
«si apprende dagli organi di informazione che, a seguito di una importante operazione coordinata dalla procura di Genova, sono stati arrestati a Milano e nelle province di Avellino e Parma sei persone, per i reati di reclutamento di mercenari e di combattimento in un conflitto armato estero;
i carabinieri del Ros indagando sull'area degli skinhead in Liguria hanno scoperto una organizzazione che reclutava mercenari filorussi per combattere in Ucraina;
emergono elementi inquietanti e allarmanti sulla presenza di una struttura organizzata dedita al reclutamento e al finanziamento di mercenari destinati a rafforzare le milizie separatiste filorusse nella regione del Donbass, tuttora teatro di scontri armati con le truppe regolari del Governo di Kiev;
nel pieno rispetto della funzione e della attività della magistratura ci sono tuttavia profili relativi a politiche di sicurezza che meritano un adeguato approfondimento da parte delle istituzioni italiane –:
quali iniziative di competenza il Governo intenda assumere, anche
attraverso i propri servizi di intelligence, per verificare
i collegamenti esistenti, anche sul piano internazionale, tra
estremismo di destra e nazionalisti russi e per rafforzare l'azione
di monitoraggio e vigilanza, su tutto il territorio nazionale, in
merito alle relative attività».
Anche l'atto di sindacato ispettivo 3-01025 del
2019, firmato da 12 parlamentari del movimento 5 stelle,
per i Ministri dell'interno e degli
affari esteri e della cooperazione internazionale, giace inevaso dal
governo italiano. Di seguito il cogente testo integrale:
«un'indagine coordinata dalla Procura di Torino su combattenti italiani nel Donbass ha portato ad un'operazione antiterrorismo, di cui danno notizia le principali testate nazionali;
l'operazione, coordinata dal Servizio antiterrorismo dell'Ucigos e della Digos di Torino, ha portato all'arresto di tre persone e al sequestro di una notevole quantità di armi da guerra, tra cui un missile aria-aria che, secondo fonti giornalistiche, sarebbe di probabile provenienza qatariota ("ilfattoquotidiano" del 15 luglio 2019);
il blitz è scattato nei confronti di una serie di soggetti orbitanti nei gruppi dell'estrema destra oltranzista;
tra gli arrestati figura anche Fabio Del Bergiolo, 50 anni, ex ispettore antifrode delle dogane, che nel 2001 si era candidato al Senato, per "Forza Nuova", nel collegio di Gallarate (Varese);
considerato che:
il possesso di armi da guerra da parte di soggetti appartenenti al mondo dell'estrema destra, attiva con una rete di foreign fighter all'estero e in particolare in Ucraina, mette in allarme non solo le istituzioni, ma anche i cittadini;
è molto difficile fare entrare nel nostro Paese un missile aria-aria, eludendo i controlli;
viene da interrogarsi sulle reali intenzioni del gruppo di estrema destra;
considerato che, a parere degli interroganti:
il sequestro è di una gravità senza precedenti nella storia recente italiana, sia per numero che per tipologia di armi sequestrate, e i soggetti tratti in arresto sono probabilmente responsabili di una rete di addestramento di militanti ideologicamente e militarmente formati, tali da porre in essere un possibile gruppo armato, con finalità potenzialmente sovversive del nostro ordine costituito;
i gruppi di estrema destra hanno dimostrato in più occasioni di rappresentare un pericolo per la civile convivenza e potrebbero in qualche modo essere responsabili della ricostituzione di un partito di ispirazione fascista, con l'aggravante del possesso di armi da fuoco e esplosivi e del combattimento in teatri di guerra come l'Ucraina,
si chiede di sapere: se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti;
se ritengano che i gruppi neofascisti italiani possano rappresentare un pericolo per la stabilità della democrazia, pari al terrorismo di matrice islamica; se l'ingresso di armi da guerra, e in particolare di un missile aria-aria, sia stato possibile con la complicità di qualche organo addetto al controllo delle frontiere italiane;
quali iniziative di competenza intendano intraprendere per accertare e, nel caso, sanzionare eventuali complici all'interno degli organi di controllo».
Riferimenti:
Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIE DEL DOMINIO, Draco edizioni, Modena, 2012.
http://aic.camera.it/aic/scheda.pdf?core=aic&numero=3/01025&ramo=S&leg=18
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2022/03/italia-in-guerra-contro-la-russia.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=zelenski
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=nato
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=ucraina
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2022/03/ucraina-armi-italiane-uccideranno-russi.html
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