di Gianni Lannes
Madre Natura non c'entra. Caviaga docet ma Atene svende le ricchezze naturali ai peggiori affaristi senza scrupoli, targati Parigi e Washington. In attesa della catastrofe ambientale nel Mediterraneo,
provocata dall'avidità umana mescolata all'ingordigia di dominio. Il rapporto dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia parla chiaro:
«Un terremoto di magnitudo Mwp 6.8 è avvenuto nella zona:
Costa Occidentale Peloponneso (GRECIA), il 26-10-2018 00:54:50 (UTC +02:00) ora
italiana… con coordinate geografiche (lat, lon) 37.49, 20.6 ad una profondità
di 10 km».
Le scosse durante la notte sono state avvertite anche nell'Italia meridionale. 10 chilometri, solo
dieci chilometri in fondo al mare.
Singolare coincidenza: è proprio la zona marina del blocco
10, dove il governo ellenico ha concesso l'estrazione di idrocarburi alla famigerata Total (che lucra anche in Italia, ovvero in Basilicata)
in affari con Exxon Mobil. Anche la letteratura scientifica in materia non ha
dubbi: tale attività può provocare terremoti. La firma inconfondibile di un sisma indotto è l’ipocentro
superficiale (10 chilometri di profondità). Peraltro, simili attività speculative, unitamente agli incidenti e agli sversamenti di petrolio nel Mediterraneo sarebbero fatali per l'ecosistema marino.