Torino: Museo Egizio - foto Gilan |
di Gianni Lannes
La parola egizia heka è superficialmente tradotta con magia, sebbene si riferisca ad un concetto per nulla associabile all'idea di magia in Occidente, attualmente connotata negativamente, considerata come il sottoprodotto di subculture superstiziose e definita in opposizione alla religione. Heka era per gli egizi parte integrante del pensiero religioso in quanto rappresentava l'energia impiegata dal dio primordiale per creare il mondo e mantenere l'equilibrio cosmico fra caos e ordine. Heka era una forza soprannaturale che tutti gli dèi possedevano, ma che in misura minore apparteneva anche ai sovrani e ai defunti e che poteva essere evocata e controllata attraverso precise formule, rituali e oggetti anche da persone comuni. Tale forza era impiegata per prevenire o gestire le situazioni di crisi tipiche dei passaggi di stato: nascita, malattia e morte.
Torino: Museo Egizio - foto Gilan |
Grandiose, misteriose e ancora inspiegabili dopo millenni. Una sola cosa è certa: non erano tombe. È quanto emerge dall'analisi di una letteratura ormai vasta e approfondita. Infatti, sempre più numerose pubblicazioni scientifiche spiegano come le piramidi in Egitto non solo non sono tombe, ma probabilmente neppure costruite dagli antichi egizi. Le piramidi furono costruite secondo canoni stilistici, matematici e architettonici straordinari, meraviglie, che potrebbero essere invece ascrivibili a civiltà ben più antiche di quella egizia.
Il mammut non era ancora estinto quando si costruivano le piramidi. Ancora prima in Sardegna si edificavano migliaia di muraghi e prima ancora tombe dei giganti. Ancora più antichi gli altari simili a piramidi a gradoni.
Torino: Museo Egizio - foto Gilan |
Le piramidi non sono tombe: nessuna mummia è mai stata trovata all'interno della piramide. Tutte le mummie sono state trovate nella valle dei re.
Come si fa a tagliare blocchi di granito da 20 tonnellate con estrema precisione e a sollevarli uno sopra l'altro, nella "camera del re", con rampe di legno? Ammettiamo che siano state usate rampe di legno; è necessario abbattere un'intera foresta per fornire il legno necessario a spostare 2,3 milioni di blocchi di pietre enormi. Dove sono le prove di quel legno?
Non c'è un solo testo geroglifico che dica che gli antichi egizi hanno costruito le piramidi.
Torino: Museo Egizio - foto Gilan |
Quanti "schiavi" o lavoratori sono necessari per estrarre, tagliare e sollevare 2,3 milioni di massi giganteschi? Chi erano le persone in grado di tagliare a quel tempo al laser e sollevare enormi tonnellate di granito?
Come si fa a posizionare l'intera piramide in modo che sia rivolta verso il nord vero, 4000 anni fa, quando i costruttori "non conoscevano la ruota"?
La cima della piramide è decentrata di un quarto di pollice (base della piramide); questo dopo aver posizionato 2,3 milioni di blocchi di pietra. Se si divide questo minuscolo margine di errore per 2,3 milioni di massi, l'accuratezza con cui sono state collocate le pietre è senza precedenti e non è mai stata fatta dagli architetti moderni con tutta la tecnologia moderna.
Che dire di tutte le strutture megalitiche del mondo? E le piramidi del Giappone, trovate sott'acqua?
Gran parte della storia dell'umanità è stato sepolta dal tempo, ciò che affiora è scritto dai vincitori. Alieni o piuttosto antica tecnologia umana avanzata?
L'egittologia ufficiale vuole le
piramidi edificate da faraoni megalomani allo scopo di ricoverare
all'interno di esse le loro povere ossa alla fine dell'esistenza
terrena. Purtroppo fino ad oggi nessuna mummia è mai stata ritrovata
all'interno di una piramide tra le oltre cento disseminate in tutta
la Valle del Nilo. Mummie sono state ritrovate all'interno delle
Tombe della Valle dei Re. Per l'appunto tombe, scavate in profondità
nella terra, e non piramidi. Inoltre la superficiale iconografia che
presentava la follia malvagia di faraoni che sfruttavano gli schiavi
fino alla morte per sollevare massi del peso di svariate di
tonnellate non ha riscontri nella realtà archeologica. Gli scavi
della piana di Giza, vicino al Cairo, hanno portato alla luce gli
alloggi degli operai che contribuirono alla costruzione delle
Piramidi. Sembra fossero non più di 20 mila, specializzati, ben
nutriti, ben addestrati e piuttosto motivati a portare a termine una
impresa tanto apparentemente assurda quanto evidentemente per loro
estremamente significativa.
È chiaro che per gli antichi egizi dovessero rappresentare qualcosa di molto importante, ma a cosa servissero in realtà queste gigantesche costruzioni oggi nessuno lo sa. Una delle ipotesi più accreditate dagli studiosi è che fossero laboratori astronomici utili per osservazioni e allineamenti di stelle, oppure costruzioni sacre destinate a scopi rituali. Altri ancora vedono nella disposizione delle piramidi una mappa stellare. E in effetti la disposizione delle Piramidi nella Piana di Giza ricalca quella delle stelle principali della costellazione di Orione.
La relazione con l'astronomia è comunque certa perché sono evidenti gli allineamenti con i punti cardinali, con i solstizi, con gli equinozi e con diverse stelle. Ciò che invece è davvero impressionante sono i numeri. Numeri relativi a tre caratteristiche peculiari di queste costruzioni: le dimensioni, la precisione, le relazioni tra elementi geometrici, architettonici e astronomici.
Nessuno sa in realtà come abbiano fatto gli antichi a realizzare queste immani architetture. I problemi logistici furono giganteschi, già a partire dal trasporto di massi di un peso che va da alcune decine a centinaia di tonnellate. Ma gli autori si sono concessi il lusso di creare opere che rispettassero precise proporzioni geometriche, con il risultato di plasmare il paesaggio rendendolo una vera e propria opera d'arte. Ad esempio la Piramide di Cheope, in particolare, è dotata di stanze e di passaggi al suo interno realizzati in fase di costruzione. Blocchi di decine di tonnellate sono stati posti in opera intorno alle stanze, ai passaggi e ai condotti di aerazione, con una precisione senza uguali. Un vero capolavoro di ingegneria.
Ma non basta. Misurando le piramidi con gli strumenti attuali ci si accorge che gli errori fatti dai costruttori sono minimi. Ad esempio, i lati di ogni piramide sono sì diversi, ma di pochi centimetri rispetto agli oltre duecento metri di estensione. Anche gli angoli sono errati, ma di soli tre primi di grado al massimo. Tolleranze del genere sono al di sotto dei normali errori che si potrebbero verificare con l'attuale tecnologia.
Tutto ciò non è ancora sufficiente per rendere conto della stranezza di queste meraviglie architettoniche. Numerose sono le relazioni che intercorrono tra le distanze planetarie e le dimensioni delle piramidi o i rapporti tra di esse. Inoltre le diverse dimensioni sono correlate alla suddivisione del tempo in giorni, mesi, anni, ore, minuti e secondi. Come siano stati organizzati i trasporti, la posa in opera, gli allineamenti, la precisione delle misure esterne e delle camere interne, rimane ancora un mistero irrisolto sia per gli egittologi che per gli studiosi per così dire indipendenti.
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