di
Gianni Lannes
La scuola pubblica non è un'azienda. Spegnere lo schermo e accendere la mente. Occorre umanità e sensibilità, non il distanziamento sociale che pretendono di inoculare nel corpo sociale grazie ad un pretesto virale, per farlo abituare al peggio. Contano empatia, contatto, gioco, emozioni non virtuali. Invece, per chi si è appena affacciato alla vita è pronto un mondo artificiale, confezionato dal sistema di dominio globale sulla scia del controllo elettronico totalitario ed autoritario. Pensate al semplice fatto che dal 5 marzo scorso soprattutto i bambini sono prigionieri in casa. Non incontrano più altri bambini: non giocano più tra loro all'aria aperta, sotto il benefico sole. Per loro, al massimo, ci sono le connessioni alla Rete a partire dalle elementari. Maestre e maestri ma vi rendete conto e fate finta di niente? Pensate per un attimo, a questo micidiale danno inferto dai crassi ed eterodiretti politicanti analfabeti funzionali del belpaese, ai pargoli della nazione, alle creature che rappresentano presente e futuro. Andrebbero protetti da questa barbarie in corso, invece. Peraltro, il Comitato tecnico scientifico, il 4 marzo era contrario alla chiusura delle scuole: "Mancano le evidenze scientifiche sull'efficacia della chiusura ai fini di un contenimento dei contagi", fu la posizione unanime degli esperti. Eppure il Conte bis ha tirato avanti per la sua strada autoritaria ed incostituzionale (fuorilegge), trasformando madri e padri in carcerieri dei propri figli. Ora, addirittura, pretendono di diseducare i bambini alla distanza sociale mediante i campi scuola estivi. Grazie all'accondiscenza generale degli adulti, al peggio sembra non esserci fine nello Stivale. Ecco, infatti, cosa vuole fare addirittura la ministra Bonetti, una da trattamento sanitario obbligatorio.
La tecnologia non può sostituirsi al rapporto umano, né alla scuola come comunità. Dunque, ecco l'argomento cruciale, dopo la virus fobia inculcata dai mass media. I telefonini oltre che palesemente diseducativi (in Francia sono vietati a scuola), sono propagatori di elettrosmog che nuoce alla salute psico-fisica, soprattutto dei più piccoli. Ma presidi ed insegnanti che incoraggiano l'uso e sovente l'abuso di simili apparecchi, sono minimamente al corrente di rischi e pericoli in agguato? Non è tutto.
La tecnologia non può sostituirsi al rapporto umano, né alla scuola come comunità. Dunque, ecco l'argomento cruciale, dopo la virus fobia inculcata dai mass media. I telefonini oltre che palesemente diseducativi (in Francia sono vietati a scuola), sono propagatori di elettrosmog che nuoce alla salute psico-fisica, soprattutto dei più piccoli. Ma presidi ed insegnanti che incoraggiano l'uso e sovente l'abuso di simili apparecchi, sono minimamente al corrente di rischi e pericoli in agguato? Non è tutto.
Mentre
quasi la metà delle scuole pubbliche italiane cade a pezzi e non è
a norma (come attesta l'ultimo rapporto tecnico del MIUR), manca
l'essenziale come ad esempio le lavagne elettroniche funzionanti e
pure il sapone oltre alla carta igienica, la ministra al ramo Azzolina
(quella accusata di aver copiato la sua tesi dai manuali
specialistici) ha stanziato le briciole, cioè un'elemosina di 75
milioni di euro da spendere per i tablet agli studenti. Insomma, una
trovata ridicola per la sgangherata didattica a distanza, che ha la
pretesa di avere a lungo interconnessi in Rete, bambini e ragazzini,
appoggiata malamente su piattaforme alquanto discutibili come
WeSchool.
Ora
salta fuori uno studio che risponde alla principale domande di tanti genitori: a che età
è giusto fornire un cellulare ai pargoli? Regalarlo precocemente
rischia di avere un impatto negativo sullo sviluppo neurologico dei
minori? A frnre risposte è adesso un rapporto dell'università di
Milano-Bicocca, intitolato “L'età dello smartphone, per il centro
ricerca "Benessere Digitale". Lo studio è fondato
su un campione di 3.300 studenti delle superiori che hanno
partecipato ad un'indagine realizzata nelle province di Milano e
Monza-Brianza nel 2018. Il 98,8 pr cento degli adolescenti possedeva
appunto uno smartphone.. La sintesi è che “scegliere di dare un
telefono ai figli prima degli 11 anni può avere un impatto negativo
sulle persone che saranno a 16 e potenzialmente sugli adulti che si
preparano a diventare domani.
La prima risposta offerta da questo studio è una conferma: nelle famiglie con meno risorse socio-culturali lo smartphone entra prima. In altri termini, viene dato anche anche ai bambini. Tanti degli intervistati (8,9 per cento) aveva in mano il cellulare fin dalla terza elementare. Le conseguenze di una convivenza anticipata col cellulare si sentono. Sia in termini di dipendenza – il conto delle tante ore trascorse allo schermo, appena svegli o di notte, durante la cena o nei momenti di svago. Ma soprattutto in termini di de-crescita culturale. Dalla ricerca emerge infatti “in maniera ripetuta un'associazione negativa tra l'età precoce di arrivo del primo smartphone personale” e lo sviluppo di competenze in italiano, oltre che di capacità creative nell'utilizzo stesso degli strumenti digitali. insomma, avere in mano un cellulare troppo presto riduce le abilità digitali, anziché potenziarle; paralizza la possibilità di imparare a usare in modo utile e creativo le tecnologie.
