27.6.18

OVIEDO: CONVENZIONE DI CARTA STRACCIA!



di Gianni Lannes

Il Parlamento italiano ha ratificato con legge 145 del 2001 la Convenzione di Oviedo: essa vieta ogni obbligo nel campo della salute, vaccinazioni comprese. Il Parlamento ha delegato il Presidente della Repubblica a depositare presso il Consiglio d'Europa la ratifica, ma a tutt’oggi, anche Sergio Mattarella (come Ciampi e Napolitano) ha dimenticato (omesso) tale dovere costituzionale (ineludibile). La Convenzione vieta la clonazione umana, l’abuso della scienza e della ricerca, protegge i minori dalla sperimentazione, impone la ricerca di sempre migliori cure, riconosce il diritto alla dignità nel fine vita, impone il consenso informato e molto altro.  

Come avevo rilevato già l'anno scorso, l’Italia, infatti, è uno dei pochi Paesi europei che non ha ancora depositato il protocollo di ratifica della cosiddetta Convenzione di Oviedo, anche se nel 2001 ha approvato la legge 145. Il belpaese attende che l’accordo entri in vigore. Anche il Comitato Nazionale per la Bioetica con una mozione il 24 febbraio 2012 aveva chiesto invano al Governo il completamento dell’iter di ratifica della Convenzione:

«SOTTOLINEA LA NECESSITÀ di procedere al completamento dell’istruttoria per arrivare alla possibilità di rendere pienamente e sotto ogni aspetto operativa la Convenzione di Oviedo».

In Italia nonostante l'autorizzazione alla ratifica intervenuta nel 2001, la Convenzione, in carenza del successivo deposito dello strumento di ratifica in seno al Consiglio d'Europa, risulta priva di efficacia. In sostanza la convenzione di Oviedo non è mai entrata nell’ordinamento giuridico italiano. E non a caso, il governo Gentiloni nel 2017 ha sfornato il decreto legge 73 e poi la legge di conversione 119, in palese violazione della Costituzione repubblicana, nonché della carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.


Riferimenti: