di Gianni Lannes
L’opinione pubblica italiana scopre - ma in superficie - la tossicità delle
diossine soltanto il 10 luglio 1976 quando, a Seveso, scoppia un reattore adibito alla
produzione di triclorofenolo e dallo stabilimento Icmesa della multinazionale
svizzera Hoffmann La Roche si leva nell'aria un’enorme nube tossica che
avvelena popolazione e ambiente di un vasto territorio della Lombardia.
La 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina, spesso
indicata con l'abbreviazione TCDD o come diossina Seveso, è la più nota e
pericolosa delle 200 e passa diossine attualmente note.
Sulle donne di Seveso questa famigerata diossina ha colpito più
duro: da una ricerca pubblicata 20 anni fa dalla rivista scientifica The Lancet
risulta che la popolazione femminile in media ha nel sangue tre volte più TCDD
che i maschi. La scoperta più sorprendente è datata 1996 e getta una luce inquietante
sugli effetti della diossina. Nel periodo 1977-1984 da coppie di genitori
esposti alla nube tossica sono nate 48 femmine ogni 26 maschi. Troppe, se si
considera che il normale rapporto tra i sessi alla nascita è di 100 femmine ogni
106 maschi. E nessuno sa perché. I biologi dell’università di Pavia, hanno
cercato la diossina nei topi e hanno però trovato qualcosa di diverso. Esaminando
i loro cromosomi, hanno notato che erano diversi, era nato un nuovo ibrido, un
topo mutante.