Pesaro: il Natale di un albero vivisezionato - foto Gilan |
di Gianni Lannes
Dove non alberga l'ecologia. Stragi di esseri umani su mutamenti climatici indotti, strangolamento del territorio e consumo smisurato di suolo. Classificazione tecnica: R4, rischio molto elevato, ossia possibile perdita di vite umane e lesioni gravi alle persone, danni gravi agli edifici, alle infrastrutture ed al patrimonio ambientale, distruzione di attività socio-economiche. Dove? A Pesaro si profila una tragedia annunciata in una città già sommersa in un recente passato dalla pioggia alluvionale e dal fango?
Pesaro: opificio Carloni (area della speculazione) - foto Gilan |
Valanghe
di cemento armato, però legalizzato in aree ad elevato rischio
idrogeologico e pericolosità da dissesto. Insomma, una catastrofe
prenotata per gli ignari abitanti, in deroga alle leggi vigenti e
all'obsoleto Prg. Pesaro non a caso è la capitale nell'anno 2024
della cultura italiana: un esempio da manuale della speculazione
edilizia dilagante. L'area presa di mira dai padrini locali del
mattone col solito avallo dei politicanti di turno è lo storico
quartiere Muraglia, a ridosso del Torrente Genica. Non solo un nuovo
ospedale in un'area a rischio esondazione col classico sperpero di
quattrini pubblici, ma per giunta due torri condominiali da 12 piani
che a 40 metri d'altezza oscureranno i caseggiati a due piani, il
campo sportivo e la limitrofa collina San Nicola. L'edilizia che
sfigura la città e mette a repentaglio la vita delle persone,
consentendo ai soliti noti di accumulare profitti senza scrupoli è
reato? Secondo l'attuale sindaco Biancani è un diritto acquisito.
Infatti, il primo cittadino e la sua giunta di centrosinistra (eletti
di fresco), invece di portare la questione nella preposta assise
cittadina, ovvero all'attenzione del consiglio comunale, alla
chetichella mediante la delibera numero 245 del 29 ottobre 2024 hanno
approvato all'unanimità - in barba alle normative di salvaguardia
ambientale - l'intervento spacciato addirittura per “mitigazione
delle condizioni di rischio idraulico”. Falso in atto pubblico? Il predetto deliberato contiene un'interpretazione alterata dei fatti: «il
Piano non incide sul dimensionamento globale del PRG, non varia le
destinazioni d’uso e non modifica le norme tecniche di attuazione
di PRG, inoltre non modifica la distribuzione dei carichi insediativi
né la dotazione degli standard, pertanto può essere approvato
secondo l’iter procedurale di cui all’art. 30 della L.R. n.
34/1992....secondo le valutazioni effettuate nello studio di verifica
e mitigazione del rischio idraulico, è stato ritenuto che la
realizzazione degli interventi proposti nel Piano Particolareggiato
garantisca una sufficiente mitigazione del rischio idraulico
esistente nell’area in esame». Calcolata follia amministrativa? In tal modo viene garantito l'interesse comune della collettività o piuttosto il mero profitto di pochi?
foto Gilan |
Pesaro: opificio Carloni (area della speculazione) - foto Gilan |
foto Gilan |
Pesaro: opificio Carloni (area della speculazione) - foto Gilan |
All'opificio Carloni a ridosso del frequentatissimo campo sportivo del Muraglia e della scuola calcio per bambini e ragazzi, c'è pure l'amianto cancerogeno, ormai deteriorato e reso friabile dalle intemperie. In loco è in atto dal 3 luglio scorso un sequestro penale dell'area. L'asbesto doveva essere bonificato in tre giorni - in base alla comunicazione di inizio lavori - ma dimora ancora in loco esponendo al concreto pericolo i malcapitati residenti e i giovanissimi calciatori, nonché l'occasionale pubblico. Il sindaco Biancani - in primis - ha il dovere di tutelare la salute pubblica. Per la cronaca documentata: ieri pomeriggio alle 15:30 ignoti caricavano materiali su un camion.
Pesaro: opificio Carloni (area della speculazione) lunedi 18 novembre 2024 - foto Gilan |
Pesaro: opificio Carloni (area della speculazione) lunedi 18 novembre 2024 - foto Gilan |
|
Il rio Genica prigioniero del cemento - foto Gilan |
Anche gli studenti
universitari di ingegneria al primo anno di corso sanno che il
vincolo idrogeologico grava su terreni “di qualsiasi natura e
destinazione” al fine di preservare l’ambiente fisico e impedire
forme di utilizzazione (anche contrastanti con le norme vigenti), che
possano determinare ai terreni denudazione, innesco di fenomeni
erosivi, perdita di stabilità, nonché turbamento del regime delle
acque e così via, con possibilità di danno pubblico. Pertanto tutti
gli interventi e le opere che comportano una modifica dello stato di
luoghi ricadenti in aree sottoposte a vincolo per scopi
idrogeologici, necessitano del rilascio di preventivi nulla osta o
autorizzazioni da parte della Regione.
