23.10.21

SAN SEVERO: NON SOLO MAFIA!

 

foto Gilan

di Gianni Lannes


«Se il signore avesse conosciuto questa Piana di Puglia, luce dei miei occhi, si sarebbe fermato a vivere qui»: parola del Puer Apuliae. «San Severo città nel mio pensiero dove prospera la vite e il clima è sempre mite» ripeteva Paz.

Non solo mafia e criminalita' organizzata di Stato tricolore, che da qualche decennio attanaglia con inaudita violenza questo magico territorio, colmo di una bellezza naturale straordinaria e di tesori archeologici di inestimabile valore. 

Centro di notevole interesse strategico, culturalmente vivace (basti pensare al genio di Andrea Pazienza), legato a Venezia: un tempo fu capoluogo di Capitanata e Molise.

Nel cuore dell'antica Daunia, tanto cara a Federico II di Svevia, il sole carezza la terra tutto l'anno. Qui il nettare di Dioniso è una realtà consolidata che dona inebriante estasi a coloro che assaporano questo succo terrestre. Della passione primordiale per il vino sono testimoni affascinanti gli sconfinati vigneti del Tavoliere e le labirintiche cantine storiche che solcano il sottosuolo della vecchia città.

Il territorio sanseverese è parte dello scenario che nella penisola italiana, è la più antica terra dove si coltiva il grano e la vite, a partire dal V secolo avanti Cristo. La diffusione tra il popolo Dauno della pratica del simposio, il rito ellenico di bere insieme il vino, è testimoniata dai corredi funerari rinvenuti in località Casone e Pedincone, ammirabili nel locale Museo Civico. I primi villaggi trincerati del Belpaese sorsero in loco.

Il regio tratturo L'Aquila-Foggia che attraversa l'agro sanseverese è la testimonianza più incisiva delle vie erbose, che dall'Abruzzo scendevano in Puglia per la transumanza plurisecolare delle greggi. Qui, nel secondo dopoguerra,  a prezzo di dure lotte bracciantili culminate con i moti del 23 marzo 1950, nacque e si fortifico' la lotta del movimento contadino (ad opera soprattutto di Luigi Allegato e Peppino Di Vittorio), esempio per tutta l'Italia e il mondo.

Qui la realtà sconfina nel mito. Qui regna sovrana una luce che nel mio trentennale peregrinare nel mondo, non ho mai trovato altrove. La storia emblematica di San Severo è un monumento imperituro alla sagace energia della sua gente intelligente e alla sua capacità di rinascere dalle rovine in qualsiasi epoca. 

Radici, identità e memoria. Non avevo mai scritto nulla del luogo dove ha avuto origine la mia vita, se non per alcuni fatti di cronaca nel 2001, sulle pagine del quotidiano L'Unità. Nella casa della mia nonna materna Maria, proprio nelle fondamenta c'era una cantina a ridosso di via Occidentale (strada oggi intitolata al socialista Leone Mucci). A San Severo, oggi martoriata dalle ecomafie cancerogene anche per volontà omissiva dell'eterodiretto Stato italiano, grazie a un'insulsa mentalità locale di tipo predatorio, da dove sono andato via a tre anni d'età, devo comunque il mio tributo indimenticabile di figlio.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Daunia

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Andrea+Pazienza

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=Capitanata

Gianni Lannes, LA MONTAGNA PROFANATA, Edizioni del Rosone, Foggia, 2015.

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