27.4.20

MASCHERINE OBBLIGATORIE E ANCORA DIVIETI: SCARCERATI I CAPI MAFIA!





di Gianni Lannes

Sono un uomo libero, un cittadino italiano disobbediente, vivo da sempre a testa alta! Non nel mio nome: sia chiaro, non rispetterò i divieti dittatoriali, autoritari e totalitari del presidente del consiglio dei ministri o di chi per lui, per le seguenti ragioni giuridiche, scientifiche e politiche. Invito l'incompetente Conte (così si è definito lui stesso in una conferenza stampa) a dimettersi unitamente al suo esecutivo, chiaramente non all'altezza della situazione. Ovviamente, denuncerò - per quel che può servire - nelle sedi competenti nazionali ed internazionali chi ha abolito la libertà in Italia e calpestato la democrazia. Nessuno può impedirmi di uscire liberamente e non chiedo il permesso alle autorità per vivere dignitosamente. Tutte le restrizioni imposte dall'avvocato Conte non hanno alcun fondamento scientifico e denotano macroscopiche incongruenze costituzionali. Con qualsivoglia decreto del presidente del consiglio o decreto-legge non si può sospendere la libertà, perché è un principio universale.

Sono indignato per l'ultimo farfugliante, sgangherato e delirante discorso alla nazione del sedicente “avvocato del popolo” grulpiddino che calpesta i principi fondamentali della Costituzione repubblicana italiana. Giuseppe Conte seguita a confondere in atti ufficiali del governo tricolore la malattia (Covid-19) con il virus (Sars CoV-2): ciò dà la misura della pericolosa incompetenza abissale del primo ministro pro tempore. Gli italiani sono evidentemente ostaggi di una branco di psicopatici eterodiretti e telecomandati da interessi speculativi multinazionali. 
 


"Non possiamo permetterci di dire si esce liberamente" blatera il Conte bis. Le forze dell'ordine ti fermano pure se vai a comprare da mangiare, mentre gli unici che possono uscire liberamente sono i mafiosi e gli stranieri, meglio noti noti come "risorse Inps", ripresi a bighellonare impunemente nel cuore delle città italiane. Mentre proseguono gli arresti domiciliari per l'intera nazione italiana che non ha commesso reati, inclusi i bambini a cui viene impedito di andare a scuola e di giocare all'aria aperta sotto il benefico sole, vengono scarcerati anche i capi mafia, oltre a più di 6 mila detenuti comuni, ai sensi del decreto legge 17 marzo 2020 (“salva Italia”).

Anche il presidente dell'Antimafia siciliana, Claudio Fava, non ha dubbi: «Se vogliono scarcerare qualcuno particolarmente anziano perché le patologie di cui soffre non sono compatibili con lo stato di carcerazione, non mi oppongo, ma serve una motivazione che non sia ipocrita. Non tirino fuori la pandemia per uscire dal carcere. "Se volete scarcerare Bagarella e Santapaola - prosegue Fava - fatelo assumendovi la responsabilità di trovare una valida e legittima giustificazione. Che non può essere, a quattro mesi dall'inizio della pandemia, il rischio del contagio, mentre migliaia di detenuti in attesa di giudizio o con pene lievi restano esposti, loro si, al rischio contagio nelle fatiscenti carceri italiane». Il nuovo coronavirus ha avvertito il presidente Fava «Non sia un pretesto. I boss detenuti al 41 bis vivono in una situazione di isolamento e sicurezza migliore di qualsiasi altro ottantenne in casa di riposo. Sarebbe una presa in giro nei confronti delle centinaia di morti nelle Rsa».


Imperterrito nella sua aberrante follia istituzionale avallata dall'inquilino del Quirinale, l'ineletto Giuseppe Conte, ieri sera ha anticipato il prossimo dpcm (4 maggio 2020). Ecco il succo:

«Considerati l’evolversi della situazione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e l’incremento dei casi sul territorio nazionale...sono consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti purché venga rispettato il divieto di assembramento e il distanziamento e vengano utilizzate le mascherine;in ogni caso, è fatto divieto a tutte le persone fisiche di trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente si trovano, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute Allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19 sull’intero territorio nazionale si applicano le seguenti misure: ...è vietata ogni forma di assembramento di persone in luoghi pubblici e privati... non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto... Le disposizioni del presente decreto si applicano dalla data del 4 maggio 2020 in sostituzione di quelle del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 10 aprile 2020 e sono efficaci fino al17 maggio 2020... Si continuano ad applicare le misure di contenimento più restrittive adottate dalle Regioni, anche d’intesa con il Ministro della salute, relativamente a specifiche aree del territorio regionale». 

Secondo l'Istituto Superiore di Sanità il “96,3 per cento dei deceduti non è morta a causa della malattia Covid-19”, bensì per “patologie pregresse”. Va sempre peggio. Adesso basta! L'unica soluzione è la ribellione pacifica e non violenta, nonché la disobbedienza civile.