Pesaro: opificio Carloni (area della speculazione) - foto Gilan |
Il consigliere di Quartiere Francesco Ferri non ci sta e fa sapere cosa sta succedendo. «Con la delibera del Piano Particolareggiato si prevedono due gigantesche torri da 12 piani: una colata di cemento lungo il torrente Genica in zone a massimo rischio di esondazione R4. Ne seguiranno altre, previste scelleratamente nell’obsoleto PRG ormai un quarto di secolo fa, che ora trovano impulso dall’altrettanto scellerata collocazione dell’Ospedale a Muraglia in un sito rischioso e impattante. Vogliamo lasciare ai nostri figli la verde Muraglia trasformata nella valle degli ecomostri oppure è il caso di cambiare finalmente registro e attuare una nuova pianificazione urbana più attenta e sensibile al rischio idrogeologico e al paesaggio?».
Speculazione al Muraglia - foto Gilan |
Pesaro: opificio Carloni (area della speculazione) e amianto sul campo di calcio - foto Gilan |
L'architetto entra nel dettaglio: «Senza alcun passaggio in Consiglio Comunale e in Consiglio di Quartiere (che nonostante i miei solleciti non si riunisce da oltre un anno) per il dovuto parere, la Giunta in sordina ha deliberato il primo atto dell’ampia colata di cemento che i progetti norma del vecchio PRG prevendono lungo le sponde del Genica. Il Sindaco con i suoi assessori, ambientalisti inclusi, hanno deliberato l’ultimo atto di approvazione del piano particolareggiato. Dal 2004 infatti la legge di tutela per l’assetto idrogeologico giustamente vieta di pianificare nuovi comparti in queste aree ad altissimo livello di rischio, ma purtroppo in deroga consente l’edificazione dei comparti precedentemente previsti a condizione che si attuino costose opere di mitigazione del rischio. La disgraziata variante al PRG del 2019, che ha il nuovo Ospedale di Pesaro a Muraglia in un sito idrogeologicamente pericoloso, impattante e tecnicamente inadeguato, come avevo ampiamente previsto purtroppo tra i suoi effetti nefasti sta sbloccando questi comparti che erano fermi da decenni a causa degli alti costi di mitigazione che si scontravano con la scarsa richiesta immobiliare di condomini così imponenti in questa zona periferica. L’assurda previsione di ben 37.000 mc di costruito in questo primo comparto dimensionalmente poco esteso e esattamente a ridosso del Genica ha comportato una serie di forzature urbanistiche tali da richiedere diverse deroghe alle norme del PRG che avrebbero dovuto invitare alla condivisione con tutto il Consiglio Comunale per un costruttivo dibattito».
Tra le previsioni i parcheggi, cantine e garage a servizio degli 80 appartamenti non potendo essere al piano interrato «verrebbero realizzati in una enorme piattaforma al piano terra per diminuire il rischio idraulico ma questo ha avuto due effetti, aumentare di un piano l’altezza dei volumi dell’abitato sovrastante che organizzato in due gigantesche torri monolitiche raggiunge circa 40 metri per un totale di 12 piani fuori terra, altezza in deroga e pari alla più alta tra le colline retrostanti quella di San Nicola».
Per Ferri «con un pessimo escamotage questi spazi verdi sono stati ricollocati in una porzione della collina scoscesa quasi dietro la ditta Sapil e quindi lontana dall’abitato, avulsa da esso e di fatto già verde oggi. A testimoniare la forzatura di questa previsione edilizia la convenzione riporta che non si potranno scaricare le acqua nere nell’asse fognario di Muraglia che come riporta MMS (cit. variante al PRG 2019) è già al collasso ma si dovrà realizzare una stazione con vasca di sollevamento su via Guerrini e poi oltre 1 chilometro di fognatura lungo via Carloni fino a Pantano. L’edificazione di queste torri sarà devastate dal punto di vista dell’impatto sul territorio che a soli pochi metri è tutelato come di alto valore dal Piano Paesaggistico e sulla residenza limitrofa per l’enorme e improvviso salto di scala visto che essa è formata da minute casette a due piani le quali assieme al campo da calcio del Muraglia saranno perennemente adombrate da questi enormi volumi».
