11.12.20

MASCHERINE FUORILEGGE A SCUOLA!

 



di Gianni Lannes

«A partire dalla scuola primaria, dunque, la mascherina dovrà essere indossata sempre, da chiunque sia presente a scuola, durante la permanenza nei locali scolastici e nelle pertinenze, anche quando gli alunni sono seduti al banco e indipendentemente dalle condizioni di distanza (1 metro tra le rime buccali) previste dai precedenti protocolli, “salvo che per i bambini di età inferiore ai sei anni e per i soggetti con patologie o disabilità incompatibili con l'uso della mascherina”, le cui specifiche situazioni sono dettagliate nella sezione 2.9 del DPCM». È quanto recita la nota del capo dipartimento ministeriale, tale Marco Bruschi, datata 9 novembre 2020, peraltro in palese contraddizione con la precedente missiva operativa firmata dal medesimo dirigente.

Il CTS non è il Parlamento, la Bibbia o la Verità Assoluta. Imporre agli alunni la mascherina a scuola è un atto coercitivo e fuorilegge, per giunta aggravato mediante uno sgangherato provvedimento amministrativo di rango giuridico inferiore ed infimo, privo di riscontri scientifici. L'istigazione a delinquere, sia pure imposta dai burocrati ministeriali e dai dirigenti scolastici, è un grave reato penale. Il TAR Lazio ha appena annullato in via cautelare l'obbligo delle mascherine a scuola per gli alunni da 6 a 11 anni. Infatti, tale obbligo della mascherina non è motivato. Il DPCM è stato annullato in via cautelare dal TAR Lazio, mediante Ordinanza numero 7468/2020, depositata il 4 dicembre 2020. Si tratta di un interessante contributo giurisprudenziale del TAR Lazio - dopo quello di un giudice di pace - relativo ad un tema sensibile per ogni genitore di minori, vale a dire quello della pericolosità relativa all’uso prolungato ed indiscriminato della mascherina in classe durante l’orario scolastico, reso obbligatorio dal DPCM 3 novembre 2020, in termini di danni alla salute psico-fisica derivanti dalla riduzione dell’ossigenazione in “apparati polmonari assai giovani”: così contestualmente definiti, dei bambini  tra i 6 e gli 11 anni di età. Inoltre, la mascherina a copertura sia pure parziale del viso, viola non solo i dettami costituzionali inclusa la dignità e la libertà di una persona, ma anche l'articolo 85 del testo Unico Leggi Pubblica Sicurezza, e le leggi 152/1975, 533/1977 e 155/2005.

Basta esaminare la letteratura medica in materia per rendersi conto che la mascherina, non solo è inutile ad arrestare qualsiasi virus, ma l'uso prolungato o meno fa molto male soprattutto, alla salute dei bambini. Pertanto, a rigor di giurisprudenza costituzionale, di logica e di scienza, tale dispositivo è assolutamente pericoloso per la salute umana ed inefficace a fronteggiare qualsivoglia agente virale.

Il virus dell’influenza è nanoscopico e può penetrare il tessuto di una maschera chirurgica. Nel 2010, la National Academy of Sciences degli Stati Uniti d'America ha dichiarato che al di fuori degli ospedali, “le mascherine non sono progettate o certificate per proteggere chi lo indossa dalle infezioni respiratorie”. Diversi studi hanno dimostrato l’inefficacia delle mascherine chirurgiche nella prevenzione dell’infezione influenzale nelle abitazioni.

In uno studio randomizzato del personale medico a Tokyo, durato 2,5 mesi, la mascherina era inefficace nel prevenire il raffreddore. In uno studio randomizzato francese, è stato sperimentato se la mascherina influisce sull’infezione dei membri della famiglia se è costantemente indossata da una persona con l’influenza. Il risultato è che la mascherina non ha avuto effetto sul numero di familiari malati.

Il più grande studio randomizzato sulle mascherine, che ha coinvolto più di 7.000 persone, è stato condotto tra i pellegrini alla Mecca. In proposito si è appurato che indossare maschere non solo non ha ridotto l’incidenza delle infezioni respiratorie, ma l’ha addirittura aumentata tra le donne. Gli autori hanno concluso che le maschere sono inefficaci nel prevenire le malattie respiratorie in grandi folle.

