foto Gilan |
Oggi chi sono i cinquantenni? Sono i bambini degli anni '60, gli adolescenti degli anni '70 e i ragazzi degli anni '80 che magari ancora ricordano la strage di Ustica e non dimenticano quella tremenda di Bologna.
Sono quelli che non avevano il telefonino, il computer e il digitale comodino. Quelli che rimiravano un fiore per ore e guardavano poco o niente la televisione.
Sono quelli in bianco e nero che avevano giocato per strada con biglie, tappi e figurine. Quelli che tiravano calci al pallone ovunque e non avevano le merendine.
Sono quelli che uscivano in motorino senza casco e con i capelli bagnati in primavera, estate, autunno, inverno, anche quando rincasavano con le stalattiti di ghiaccio in testa.
Sono quelli che a dieci primavere sognavano di avere gia' 14 anni, ma non avevano l'aria condizionata, ma solo il fuoco nel camino. Quelli del sistema analogico e del tempo ciclico nel corso delle quattro stagioni.
Sono quelli che si incontravano al solito posto, perche' non c'era bisogno di ritrovarsi in un locale all'apericena. C'era sempre all'aria aperta un muretto, una panchina, una fontana, un albero, un prato, un mare, un lago, un fiume o un belvedere.
Sono quelli che andavano minimo in due sul motorino e almeno in sei nella 500, dopo aver messo faticosamente insieme i soldi per il carburante.
Sono quelli che la cosa piu' importante era trovarsi per la gioia di stare insieme in compagnia con un sorriso o una battuta. Sono quelli che si scambiavano i dischi di vinile e le musicassette preferite e che registravano col mangianastri dalla radio, cercando di stoppare prima che il dj ci parlasse sopra. E poi con una matita tornavano indietro per riascoltare il primo brano.
Sono quelli delle prime radio libere in Italia e delle assemblee dibattute contro la guerra e la pena di morte. Quelli che amavano il cinema, il teatro, la poesia e pure la filosofia, ma non disdegnavano il gusto della semplice anarchia ed erano innamorati dell'ecologia.
Sono
quelli che quando occupavano per davvero scuole e universita', chi
comandava se la faceva sotto dalla fifa. Quelli che piu' di tutti nel Belpaese hanno vissuto appieno la liberta'.
Sono quelli che componevano un numero di telefono della Sip per sapere l'ora esatta e usavano i gettoni telefonici per le chiamate dalle cabine in strada.
Sono quelli che durante le vacanze estive si cercavano un lavoro in tanti per non chiedere i soldi ai genitori. Quelli che erano obbligati dai genitori a faticare dalla piu' tenera eta'. Sono quelli che facevano l'autostop, perche' i soldi minuziosamente risparmiati per una vacanza finivano in un amen.
Sono quelli: gli sciami di ragazzi spensierati, pacifici e allegri che sulla vespa e sul ciao, come oggi non se ne vedono piu' in giro; ne' la vespa, ne' il motorino ne' i ragazzi allegri e spensierati.
Sono quelli che con 50 lire giocavano a bigliardino e con 100 sceglievano due canzoni al juke box. Quelli che andavano a ballare quando potevano d'estate e quando uscivano all'una di notte, si facevano una pizza e poi accendevano un falo' sulla spiaggia a rimirare le stelle.
Sono quelli che d'inverno facevano l'amore in macchine malandate e con i sedili rigorosamente non reclinabili.
Sono quelli che le mazzate (metaforiche e fisiche) le hanno prese gia' da piccoli, sia a casa che a scuola. Quelli cresciuti senza il telefono azzurro.
Sono quelli che hanno respirato nubi di fumo alla nicotina ovunque e smog della benzina super e adesso hanno anticorpi invulnerabili.
Sono quelli che le mascherine le indossano soltanto a Carnevale e non per due anni consecutivi senza fiatare fino a schiattare.
Sono
quelli che non gli fa paura nulla e nessuno, neanche la minaccia del cosiddetto vaccino
sperimentale imposto da Draghi&Speranza. Percio' sappiate che e'
fatica inutile cambiarli quelli, trattarli da cavie o tentare di
spaventarli. Lasciate perdere questi irriducibili: non e' pane per i denti di qualcuno o per le attuali mezze tacche in circolazione.
Sono
quelli che o tutti o nessuno. Almeno nello Stivale sono quelli piu'
unici e piu' belli. Quelli di una generazione irripetibile. Quelli che anche quando non ci sono piu' sono sempre presenti nei bei ricordi.
Sono quelli che sognano sempre ad occhi aperti e non dimenticano mai il valore dell'amicizia e il significato spirituale dell'amore.
Sono quelli piu' puri, oggi ancora meravigliosi bambini dentro.
Gilan
Secondo me noi abbiamo vissuto veramente ero molto più felice allora che oggi! Iragazzi di oggi non si divertono, non vivono, non amano, non lottano vme abbiamo fatto mai!
RispondiEliminaCondivido tutto al 110 %
Elimina