Che fare? «È necessario che i residenti si mobilitino perché nel 2024 non è più ammissibile continuare con le politiche edificatorie previste 25 anni fa a ridosso del più pericoloso torrente della vallata, in deroga all’attuale legge sul rischio idrogeologico. Oltre all’enorme volume di oltre 1.250.000 mc possibili per l’Ospedale e i circa 37.000 mc di questo comparto, in futuro ne sono previsti fino a 30.000 mc circa per il comparto lungo via Lombroso e fino a 60.000 mc per il comparto lungo via dei Colli, per una edificazione globale che trasformerà la verde Muraglia in quella che non stento a definire la valle degli ecomostri. Per questo chiedo al sindaco di comportarsi da amministratore moderno e avveduto nei confronti del territorio e dei suoi cittadini ripensando questa pianificazione fuori dal tempo perché impattante sotto tutti punti di vista».
Non è tutto. “Lo faccio per i miei nipoti”. Esposto contro l'ospedale a Muraglia, l'ex vicesindaco Mosconi: «Grave rischio idrogeologico, fermate l'iter». Paventa un danno plurimo: erariale, ambientale e sanitario. Ha presentato un esposto a tutte le istituzioni potenzialmente interessate, a partire dalla magistratura penale e contabile. L’ex presidente dell’Usl 3 ed ex vicesindaco di Pesaro Mauro Mosconi ha deciso di combattere una battaglia della vita contro il nuovo ospedale di Muraglia, i cui lavori dovrebbero iniziare entro l’anno, secondo l’impegno della Regione, laddove pulsa una città della salute, che nel frattempo dovrà essere sgomberata da gran parte dei servizi ospedalieri e sanitari con uno straordinario sforzo logistico e finanziario mentre alcune cruciali prestazioni (come i ricoveri di oncologia e ematologia) conviveranno con il cantiere dell’opera per almeno tre anni.
«Quella di Muraglia è manifestamente un’area inadeguata per il nuovo ospedale - protesta Mosconi -, franosa e al limite di zone esondabili anche a rischio molto elevato per il torrente Genica. Ho presentato una denuncia querela e non mi fermo. Non lo faccio per me, perché io l’opera finita non lo vedrò, ma per i miei nipoti, che hanno diritto ad avere un ospedale sicuro».
Le criticità di tale ubicazione l’ex vicesindaco le ha segnalate ai Ministeri della salute e dei lavori pubblici, alla Prefettura di Pesaro Urbino, alla Protezione civile di Ancona, alla Corte dei Conti delle Marche e alle istituzioni europee di Strasburgo e Bruxelles (per quanto i fondi usati siano prevalentemente di fonti statale e regionale), spedendo con un corriere espresso un faldone di 250 pagine comprensivo di una serie di relazioni e documenti allegati all’esposto. Il corposo dossier lo ha consegnato a mano alla procura della Repubblica presso il Tribunale di Pesaro (il timbro sulla copia è del 10 gennaio 2024) perché fosse inviato per competenza territoriale alla procura della Repubblica di Ancona.
Mauro Mosconi chiede alle autorità interpellate di intervenire contro «condotte - si legge nell’atto - che ritengo contrarie alla legge, al bene comunale, all’ambiente, specificamente per l’individuazione del sito e la costruzione della nuova struttura ospedaliera della città di Pesaro, al fine di evitare un ulteriore disastro ambientale». In particolare, viene contestata l’opera del gruppo di lavoro paritetico (formato da Franco Arceci, Mauro Moretti, Maurizio Severini per il Comune e Mario Becchetti, Nardo Goffi, Filippo Masera per la Regione) che ha optato per Muraglia nel confronto con il sito di Case Bruciate.
Mosconi se la prende nell’esposto col precedente sindaco Matteo Ricci (attuale europarlamentare del Piddì, già in corsa per la poltrona di governatore della Regione Marche dal 2025), che ha esercitato una «fortissima pressione» per Muraglia annunciando prima della formazione della commissione tecnica che avrebbe contrastato qualsiasi scelta diversa e il Comune non avrebbe rilasciato i permessi di costruire. «Un ricatto istituzionale» sintetizza l’ex vicesindaco.
Nel gruppo di lavoro mancavano un geologo, un ingegnere idraulico e un architetto paesaggista, competenze necessarie proprio per la tipologia del sito di Muraglia evidenzia Mosconi. Otto sono i rilievi critici mossi all’analisi svolta, il vulnus principale, nel capitolo “Sostenibilità ambientale e urbanistica” della relazione finale, è l’assenza delle problematiche idrogeologiche, che nello studio del 2014 dell’azienda Marche Nord per l’ospedale unico costituivano il motivo ostativo alla scelta di Muraglia (criticità evidenziate anche nello studio comparativo della Provincia del 2011).