Uno studio coreano del 2020 ha testato se le maschere filtrano il coronavirus nei pazienti COVID-19. Né le maschere chirurgiche né quelle di cotone hanno filtrato il coronavirus quando i pazienti infetti tossiscono. Gli autori scrivono che studi precedenti hanno dimostrato che particelle di 0,04-0,2 micron possono penetrare nelle maschere chirurgiche. La dimensione delle particelle di Coronavirus rientra in questo intervallo, il che implica anche che le maschere non possono filtrarlo efficacemente. Tuttavia gli autori notano di aver trovato più virus all’esterno della maschera che all’interno.

Un articolo del 2012 afferma che il flusso d’aria libero e senza ostacoli durante l’inspirazione e l’espirazione è un prerequisito per la normale funzione respiratoria. Qualsiasi condizione patologica o non patologica che  interrompe il libero flusso d’aria durante il ciclo respiratorio può portare a ipoventilazione con aumento dello sforzo respiratorio e stress fisiologico associato al sistema cardiovascolare e al sistema di regolazione della temperatura, e può anche causare stress psicologico.

In uno studio in Arabia Saudita, le donne che indossavano il niqab avevano una spirometria bassa (capacità vitale, massima ventilazione e volume espiratorio forzato). Più ore indossavano il niqab, più basso era il deficit.

Il disagio respiratorio estivo è un disturbo comune tra le donne che indossano il niqab. Basandosi anche sui risultati di altri studi, gli autori ritengono che gli indicatori di spirometria abbassati siano dovuti non solo all’ostruzione dell’aria stessa, che il niqab crea, ma anche ad un aumento della temperatura cutanea, della temperatura interna al niqab e dell’umidità. È anche possibile che parte dell’anidride carbonica espirata rimanga all’interno del niqab, provocando una carenza di ossigeno e un aumento della frequenza cardiaca. Gli autori suggeriscono che indossare il niqab possa essere uno dei motivi della maggiore prevalenza di fibromialgia e cervicobrachialgia (sindrome del dolore cervicobrachiale) tra le donne saudite. L’uso prolungato di maschere da parte del personale medico è stato associato a un forte stress.

Una revisione sistematica del 2010 non ha rilevato studi che dimostrassero il beneficio di una maschera contro l’infezione influenzale. Una meta-analisi giapponese del 2014 ha anche concluso che la maschera è inefficace contro l’influenza. La revisione sistematica del 2020 ha raggiunto le stesse conclusioni. Gli autori hanno concluso che non ci sono prove conclusive per l’uso diffuso di maschere come misura protettiva contro COVID-19.

Una revisione sistematica e una meta-analisi del 2020 hanno confrontato l’efficacia di una mascherina chirurgica con un respiratore (N95). L’uso di un respiratore ha ridotto il rischio di colonizzazione batterica, ma non ha influenzato in alcun modo l’incidenza di influenza, raffreddore e altre infezioni virali. Anche altre revisioni sistematiche non sono riuscite a trovare il beneficio di un respiratore su una maschera facciale. Secondo l’autore dell’articolo dell'anno 2020, non ci sono studi randomizzati che mostrano l’efficacia di indossare maschere, sebbene ci siano studi osservazionali che mostrano i loro benefici. Esistono anche studi di laboratorio a favore delle maschere, ma non sono rilevanti per determinarne l’efficacia nel ridurre il rischio di infezione. Non esiste uno studio che dimostri l’efficacia dell’uso delle mascherine da parte della popolazione generale. Se ci fosse qualche vantaggio nell’indossare una mascherina grazie alla sua capacità di bloccare le goccioline e le particelle di aerosol, allora ci sarebbe più beneficio dall’indossare un respiratore rispetto a una maschera chirurgica. Tuttavia, diverse meta-analisi di grandi dimensioni e tutti gli studi randomizzati mostrano che non esiste un tale beneficio relativo.