Durante
questa reclusione forzata “in questo periodo di emergenza si
registra una familiarizzazione anticipata e intensificata, da parte
di bambini e adolescenti, con gli strumenti della didattica a
distanza, in particolare con i computer e i tablet”, riflettono gli
autori della ricerca.
L'ultimo
decreto stabilisce l'obbligo di fornire didattica a distanza, ma
spesso mancano gli strumenti di base. Le lezioni su schermo rischiano
di essere comunque solo un mero parcheggio e non uno strumento per
diventare più capaci. In ogni caso, il paradigma deleterio è sempre
quello del calcolo improntato sul profitto ma non imperniato
sull'etica. Lo confermano anche le risposte dell'Osservatorio "Scuola
a distanza" di Skuola.net, aggiornate ogni settimana su un bacino di
25 mila studenti, fra medie e superiori. Fra i problemi principali
segnalati dagli studenti ci sono soprattutto la connessione, il
disordine sugli orari e sui modi con cui i professori entrano in
contatto con loro,un carico eccessivo di compiti e la paura emergente
ce le valutazioni non siano realistiche. E deludano così, o rendano
frustrante l'impegno per chi studia.
Le
lezioni in classe sono un'altra cosa: è impensabile chiudere le
scuole per un anno, o ad oltranza. La scuola digitale non è scuola: "educati all'umanità, ai valori, al rispetto umano. Ecco perché i
bambini sono la speranza di un futuro buono” raccomanda la
pedagogista Luisa Piarulli. In questo disastro governativo e
nella Babele in corso, non si è ancora udita una voce critica levarsi
dal mondo della scuola, a parte quella isolata della professoressa Piarulli.
La scuola è accoglienza, condivisione nello stare bene insieme, scambio di opinioni, un insieme di emozioni e non può rispondere assolutamente al distanziamento sociale. La didattica a distanza non ha valore educativo, perché non c'è confronto tra bambini, tra insegnanti e discenti. Senza questi scambi non può esserci insegnamento. Chiudere la scuola e obbligare i bambini al distanziamento sociale, nonché all'isolamento, vuol dire negare il futuro ed il progresso a un'intera nazione. Ciò che ogni adulto, soprattutto gli insegnanti non devono mai dimenticare: i bambini arricchiscono il bagaglio culturale ma soprattutto umano di ogni insegnante; anche se molti ritengono che sono loro ad insegnare ai bambini. La fantasia di un bambino è linfa vitale per un adulto.
La didattica a distanza non è ciò di cui i nostri figli hanno bisogno. Loro necessitano di contatto fisico con i coetanei, un confronto quotidiano. E meritano insegnanti capaci di comprendere cosa sia educare, insegnare ai bambini ad avere fiducia in loro stessi. Per gli esseri umani con un'anima, un altro futuro, non scontato e preconfezionato dall'alto, è ancora possibile? Non esiste il deus ex machina: tocca a noi, ora, porre fine all'incubo.
Riferimenti:
https://www.orizzontescuola.it/coronavirus-fase-due-fase-treverso-il-cambiamento-verso-una-pedagogia-tecnologica/
https://luisapiarulli.wordpress.com/2020/04/09/il-futuro-possibile-scuola-e-umanesimo-digitale/
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/03/virus-fobia-scolastica.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=weschool
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=scuole+a+rischio
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/01/fantastica-larte-di-inventare-storie.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/04/coronavirus-controllo-totale-elettronico.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=elettrosmog
https://www.orizzontescuola.it/coronavirus-bonetti-spazi-gioco-bambini-per-educarli-in-vista-del-rientro-a-scuola/
La scuola è accoglienza, condivisione nello stare bene insieme, scambio di opinioni, un insieme di emozioni e non può rispondere assolutamente al distanziamento sociale. La didattica a distanza non ha valore educativo, perché non c'è confronto tra bambini, tra insegnanti e discenti. Senza questi scambi non può esserci insegnamento. Chiudere la scuola e obbligare i bambini al distanziamento sociale, nonché all'isolamento, vuol dire negare il futuro ed il progresso a un'intera nazione. Ciò che ogni adulto, soprattutto gli insegnanti non devono mai dimenticare: i bambini arricchiscono il bagaglio culturale ma soprattutto umano di ogni insegnante; anche se molti ritengono che sono loro ad insegnare ai bambini. La fantasia di un bambino è linfa vitale per un adulto.
La didattica a distanza non è ciò di cui i nostri figli hanno bisogno. Loro necessitano di contatto fisico con i coetanei, un confronto quotidiano. E meritano insegnanti capaci di comprendere cosa sia educare, insegnare ai bambini ad avere fiducia in loro stessi. Per gli esseri umani con un'anima, un altro futuro, non scontato e preconfezionato dall'alto, è ancora possibile? Non esiste il deus ex machina: tocca a noi, ora, porre fine all'incubo.
Riferimenti:
https://www.orizzontescuola.it/coronavirus-fase-due-fase-treverso-il-cambiamento-verso-una-pedagogia-tecnologica/
https://luisapiarulli.wordpress.com/2020/04/09/il-futuro-possibile-scuola-e-umanesimo-digitale/
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/03/virus-fobia-scolastica.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=weschool
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=scuole+a+rischio
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/01/fantastica-larte-di-inventare-storie.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/04/coronavirus-controllo-totale-elettronico.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=elettrosmog
https://www.orizzontescuola.it/coronavirus-bonetti-spazi-gioco-bambini-per-educarli-in-vista-del-rientro-a-scuola/