Considerando che il «rischio idrogeologico è diventato un’assoluta priorità nazionale - evidenzia l’esposto - come è possibile omettere integralmente quanto già certificato per il sito di Muraglia, che è situato in un cul de sac, stretto tra una collina a monte di natura argillosa, impermeabile, dichiaratamente franosa e una zona a rischio esondazione di massimo livello R4 a valle? Non solo, la stessa area edificabile si trova sopra una falsa acquifera affiorante».
Secondo Mosconi, un caso da manuale in relazione al quale le linee strategiche di mitigazione del rischio escludono la realizzazione di una struttura sensibile come un ospedale, che deve essere pienamente funzionale proprio durante le calamità. Evidenze non riportate nella relazione tecnica probabilmente per la citazione della variante del 2019 al Prg, che prevede un insediamento ospedaliero ancora più massiccio e che è stata sottoposta a valutazione ambientale strategica e valutazione di incidenza, per le quali «sono stati impatti significativi sull’ambiente».
Nell’esposto si segnala che il rischio idrogeologico a Muraglia «aumenterà per la massiva impermeabilizzazione del suolo dovuta alla grande struttura ospedaliera e alle sue infrastrutture ma anche alla concomitante e prossima costruzione del casello autostradale di Pesaro Sud che verrà realizzato cancellando la prevista cassa di espansione del Genica nel suo ramo di Santa Veneranda, impattando anche su questo abitato».
L’esposto mette in evidenza anche le criticità urbanistico ambientali. La variante al piano regolatore generale approvata nel luglio 2019 «ha previsto una smisurata crescita delle volumetrie insistenti sul delicato sito, passando dai circa 18mila metri quadrati presenti a 250mila e quindi con un aumento pari al 1.400% del costruito. Questo incremento, in virtù dell’esiguità dello spazio a disposizione a causa delle zone esondabili e della collina franosa, ha costretto di conseguenza a deliberare lo sviluppo consentito del volume fino all’altezza di 50 metri, inedita su tutta la vallata della città di Pesaro».
Ma questo non è l’unico problema. Il documento segnala le previsioni di edificazioni già presenti nel Prg in siti limitrofi: «Circa 50mila metri cubi corrispondenti da realizzare lungo il corso del torrente Genica su strada dei Colli, circa 25mila metri cubi su via Lombroso e altri 30mila circa su via Terzi, per un totale di 105mila metri cubi». L’esposto l'ex vicesindaco rileva che il professor Secchi aveva previsto il nuovo ospedale di Pesaro a Villa Fastiggi in un’area idrogeologicamente sicura, ampia, pianeggiante e servita dalle infrastrutture: questo sito non è stato neanche preso in considerazione.
Infine, se a Muraglia avverrà un’esondazione con danno alla cosa pubblica e pericolo per i cittadini chi, domanda Mauro Mosconi, «tra Regione, Comune, tecnici e organi istituzionali superiori si prenderà la responsabilità» della costruzione dell’ospedale in una zona idrogeologicamente fragile?
Ecco cosa si legge nelle relazioni
tecniche ufficiali redatto nel gennaio 2005 dallo Studio Tecnico
Associato Geologi Specialisti Enrico Gennari, Donato Mengarelli,
Federico Biagiotti, su commissione del Comune di Pesaro:
«Non si sono avute invece informazioni, seppur ripetutamente richieste, sulle caratteristiche delle realizzande casse d’espansione sul T. Genica sui rami di S. Veneranda e di Muraglia, così come non è stato possibile analizzare i risultati del modello fisico realizzato in occasione della redazione del progetto esecutivo dei lavori di sistemazione della confluenza Genica di Muraglia Genica di S. Veneranda (Intertecno e Prof. Bizzarri)... il F. Foglia ed il T. Genica devono essere trattati come due corsi d’acqua dal comportamento sostanzialmente diverso, anche se i fenomeni che determinano il rischio, nei due casi, sono sostanzialmente gli stessi e sono riconducibili a fenomeni di esondazione per sormonto arginale ed allagamento per rigurgito della rete delle acque meteoriche. Molto diversi, invece, sono le durate dei colmi di piena, semplificate... cautelativamente in 2 ore per il Genica ed in 6 ore per il Foglia e, di conseguenza, anche i volumi di allagamento (ed i tiranti), come così pure l’energia nei canali si esondazione ad essi associati... Sul torrente Genica un contributo importante al fenomeno di allagamento per eventi di precipitazione con tempo di ritorno maggiore di 25 anni è dato dall’inadeguatezza della rete urbana di drenaggio delle acque meteoriche. L’incapacità del corso d’acqua a ricevere i contributi dalle zone urbanizzate poste nella parte finale del bacino (di notevole estensione se confrontate all’intero bacino nel suo complesso), i cui sbocchi risultano rigurgitati per piene associate a tr = 25 anni (tempo medio di dimensionamento delle reti delle acque meteoriche) produce un incremento nei volumi delle aree depresse, in alcuni casi significativo in rapporto a quello derivante dai soli fenomeni di esondazione...».
