Campobasso (Italia) irrorazioni NATO foto Gianni Lannes |
di Gianni Lannes
Aria sempre più inquinata nel Belpaese, anche a causa delle irrorazioni NATO: numerosi velivoli che notte e giorno sfrecciano nel cielo scaricando inquinanti senza controllo che alterano il clima. Il perdurare di questa situazione pone l'Italia al primo posto in Europa per morti premature legate all'inquinamento atmosferico: infatti, secondo l'Agenzia europea per l'ambiente nel 2019 sono stati 49.900 i decessi prematuri causati da polveri sottili, 10.640 quelli riconducibili anche al biossido d'azoto, e 3.170 quelli dovuti all'ozono.
Nel corso del 2023, su 13 città considerate dall'analisi di Legambiente nessuna rispetta i criteri dell'Oms per la tutela della salute per quanto riguarda il PM10, il PM 2,5 ed il biossido di azoto, mentre 31 città hanno già superato il limite di 35 giorni di superamento del valore limite giornaliero per il PM 10.
La Repubblica italiana è stata condannata dalla Corte di giustizia dell'Unione europea il 10 novembre 2020 in quanto: «non avendo adottato, a partire dall'11 giugno 2010, misure appropriate per garantire il rispetto dei valori limite fissati per le concentrazioni di particelle PM10 in tutte tali zone, è venuta meno agli obblighi imposti dalla direttiva 2008/50, letto da solo e in combinato disposto con l'allegato XV, parte A, di tale direttiva, e, in particolare all'obbligo previsto da detta direttiva, di far sì che i piani per la qualità dell'aria prevedano misure appropriate affinché il periodo di superamento dei valori limite sia il più breve possibile».
L'eterodiretta Repubblica italiana è stata anche successivamente condannata il 12 maggio 2022 in quanto: «è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza (...) della direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa, e, non avendo adottato, a partire dall'11 giugno 2010, misure appropriate per garantire il rispetto del valore limite annuale fissato per il NO2 in tutte le suddetto zone e, in particolare, non avendo provveduto affinché i piani per la qualità dell'aria prevedessero misure appropriate affinché li periodo di superamento di detto valore limite fosse il più breve possibile, è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza dell'articolo 23, paragrafo 1, di tale direttiva, letto da solo e in combinato disposto con l'allegato XV, punto A, di quest'ultima».
Ecco due casi limite. La società RaffMetal, del gruppo Fondital, con sede in Valsabbia, ha presentato un progetto di altissimo impatto ambientale, per la realizzazione di un impianto di fusione di alluminio e recupero di rifiuti non pericolosi costituiti da rottami metallici a Pontevico (Brescia).
Detto maxi progetto di nuova fonderia della Raffmetal è localizzato a poca distanza dalle abitazioni del paese su di un'enorme area di 174 mila metri quadri di suolo agricolo, e genererebbe un pesante inquinamento dell'aria sia per le emissioni nell'aria della fonderia che per il volume di traffico generato di centinaia di Tir al giorno, con tutto quello che questo comporta anche in termini di conseguenti emissioni di PM10 e PM2,5.
La realizzazione della fonderia avrebbe un evidente forte impatto sul territorio, non solo nella località di Pontevico, ma anche nelle zone limitrofe.
Arpa Lombardia ha confermato che il territorio di Pontevico è caratterizzato da «elevata densità di emissioni di PM10, NOX, NH3, da situazione meteorologica avversa alla dispersione degli inquinanti, densità abitativa intermedia ed elevata presenza di attività agricole e zootecniche».
L'European Environment Agency in un recente rapporto ha nuovamente sottolineato come i territori compresi fra Brescia e Cremona, due delle città più inquinate d'Europa, registrino attualmente una presenza di particolato sottile PM2,5 di oltre il doppio del valore previsto dalle linee guida dell'OMS.
