20.4.20

UNO SCHERMO A DISTANZA NON E' SCUOLA!


di Gianni Lannes


La scuola pubblica non è un'azienda. Spegnere lo schermo e accendere la mente. Occorre umanità e sensibilità, non il distanziamento sociale che pretendono di inoculare nel corpo sociale grazie ad un pretesto virale, per farlo abituare al peggio. Contano empatia, contatto, gioco, emozioni non virtuali. Invece, per chi si è appena affacciato alla vita è pronto un mondo artificiale, confezionato dal sistema di dominio globale sulla scia del controllo elettronico totalitario ed autoritario. Pensate al semplice fatto che dal 5 marzo scorso soprattutto i bambini sono prigionieri in casa. Non incontrano più altri bambini: non giocano più tra loro all'aria aperta, sotto il benefico sole. Per loro, al massimo, ci sono le connessioni alla Rete a partire dalle elementari. Maestre e maestri ma vi rendete conto e fate finta di niente? Pensate per un attimo, a questo micidiale danno inferto dai crassi ed eterodiretti politicanti analfabeti funzionali del belpaese, ai pargoli della nazione, alle creature che rappresentano presente e futuro. Andrebbero protetti da questa barbarie in corso, invece. Peraltro, il Comitato tecnico scientifico, il 4 marzo era contrario alla chiusura delle scuole: "Mancano le evidenze scientifiche sull'efficacia della chiusura ai fini di un contenimento dei contagi", fu la posizione unanime degli esperti. Eppure il Conte bis ha tirato avanti per la sua strada autoritaria ed incostituzionale (fuorilegge), trasformando madri e padri in carcerieri dei propri figli. Ora, addirittura, pretendono di diseducare i bambini alla distanza sociale mediante i campi scuola estivi. Grazie all'accondiscenza generale degli adulti, al peggio sembra non esserci fine nello Stivale. Ecco, infatti, cosa vuole fare addirittura la ministra Bonetti, una da trattamento sanitario obbligatorio.
 




La tecnologia non può sostituirsi al rapporto umano, né alla scuola come comunità. Dunque, ecco l'argomento cruciale, dopo la virus fobia inculcata dai mass media. I telefonini oltre che palesemente diseducativi (in Francia sono vietati a scuola), sono propagatori di elettrosmog che nuoce alla salute psico-fisica, soprattutto dei più piccoli. Ma presidi ed insegnanti che incoraggiano l'uso e sovente l'abuso di simili apparecchi, sono minimamente al corrente di rischi e pericoli in agguato? Non è tutto.

Mentre quasi la metà delle scuole pubbliche italiane cade a pezzi e non è a norma (come attesta l'ultimo rapporto tecnico del MIUR), manca l'essenziale come ad esempio le lavagne elettroniche funzionanti e pure il sapone oltre alla carta igienica, la ministra al ramo Azzolina (quella accusata di aver copiato la sua tesi dai manuali specialistici) ha stanziato le briciole, cioè un'elemosina di 75 milioni di euro da spendere per i tablet agli studenti. Insomma, una trovata ridicola per la sgangherata didattica a distanza, che ha la pretesa di avere a lungo interconnessi in Rete, bambini e ragazzini, appoggiata malamente su piattaforme alquanto discutibili come WeSchool.

Ora salta fuori uno studio che risponde alla principale domande di tanti genitori: a che età è giusto fornire un cellulare ai pargoli? Regalarlo precocemente rischia di avere un impatto negativo sullo sviluppo neurologico dei minori? A frnre risposte è adesso un rapporto dell'università di Milano-Bicocca, intitolato “L'età dello smartphone, per il centro ricerca "Benessere Digitale". Lo studio è fondato su un campione di 3.300 studenti delle superiori che hanno partecipato ad un'indagine realizzata nelle province di Milano e Monza-Brianza nel 2018. Il 98,8 pr cento degli adolescenti possedeva appunto uno smartphone.. La sintesi è che “scegliere di dare un telefono ai figli prima degli 11 anni può avere un impatto negativo sulle persone che saranno a 16 e potenzialmente sugli adulti che si preparano a diventare domani.