Attenzione. Sul portale Internet dell'ente Provincia è testualmente scritto: «Il Rio Genica sorge in Comune di Pesaro, in prossimità di Trebbio di Candelara e sfocia nel Mare Adriatico in corrispondenza dello stesso capoluogo di provincia. La superficie del suo bacino idrografico è di circa 25 Kmq, la sua asta principale, che ha una lunghezza di circa 6 Km, è orientata in direzione antiappenninica. Il regime idraulico è di tipo torrentizio. I suoi affluenti principali, dalla destra orografica, sono il Fosso dei Condotti ed il Fosso di Trebbiantico. Le esondazioni che si verificano alla confluenza tra il Rio Genica ed il Fosso Genica in occasione di eventi meteorologici eccezionali, sono imputabili alla ridotta sezione di deflusso dell’alveo, incapace di accogliere e far defluire le acque verso esso convogliate. Fra le concause del fenomeno risultano di carattere dominante i numerosi interventi antropici effettuati, anche illegalmente, lungo tutto il tratto urbano del Genica, canalizzato e cementato, che riducono la sua sezione rallentando la velocità di deflusso delle acque (già peraltro frenate dalla brusca deviazione, ad angolo retto, che subiscono alla confluenza con il Rio Genica) diminuendone la capacità di smaltimento. Ulteriori problemi di esondazione, legati alla presenza di manufatti (ponti, Finsider) che restringono la sezione di deflusso ed ai fenomeni di rigurgito prodotti dalle fognature che recapitano sul Genica, esistono in prossimità del ramo di S. Veneranda, in località Pantano, Celletta, via Belgioioso ed in località S. Veneranda, dove i problemi di e fondazione sono legati a scarsa manutenzione dell’alveo e/o regimazione dei versanti, presenza del ponte di S. Castagni con impalcato basso e parzialmente interrato, vicinanza degli edifici al corso d’acqua con problemi di smaltimento delle fognature.
Pesaro - foto Gilan |
Dov'è la legalità? Reati ecomafiosi o condotte fuorilegge, alla popolazione resta sul groppone una città dove i palazzoni sono spuntati al posto dei funghi, dove il cemento verticale ha modificato la vista e gli orizzonti e dove la rendita immobiliare sta divorando ogni spazio libero. Con questa scellerata urbanistica da luna park i grattacieli facili innescano a catena dinamiche di gentrificazione spinta tipica delle città sospinte al degrado. Pesaro rischia di diventare la città premium che attira sempre più turisti, divora suolo e rende difficoltosa la vita ai suoi abitanti. La bellezza di una città non si misura dall'espansione cementizia ma dall'altezza dei suoi sogni e dalla tutela della vita.
Riferimenti:
“Studio sul rischio di inondazione del T. Genica” (Settembre ’99 - Regione Marche Servizio Decentrato OO.PP. E Difesa del Suolo di Pesaro - ns. Rif.04/99);
“Studio sul rischio idrogeologico-idraulico del Torrente Genica – Revisione ed aggiornamento” – (ns. rif. 70/01) – Comune di Pesaro – Novembre 2001;
“Studio per la valutazione dei rischi di esondazione ed alluvionamento nel tratto finale del fiume Foglia” (ns. rif. 563/98).
https://www.provincia.pu.it/novita/notizie/visualizza/contenuto/nuova-cartografia-del-pai
https://www.comune.pesaro.pu.it/aree-tematiche/edilizia-privata/normativa/mitigazione-generale/
https://www.regione.marche.it/Regione-Utile/Paesaggio-Territorio-Urbanistica/id_22929/5335
https://www.consiglio.marche.it/banche_dati_e_documentazione/iter_degli_atti/paa/pdf/d_am111.pdf
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2022/05/10/22A02779/SG
https://www.grusol.it/apriInformazioniN.asp?id=9298
https://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/torri-muraglia-j063j093
https://www.centropagina.it/pesaro/pesaro-muraglia-torri-12-piani-impatto-devastante/
Nessun commento:
Posta un commento
Gradita firma degli utenti.