Su La Testa!: QUEL CHE RESTA DEL TEMPO!

20.2.22

QUEL CHE RESTA DEL TEMPO!

foto Gilan

di Gianni Lannes

Benvenuti nel Belpaese dei tesori sepolti, dove i sassi conservano i buoni ricordi e le cose ti parlano quando le compulsi con dolcezza. Ecco l'Italia dimenticata che racchiude l'indissolubile legame con la terra e un mare di luce nella montagna. Il borgo alto-medievale e diruto di San Silvestro in agro di Ofena, sopravvive sui primi rilievi collinari della valle Tritana, dove giacciono tracce del Neolitico. Le macerie del passato campeggiano in questo museo all'aperto delle forme campestri, emblema abbandonato del Mediterraneo. I segni impietosi di un millennio condensano la memoria di un tempo finito.

foto Gilan

Qui, in un luogo incantato ammantato di silenzio, si preannuncia la Primavera sulle magiche ali del vento. Ai nostri piedi si distende il cuore dell’Abruzzo (non isola felice) con tutte le sue contraddizioni, a ricordarci lo spopolamento dei paesi montani, l’abbandono delle aree interne, l’emigrazione, l’economia residuale, i danni del terremoto. Abbracciamo con lo sguardo il paesaggio: il tratto finale della catena del Gran Sasso d'Italia, dal monte Picca alle gole di Popoli; la piana attraversata dal Tratturo Magno (L'Aquila-Foggia) che scende da Navelli e risale alla Forca di Penne; più in là il Tratturo Centurelle-Montesecco; le chiese di San Pietro in Oratorium e Santa Maria di Cartignano; il corso del cristallino fiume Tirino; i paesi di Ofena, Capestrano e Bussi; il monte Bolza a nord e la Schiena d’Asino del Morrone a sud.

foto Gilan

La speranza per un futuro migliore si respira nella gioia di vivere a contatto con la Natura. La bellezza di un tempo sospeso circonda e avvolge la vita umana. Occorre ripercorrere la storia per comprendere il presente e veleggiare verso il futuro, anche se riaffiora la nostalgia per quel tempo che non c'è piu'.