di Gianni Lannes
Dallo
zio Sam al bisnonno Mao, fino al cugino Vladimir. Il governicchio
grulpiddino sembra amare in modo iperbolico la Cina, tanto che allo
scoppio del contagio aveva immediatamente spedito in dono ben 2
tonnellate di dispositivi individuali di protezione, ovvero tute,
guanti, occhiali e mascherine. Che poi fossero mancati a noi nel
momento dell’emergenza attuale, nessuno dei politicanti a Roma lo avrebbe potuto immaginare. Le foto degli scatoloni imbarcati su un
volo dell’Onu decollato da Brindisi il 15 febbraio 2020 mostrano la
bandiera tricolore appiccicata sugli imballaggi con la scritta in
varie lingue “dono del governo italiano”. Tutto materiale di
importazione pagato dalla Cooperazione internazionale, vale a dire
dagli ignari contribuenti. Abbondano interrogazioni ed interpellanze
(185 atti parlamentari inevasi per l'esattezza), ma il Conte bis e
pure il collega Speranza, sul tema appaiono latitanti, ed allergici
alle domande fuori copione. Contano gli affari: 5G sulla via della seta, altro che salute pubblica.
Pechino
si sta servendo dell’adesione italidiota soprattutto per rafforzare
l’immagine del proprio progetto geopolitico, volto ad espandere
l’influenza della Cina in Eurasia. Uno smacco notevole per
Washington. Ma la Belt and Road Initiative (Bri) ormai è decollata
nonostante la diffusione apposita dell'ennesimo agente virale da laboratorio,
include per ora 68 paesi, ed ha una visione geostrategica di lungo
termine, volta ad intaccare anche il monopolio statunitense sulle
rotte commerciali internazionali, specie quelle marittime. Durante la
visita del presidente cinese Xi Jinping, l’Italia è diventata il
primo paese del G7 a firmare il memorandum di adesione alla Belt and
Road Initiative (Bri, o nuove vie della seta). Il belpaese e la
Repubblica Popolare hanno siglato 29 intese (19 istituzionali e 10
commerciali) per un valore totale di 2,5 miliardi di euro. L’Italia
è stata la prima tappa del viaggio europeo di Xi (21-26 marzo 2019),
che poi si è recato nel Principato di Monaco e in Francia.
Il memorandum d’intesa sottoscritto dal vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio include esplicitamente la collaborazione nel campo delle telecomunicazioni. Pertanto - come ben rimarcato dai media cinesi - la già avviata partnership con Huawei e Zte per lo sviluppo della rete 5G italiana non è assolutamente a repentaglio. Tant'è che l'ineletto Conte bis ha prontamente messo a capo del sedicente “comitato di ricostruzione” dell'Italia, nientedimeno che Vittorio Colao, già manager della multinazionale Vodafone, che nel 2018 si è aggiudicata la sostanziosa fetta di 5G in Italia. La salute delle persone? Non conta nulla: tanto gli italopitechi sono già tutti agli arresti domiciliari senza fiatare.
Il memorandum d’intesa sottoscritto dal vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio include esplicitamente la collaborazione nel campo delle telecomunicazioni. Pertanto - come ben rimarcato dai media cinesi - la già avviata partnership con Huawei e Zte per lo sviluppo della rete 5G italiana non è assolutamente a repentaglio. Tant'è che l'ineletto Conte bis ha prontamente messo a capo del sedicente “comitato di ricostruzione” dell'Italia, nientedimeno che Vittorio Colao, già manager della multinazionale Vodafone, che nel 2018 si è aggiudicata la sostanziosa fetta di 5G in Italia. La salute delle persone? Non conta nulla: tanto gli italopitechi sono già tutti agli arresti domiciliari senza fiatare.
Riferimenti:
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=5g
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus
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