L’OMS segnala che l’uso improprio di una mascherina può aumentare il rischio di infezione, piuttosto che ridurlo. Il Surgeon General degli Stati Uniti attesta lo stesso concetto. L’OMS raccomanda di indossare una mascherina a persone sane solo quando stanno aiutando una persona con sospetta COVID-19. L’OMS afferma che «l’uso diffuso di mascherine da parte di persone sane non è supportato da prove scientifiche e comporta incertezze e rischi critici».

In uno studio randomizzato giapponese, i medici che indossavano una mascherina avevano una probabilità significativamente maggiore di soffrire di mal di testa. Avevano anche più giorni in cui “si sentivano male”. Secondo uno studio di Singapore, i respiratori N95 hanno causato mal di testa nel 37% del personale medico. In uno studio del 2020, il mal di testa si è verificato nell’81% degli operatori sanitari.

In uno studio del 2007, i chirurghi con la mascherina hanno riscontrato un aumento della frequenza cardiaca e una diminuzione della saturazione di ossigeno [21]… In uno studio francese del 2018, camminare con la mascherina per 6 minuti ha portato a un aumento della frequenza respiratoria nelle persone sane. In uno studio del CDC, una mascherina mentre si cammina per un’ora ha provocato un aumento della frequenza cardiaca, un aumento della respirazione e un aumento dell’anidride carbonica nel sangue. L’uso di un respiratore N95 ha anche aumentato la pressione sanguigna. Chi indossava la mascherina lamentava irritazione cutanea, formicolio sulla pelle, sensazione di calore sul viso, accumulo di umidità e la maschera si attaccava al viso. In un altro studio, il 12% dei bambini e il 38% degli adulti hanno riferito difficoltà respiratorie mentre indossava una mascherina. Una possibile ragione per l’aumento della frequenza respiratoria può essere associata al fatto che la maschera si attacca al viso in alcune persone, il che richiede un maggiore sforzo respiratorio. Inoltre, l’effetto di fattori di stress psicologici (ansia, claustrofobia) sulla frequenza respiratoria di alcune persone a causa della maschera non può essere sottovalutato. Recenti ricerche hanno dimostrato che il disagio sensoriale può essere convertito in risposte emotive, il che suggerisce che il disagio di una maschera sul viso può portare a mancanza di respiro e ad un relativo aumento della frequenza respiratoria.

L’uso prolungato della mascherina da parte del personale medico può causare danni significativi alla pelle dovuti a sudore e sfregamenti. Ci sono molti ostacoli che possono rendere difficile indossare correttamente le maschere per il viso per diverse ore in un periodo di più giorni, tra cui cattiva respirazione e altri disagi. Le maschere sono percepite come interferenti o effettivamente interferenti con le normali attività. Le mascherine possono essere scomode, calde, avventate o semplicemente antisociali. In Cina, almeno due scolari sono morti durante le lezioni di ginnastica mentre correvano con una maschera per arresto cardiaco improvviso. Sembra che siano morti per mancanza di ossigeno.

Le mascherine mediche sono realizzate in polipropilene. Il periodo della sua completa decomposizione è di almeno 500 anni. Questo materiale non scompare, ma piuttosto lentamente si disintegra in microplastiche, che penetrano nella catena alimentare. Si stima che “ogni anno oltre 100 mila mammiferi marini e tartarughe e oltre un milione di uccelli marini vengano uccisi dalla plastica marina. La plastica marina assorbe le tossine, il che porta all’avvelenamento degli animali che la inghiottono accidentalmente”.

È veramente incredibile, ovvero a dir poco criminale, l’insistenza coercitiva che il governo italiano ripone nella  mascherina che annichilisce il respiro dei minori, in considerazione delle note conseguenze sanitarie, psicologiche e sociali avverse. La tutela della salute, soprattutto di chi si è appena affacciato alla vita, è ben altra cosa, non un affare da politicanti eterodiretti e televirologi della domenica, ma una questione seria.


Riferimenti:

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https://www.dirittoscolastico.it/wordpress/wp-content/uploads/Tar-Lazio-Ordinanza-n.-7468-2020-del-04.12.2020.pdf

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=mascherine

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=coronavirus

Gianni Lannes, IL GRANDE FRATELLO, Draco edizioni, Modena, 2012.

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