Sempre l'Arpa Lombardia, nel suo parere al «piano di Monitoraggio e Controllo dell'A.I.A. e del contributo tecnico-scientifico V.I.A.», aveva sottolineato come «un altro tema potenzialmente critico è rappresentato dal considerevole fabbisogno idrico per uso industriali» e «l'alta vulnerabilità delle acque sotterranee, unitamente alla ridotta soggiacenza della falda freatica, rappresenta in effetti un elemento di potenziale criticità legato alla realizzazione dell'intervento».
A causa della non ottemperanza dell'Italia agli obblighi previsti dalla direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell'aria, il comune di Pontevico è già interessato da una procedura di infrazione comunitaria, la n. 2014/2147 del 10 luglio 2014 e la n. 2015/2043 del 28 maggio 2015.
Il 17 marzo 2023 si è conclusa la campagna di 4 settimane di rilevamento dello stato ante-impianto dell'aria, raccomandata in fase di V.I.A., a tutt'oggi non disponibile al pubblico per un confronto con i dati previsti dalle normative italiane e con i valori raccomandati dall'OMS.
E poi. La zona cella Conca Ternana IT1008 costituisce un'area di superamento dei limiti fissati per le concentrazioni di Pm10 dal decreto legislativo n. 155 del 2010. La medesima zona è oggetto della procedura d'infrazione comunitaria per la qualità dell'aria 2014/2147.
Per il secondo anno consecutivo e per il quinto anno su sette dall'attivazione del monitoraggio, si è verificato un superamento del valore obiettivo per il Nichel (Allegato XI decreto legislativo n. 155 del 2010) nella centralina di monitoraggio del quartiere Prisciano di Terni con una media annua di 22,6 ng/m3 e di 28,7 ng/m3 nel 2020.
Lo studio del Dipartimento di chimica dell'Università la Sapienza e dal Cnr «High resolution spatial mapping of element concentrations in PM10: A powerful tool for localization of emission sources» svolto tra il 2016 e il 2018 avrebbe attestato la presenza di nichel in Viale Brin con valori di 125 ng/m3 in estate e 70 ng/m3 in inverno.
Ancora più allarmante è il riscontro fattuale fornito dai cittadini che lamentano la quotidiana presenza delle polveri su tetti, balconi, auto, vegetali che si trovano nel territorio ternano, vieppiù, in presenza di forte vento che causa l'ulteriore spostamento di polvere nera proveniente dalle scorie dell'acciaieria.
Il rapporto S.E.N.T.I.E.R.I. per il SIN Terni-Papigno in relazione a due tipologie di sorgenti emissive (S – Impianti siderurgici, D – Discarica di seconda categoria tipo B rifiuti speciali) ha attestato eccessi di mortalità, morbilità e ospedalizzazioni di diverse patologie «per cause con evidenza di associazione con le esposizioni ambientali» indicando la necessità di approfondimenti sul tumore alla mammella registrando «un eccesso di mortalità non imputabile allo screening» e che «vi è una iniziale evidenza che associa il rischio di malattia con la residenza in prossimità di impianti siderurgici». Nell'ambito della fascia d'età pediatrico-adolescenziale 0-24, invece, sono stati riscontrati eccessi nelle ospedalizzazioni e nel profilo oncologico per i tumori maligni del sistema nervoso centrale; al fine di tutelare la salute dei cittadini esposti, si ritiene necessario lo svolgimento di un'attività di sorveglianza epidemiologica e prevenzione secondaria con riferimento alle patologie con evidenza di esposizione ambientale da estendere a tutte le aree geografiche che presentino il superamento dei limiti di concentrazione definiti dal decreto legislativo numero 155 del 2010.
Riferimenti:
https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/aria-1
https://www.isprambiente.gov.it/files2023/pubblicazioni/rapporti/rapporto-385_2023_iir2023.pdf
https://www.eea.europa.eu/publications/air-quality-in-europe-2022
https://www.legambiente.it/wp-content/uploads/2021/11/Rapporto_Malaria_2023.pdf
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=aria
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