L'Aquila oggi - foto Gilan |
di Gianni Lannes
Quasi metà degli aventi diritto non ha votato (affluenza al 52,2 per cento: la più bassa di sempre). Tutto va ben? Nel feudo della Meloni dove regnano i ras post-fascisti delle preferenze e alberga come a Roma un'opposizione politica concretamente inesistente, è proibito tirar fuori fatti imbarazzanti per chi s-governa. Abruzzo: isola felice? Una landa del Belpaese preda di mafie ed ecomafie, luogo di confine e detenzione per i boss criminali a partire dal 1950, una terra di mezzo dove dilaga il degrado ambientale: le aree industriali inquinate non sono state ancora bonificate, come nel caso di Bussi sul Tirino, e i paesi danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009 attendono ancora la promessa ricostruzione berlusconiana. In compenso qui alligna l'avida speculazione e cresce la povertà: economica, sociale e culturale. I dati statistici non mentono come i politicanti covidioti di ogni colorazione e i fans anonimi da tastiera. L'Istat prevede che questa regione perderà in media 5mila residenti all'anno nei prossimi due decenni. La situazione demografica è debole: la popolazione in calo. Con la natalità al ribasso e un saldo naturale annuo di ottomila persone si aggiunge già ogni anno una migrazione verso altre regioni di novemila residenti e di quasi 4mila verso l'estero. La popolazione nella cosiddetta età lavorativa è attualmente sotto le 793 mila unità, ma gli occupati sono solo 483mila. Di questi, quelli nella fascia di età 15-34 anni sono appena 103 mila, 120mila sono laureati e 127mila hanno al più la terza media. Con 369mila dipendenti, di cui un quarto a tempo determinato e un sesto a tempo parziale, l'economia regionale appare fragile, nonostante i proclami degli industriali e della giunta targata Marsilio.
L'Aquila oggi - foto Gilan |
Il prodotto lordo regionale, pur in crescita nel 2022 rispetto al 2021, è tale che il Pil pro-capite di 24.930 euro, maggiore di quello del Mezzogiorno, sia comunque molto inferiore di quello del Centro Italia e dell0Italia intera (30mila euro).
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Con una disoccupazione più alta della media italiana e l'alta quota di lavoro precario, il tasso di povertà (definizione Istat) è salito fino al 29,6 per cento nel 2022: era il 27,7 per cento nel 2021 e il 18,7 nel 2018. Cosa è dunque accaduto in Abruzzo per aversi un'inversione di tendenza così grave, proprio negli ultimi cinque anni? Anche le quote di persone che non hanno accesso ai servizi sono maggiori in Abruzzo che non nella media italiana.
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L'agricoltura forma ancora una buona fetta dle prodotto regionale, ma essa non appare particolarmente avanzata né in grado di garantire un reddito di qualità, se non, forse nel vitivinicolo, ma comunque a pochi. Le aree interne soffrono - sono quelle che subiscono il calo demografico più pesante - e le uniche alternative che sono offerte loro dalle politiche di sviluppo sono quelle dell'agricoltura sostenibile e del turismo, anche se la regione ha una quota di superficie destinata al biologico inferiore in proporzione anche a quella del Mezzogiorno.
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Riferimenti:
Gianni Lannes, L'Italia trema, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023.
https://www.edizionimondonuovo.com/catalogo/litalia-trema/
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=L%27Aquila
https://elezioni.interno.gov.it/regionali/votanti/20240310/votantiRI13
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Abruzzo
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/03/abruzzo-un-altro-scempio-ambientale.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2024/03/abruzzo-il-governo-meloni-non-risponde.html
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