di
Gianni Lannes
L’Italia,
il nostro Paese, sembra privo di memoria, di slancio, di altruismo e
di compassione. Per dirla con Carlo Levi: “Nessuno ha
toccato questa terra se non come un conquistatore o un nemico o un
visitatore incomprensivo”. Sembra un Paese diverso da quello in cui
sono nato, un Paese che amavo tanto e che voglio lasciare. Non so
bene cosa avrei dovuto dirvi per questo commiato.
Mi
hanno sempre detto: “metti amore in ciò che scrivi”. Io invece
sono andato con rabbia in un’altra direzione. Giuseppe Fava
mi ha insegnato una regola semplice e precisa: “Scrivi ciò che
vedi, senza farti condizionare dal contesto. Scrivi la verità che
riesci a ricostruire senza reticenze”.
Cosa
si può fare? I giornalisti hanno un grande potere, ma non lo usano
quasi mai per il bene comune. Quelli che lo adoperano, in genere,
vengono uccisi senza pietà: Mauro De Mauro, Peppino Impastato,
Graziella De Palo, Italo Toni, Giuseppe Fava, Mauro Rostagno, Giovanni Spampinato, Giancarlo Siani,
Ilaria Alpi e Miran Hrovatin (solo per ricordarne alcuni
ammazzati sul campo per rendere migliore il nostro un Paese).