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di Gianni Lannes
Quando il mostro sembrava per sempre sconfitto, dopo un'epica battaglia senza prigionieri. Ecco la guerra all'ambiente dello Stato tricolore nel Belpaese, sempre piu' ex giardino d'Europa: nessun beneficio per il territorio, gia' martoriato dall'Enichem in passato e mai realmente bonificato, come attesta la presenza di mercurio nel sottosuolo litoraneo e nei sedimenti marini, nonche' in seguito inquinato dalla Marcegaglia (inceneritore di rifiuti), con l'avallo di Fitto, Vendola, Campo, Rotice, Riccardi e compagnia bella.
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Insomma, come distruggere
l'Italia ed annichilire gli italiani, calpestando al contempo il buon
senso, le normative a salvaguardia della natura e della storia. Dopo
il carbone e addirittura il nucleare il cosiddetto “governo dei
migliori”, grazie al ministro anti-ecologico Roberto Cingolani (spuntato dal nulla), che
porta il progetto in Consiglio dei ministri, il governo Draghi si
accinge a sbloccare l'avvio dei lavori in riva all'Adriatico, proprio
dove insiste sul fondale marino un gigantesco tappeto di micidiali ordigni
caricati con aggressivi chimici (proibiti dalla Convenzione di
Ginevra) targati United States of America. Ma per caso mister Britannia confonde Gpl con Gnl? Perche' nel Mezzogiorno d'Italia gli autoctoni sono trattati peggio degli indigeni nigeriani?
A Manfredonia, la società per azioni Energas ha richiesto autorizzazione per realizzare un deposito costiero di Gpl, con annesso gasdotto di collegamento al porto industriale ed al raccordo ferroviario della stazione Frattarolo della società Energas s.p.a. (già Isosar s.r.l.), in zona di rilievo archeologico Santo Spiriticchio, tagliando in due cio' che sopravvive alla modernita' dell'antica Sipontum. Nel 2015 e nel 2016, l'attuale ministro poltronificato alla Farnesina, tale Luigi Di Maio, si dichiaro' pubblicamente contrario. Peraltro, a proposito di palesi diseconomie: il Gpl non è più ritenuto combustibile indispensabile al fabbisogno nazionale.
Il 2 ottobre 2019, il ministro Stefano Patuanelli affermò testualmente in Parlamento che: «(...) Ogni tipo di determinazione politica non prescinderà dall'esigenza da un lato di rispettare il territorio interessato e dall'altro dalla necessità di tutelare i cittadini di quel territorio, anche e soprattutto all'esito del referendum consultivo sul tema, che ha dato un risultato evidente di contrarietà dei cittadini a questo intervento». Infatti, referendum consultivo del 13 novembre 2016, con oltre il 95 per cento dei votanti, ha decretato la netta contrarietà dei cittadini di Manfredonia alla realizzazione di tale impianto. E l'altro giorno il Consiglio comunale sipontino ha all'unanimita', nonostante le solite schermaglie speculative - ha ribadito la ferma opposizione della citta' al nefasto progetto targato Kuwait Petroleum.
Eppure, incredibilmente, la soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per le province di Barletta-Andria- Trani e Foggia (con provvedimento prot. n. class. 34.43.04/15.2 del 2 novembre 2020), dopo aver espresso un precedente parere negativo nel 2018, – avente a oggetto «parere paesaggistico di competenza» – ha espresso parere favorevole alla richiesta di installazione del deposito di gpl della Energas s.p.a., precisando che tale parere favorevole «condurrà verosimilmente alla conclusione in senso favorevole anche della conferenza di servizi indetta dal Ministero dello sviluppo economico per il rilascio dell'autorizzazione unica all'installazione del progettato deposito costiero di gpl nel comune di Manfredonia». Anche la Regione Puglia ha espresso parere favorevole, nonostante le promesse elettorali del doppiogiochista del piddi' Michele Emiliano.
Il presidente di Energas, tale Menale, ha dichiarato che la sua azienda «non avrebbe mai iniziato i lavori se la comunità di Manfredonia non l'avesse accolto favorevolmente», di fatto rinunciando alla sua installazione. Insomma, tutte chiacchiere fritte al vento.
Il famigerato progetto della
Energas s.p.a. (presentato dall'Isosar nel 1997 e poi bocciato dalle
autorita') rientra tra le attività «a rischio di incidente
rilevante» - di cui al decreto legislativo n. 334 del 1999, e
successive modificazioni - e prevede 12 serbatoi tumulati (il
deposito il più grande d'Europa) e la realizzazione di un gasdotto
in parte sulla terraferma e in parte in mare, collegato ad una linea
ferroviaria adiacente la base militare dell'AMI di Amendola, dove
sono stanziati droni da guerra e cacciabombardieri a portata nucleare
F-35. In altri termini, con un colossale deposito di gas di petrolio liquefatto ad un soffio da una base NATO di guerra, Manfredonia e la Capitanata diventano il target europeo e nazionale da colpire come nel 1943, con i bombardamenti anglo-americani ("alleati") su Foggia (rasa al suolo al 75 per cento per via degli aeroporti militari limitrofi e dello snodo ferroviario strategico), da parte di Nazioni ostili.
Numerosi sono i motivi ostativi alla sua realizzazione, ampiamente documentati da alcuni dossier (sulla base di inchieste giornalistiche) inviati da numerose associazioni al governo tricolore, compreso il risultato del referendum consultivo del 13 novembre 2016, che, con oltre il 95 per cento dei votanti, ha decretato la netta contrarietà dei cittadini di Manfredonia alla realizzazione del pericoloso deposito in questione.
Il 5 dicembre 2018, presso il
Ministero dello sviluppo economico, si è tenuta la
terza
conferenza dei servizi durante la quale il comune di Manfredonia ha
depositato il parere paesaggistico negativo all'insediamento del
deposito. La Regione Puglia, assente in tale occasione, si è più
volte pubblicamente espressa negativamente in merito al progetto
Energas; inoltre, nella conferenza dei servizi del 22 ottobre 2015 ha
affermato che «il governo regionale non può ignorare la decisa
ostilità del territorio, ritenendo che non si possano fare impianti
contro la volontà della popolazione locale». La Soprintendenza
archeologia, belle arti e paesaggio per le province
Barletta-Andria-Trani e Foggia ha annullato, in autotutela, per
riscontrate violazioni, il parere favorevole all'opera
precedentemente fornito. Inoltre, il Ministero dello sviluppo
economico, anche alla luce del parere paesaggistico negativo del
Comune di Manfredonia, ha chiesto alla regione Puglia di esprimere
intesa positiva o negativa, non ricevendo ad oggi alcuna risposta.
Infine, documentate notizie di stampa indicano la società Energas spa tra le finanziatrici del partito “Italia Viva” di Matteo Renzi, attualmente al governo con Mario Draghi, “quel vile affarista” cosi' definito a suo tempo, dal presidente della Repubblica Francesco Cossiga.
Riferimenti:
Gianni Lannes, Bombe a...mare!, Luigi Pellegrini editore, Cosenza, 2018.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=energas
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=amendola
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=manfredonia
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=emiliano
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=di+maio
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=eni
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=rotice
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=riccardi
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=draghi
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=cingolani
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=vendola
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=marcegaglia
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