12.4.22

INFEDELI ALLA REPUBBLICA!


foto Gilan
 

di Gianni Lannes

Telecomandati dall'estero? In ogni caso la Costituzione repubblicana italiana parla molto chiaro. E l'articolo 54 e' addirittura perentorio:


"Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge".

L'articolo 54 della nostra Costituzione (da cui ormai solo teoricamente discendono tutte le leggi in Italia) non fa sconti e non scende a compromessi. Le norme costituzionali si pongono come direttamente imperative più nei confronti del legislatore che verso i singoli cittadini. Infatti, tale dovere politico non può mai tradursi in una soggezione ai governanti, non venendo a comprimere il diritto di libera manifestazione del pensiero sancito dall'articolo 21. Si tratta, dunque, soprattutto di una norma-manifesto, il cui principio è ripreso anche dalla legge 91/1992, che subordina il decreto di concessione della cittadinanza italiana alla prestazione di un giuramento di fedeltà ai valori repubblicani. 

Un dovere di fedeltà più specifico e determinato si pone, invece, nei riguardi di alcuni cittadini, secondo la previsione del secondo capoverso dell'articolo 54. Coloro che sono chiamati ad adempiere le pubbliche funzioni, infatti, devono farlo con disciplina e onore. Si tratta di cittadini "qualificati", il cui comportamento rappresenta in qualche modo un exemplum nei confronti della popolazione generale. Solo per le cariche più alte (Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Ministri) è anche previsto il giuramento. 

Disporre immunità per chi pretende di esercitare pubbliche funzioni senza dignità e senza onore (addirittura evitando il giudizio su eventuali reati) potrebbe dunque essere costituzionalmente consentito? E non si tratta solo di reati, qui è in causa l’ etica pubblica.

Le parole usate dai Costituenti lo indicano con chiarezza: non si parla di cittadini che “esercitano” pubbliche funzioni, ma di cittadini cui tali funzioni “sono affidate”: il richiamo alla fides è fondamentale.

Questi cittadini, a differenza degli altri, non possono limitarsi come tutti a rispettare le leggi. L’ articolo 54, appunto, pone un più di dovere: onore e disciplina devono essere la loro guida. Come asseriva Stefano Rodotà, "la responsabilità qui evocata è molto più ampia della stessa responsabilità politica, perché si riferisce a tutti i soggetti che svolgono funzioni pubbliche e non soltanto chi sia investito di diretta responsabilità politica perché esercita funzioni di governo o è membro di assemblee rappresentative".

C’ è un di più che è richiesto a tutti coloro i quali svolgono funzioni pubbliche; e per essi c’ è anche una minore aspettativa di riservatezza (privacy). La loro sfera di intimità deve essere rispettata solo se le notizie e i dati non hanno alcun rilievo sul loro ruolo o sulla loro vita pubblica: avendo responsabilità pubblica, maneggio di pubblico denaro, potendo prendere decisioni di grande portata per la collettività, devono essere sottoposti non solo ai controlli tradizionali, ma anche al controllo diffuso da parte dei cittadini. La trasparenza serve in primo luogo a mettere tutti in grado di valutare coloro che ricoprono funzioni pubbliche attraverso la piena conoscenza della loro attività e dei loro comportamenti.

Anche situazioni apparentemente private possono essere rilevanti per la valutazione del soggetto pubblico: in un sistema democratico, i custodi delle virtù repubblicane sono i cittadini che evitano l’abbandono di regole di etica civile e le prevaricazioni del potere.

Non può essere argomento sufficiente di difesa per chi esercita funzioni pubbliche escludere la presenza di veri e propri reati: l’ articolo 54 esige qualcosa di più. Le responsabilità perseguibili dalla Magistratura dovrebbe essere l’ ultima tutela: anche di fronte a comportamenti non penalmente rilevanti devono scattare meccanismi sanzionatori idonei a garantire il rispetto del dovere costituzionale di disciplina e onore, da parte di coloro cui le funzioni pubbliche sono soltanto “affidate” pro tempore.

Allora, i politicanti tricolore che approvano la guerra e l'alimentano con l'invio di armi pagate con denaro pubblico, sono fedeli alla Repubblica italiana oppure alla imperialista White House, nonche' alla guerrafondaia Nato e alle multinazionali criminali? I fatti sotto gli occhi di tutti, attestano che l'Italia dove non vige piu' la liberta', grazie soprattutto ai rappresentanti politici, non e' indipendente ne' sovrana, ma sottomessa. A proposito: la guerra e' sempre un crimine di guerra.

Riferimenti:

https://www.governo.it/it/costituzione-italiana/2836 

https://archivio.camera.it/inventari/scheda/assemblea-costituente-1946-1948/CD1700000387/commissione-costituzione-i-sottocommissione-relazioni.html?currentNumber=0&startPage=0

https://www.camera.it/_dati/leg01/lavori/stenografici/sed0275/sed0275.pdf

 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=guerini 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=mattarella 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=draghi 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2022/03/draghi-e-il-conflitto-di-interessi.html

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=conte

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=di+maio 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=lamorgese 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=cartabia 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=cingolani 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=ucraina 

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