foto Gilan |
Una volta nel belpaese, in un tempo ormai indimenticabile, un burattino spuntato dal nulla e dal niente, abolì la libertà, grazie a un pretesto virale. Accadeva che il fantoccio di turno a Palazzo Chigi, l'ennesima marionetta telecomandata dall'estero, un sedicente “avvocato del popolo” - così almeno si autodefiniva a beneficio della sua sbianchettata biografia di carta velina - tutto stabiliva e tutto vietava a suo compiacimento, con gli editti strampalati della domenica sera, esautorando sistematicamente il preposto Parlamento. Vietato uscire di casa: è contagiosissimo; se le persone si incontrano, poi si conoscono, magari si innamorano o socializzano, oppure parlano e nascono nuove idee e propositi da realizzare insieme. In un battibaleno più fulmineo di un lampo, gli esperti taroccati tracciarono nello Stivale (isole comprese) reticoli improvvisati per ogni dove, in ogni casella una sola ed unica persona. Tutti inciampavano inavvertitamente nella ragnatela del governicchio grulpiddino, così la campana tuonava incessantemente, gli agenti correvano e cadevano pure loro, pur di elevare le multe ad ogni ogni sudditino del tricolore popolino.
Insomma, vietato giocare all'aria aperta, divieto di fraternizzare e tutti a distanza di sicurezza (per modo di dire), ben imbavagliati e a casa imprigionati: così recitano ancora gli editti giuridicamente sconclusionati del Conte smascherato, in barba alla Costituzione repubblicana italiana. Fino a quando nella stagione del disamore accadde l'impensabile. Appunto, quando meno te l'aspetti, torna l'umanità, mai svanita, grazie ad un incontro casuale ma indubbiamente memorabile. Si, è proprio così, con un pallone ci si incontra, si diventa amici, si familiarizza e ci si diverte spontaneamente con gli altri, sovente sconosciuti fino a un istante prima. All'insegna della giovialità, a volte si imparano le regole virtuose della vita, impastate di semplice empatia.
A fine anno, il 30 dicembre 2020, sono uscito nel primo pomeriggio per giocare a pallone con i miei pargoli, nel cuore della Foresta Umbra. In una radura erbosa alle 15 eravamo solo in tre a rincorrere gioiosamente una palla variopinta, nonostante il freddo pungente del generale inverno. Tra una rete e una corsa a perdifiato, sono approdate sei persone: tre adulti e tre ragazzi. Inizialmente erano tutti mascherati. Da lontano mi hanno chiesto a gran voce se potevano giocare insieme a noi. Tempo due minuti e le loro mascherine sono sparite dopo una cordiale stretta di mano. La partita è stata memorabile, per la gioia cristallina di grandi e piccini. Attenzione, anzi massima allerta all'allegria "infettiva": l'umanità è contagiosa assai e bandisce a pelle l'innaturale diffidenza imposta dalle istituzioni, attraverso assurde e criminali restrizioni. Allora, insieme, umani non lontani, uniti nell'amicizia che sempre solidarizza. Ecco una buona dose di anticorpi vitali, altro che vaccini assemblati in tutta fretta al buio per il gregge silente. L'umanità è fatta di semplicità: gioia, condivisione e amore per la vita. Sempre: ieri, oggi e domani. Auguri straordinari!
Gianni Lannes