La prima risposta offerta da questo studio è una conferma: nelle famiglie con meno risorse socio-culturali lo smartphone entra prima. In altri termini, viene dato anche anche ai bambini. Tanti degli intervistati (8,9 per cento) aveva in mano il cellulare fin dalla terza elementare. Le conseguenze di una convivenza anticipata col cellulare si sentono. Sia in termini di dipendenza – il conto delle tante ore trascorse allo schermo, appena svegli o di notte, durante la cena o nei momenti di svago. Ma soprattutto in termini di de-crescita culturale. Dalla ricerca emerge infatti “in maniera ripetuta un'associazione negativa tra l'età precoce di arrivo del primo smartphone personale” e lo sviluppo di competenze in italiano, oltre che di capacità creative nell'utilizzo stesso degli strumenti digitali. insomma, avere in mano un cellulare troppo presto riduce le abilità digitali, anziché potenziarle; paralizza la possibilità di imparare a usare in modo utile e creativo le tecnologie.

Durante questa reclusione forzata “in questo periodo di emergenza si registra una familiarizzazione anticipata e intensificata, da parte di bambini e adolescenti, con gli strumenti della didattica a distanza, in particolare con i computer e i tablet”, riflettono gli autori della ricerca.

L'ultimo decreto stabilisce l'obbligo di fornire didattica a distanza, ma spesso mancano gli strumenti di base. Le lezioni su schermo rischiano di essere comunque solo un mero parcheggio e non uno strumento per diventare più capaci. In ogni caso, il paradigma deleterio è sempre quello del calcolo improntato sul profitto ma non imperniato sull'etica. Lo confermano anche le risposte dell'Osservatorio "Scuola a distanza" di Skuola.net, aggiornate ogni settimana su un bacino di 25 mila studenti, fra medie e superiori. Fra i problemi principali segnalati dagli studenti ci sono soprattutto la connessione, il disordine sugli orari e sui modi con cui i professori entrano in contatto con loro,un carico eccessivo di compiti e la paura emergente ce le valutazioni non siano realistiche. E deludano così, o rendano frustrante l'impegno per chi studia.

Le lezioni in classe sono un'altra cosa: è impensabile chiudere le scuole per un anno, o ad oltranza. La scuola digitale non è scuola: "educati all'umanità, ai valori, al rispetto umano. Ecco perché i bambini sono la speranza di un futuro buono” raccomanda la pedagogista Luisa Piarulli. In questo disastro governativo e nella Babele in corso, non si è ancora udita una voce critica levarsi dal mondo della scuola, a parte quella isolata della professoressa Piarulli. 

La scuola è accoglienza, condivisione nello stare bene insieme, scambio di opinioni, un insieme di emozioni e non può rispondere assolutamente al distanziamento sociale. La didattica a distanza non ha valore educativo, perché non c'è confronto tra bambini, tra insegnanti e discenti. Senza questi scambi non può esserci insegnamento. Chiudere la scuola e obbligare i bambini al distanziamento sociale, nonché all'isolamento, vuol dire negare il futuro ed il progresso a un'intera nazione. Ciò che ogni adulto, soprattutto gli insegnanti non devono mai dimenticare: i bambini arricchiscono il bagaglio culturale ma soprattutto umano di ogni insegnante; anche se molti ritengono che sono loro ad insegnare ai bambini.  La fantasia di un bambino è linfa vitale per un adulto.

La didattica a distanza non è ciò di cui i nostri figli hanno bisogno. Loro necessitano di contatto fisico con i coetanei, un confronto quotidiano. E meritano insegnanti capaci di comprendere cosa sia educare, insegnare ai bambini ad avere fiducia in loro stessi. Per gli esseri umani con un'anima, un altro futuro, non scontato e preconfezionato dall'alto, è ancora possibile? Non esiste il deus ex machina: tocca a noi, ora, porre fine all'incubo.



Riferimenti:

https://www.orizzontescuola.it/coronavirus-fase-due-fase-treverso-il-cambiamento-verso-una-pedagogia-tecnologica/ 

https://luisapiarulli.wordpress.com/2020/04/09/il-futuro-possibile-scuola-e-umanesimo-digitale/ 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/03/virus-fobia-scolastica.html 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=weschool 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=scuole+a+rischio 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/01/fantastica-larte-di-inventare-storie.html 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2020/04/coronavirus-controllo-totale-elettronico.html 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus 

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=elettrosmog 

https://www.orizzontescuola.it/coronavirus-bonetti-spazi-gioco-bambini-per-educarli-in-vista-del-rientro-a-scuola/