Gargano: foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
di Gianni Lannes
La montagna del sole è un libro dai variegati colori: un
intreccio fascinoso di bellezza e storia mitica dove oriente e occidente si
mescolano e si confondono all’osservatore. I libri di geografia parlano di uno sperone
che si incunea nell’Adriatico, «l’amarissimo mare» che cantò D’Annunzio. Altri poeti hanno celebrato la «terra degli dei» e il «mare degli eroi».
Il Gargano ha mille volti, nonostante i moderni stupri speculativi degli uomini approvati da autorità e istituzioni: terra d’accecante solarità dove
una volta albergavano i dinosauri, ormai stratificati nella roccia. E' semplice imbattersi e calpestare villaggi preistorici e necropoli d'ogni età. La storia è
perennemente permeata dalla leggenda: il Gargano delle apparizioni religiose, di
monasteri ultramillenari abbandonati e diroccati (come a Monte Sacro, montagna anticamente consacrata a Giove Dodoneo), della straordinaria biblioteca nel santuario di San Matteo a San Marco in Lamis, dell’atroce invasione sabauda
contrastata dai cosiddetti briganti, della bruciante luminosità delle coste
calcaree e del verde d’Aleppo - scampato agli incendi dolosi - che ammanta i
litorali.
Gargano: foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Come dimenticare l’approdo del principe di Argo. Dopo la guerra di Troia Diomede voltò le spalle all’Ellade e sbarcò sulle coste del Gargano. La sua prima mossa fu quella di ottenere l’amicizia e la protezione del potente re Daunio. Prontamente il sovrano che aveva sentito parlare delle sue gesta, lo volle ricevere; e stupito e ammirato dalla sua forza e bravura di guerriero, gli diede in sposa la figlia. Diomede regnò con riconosciuta saggezza fino a tarda età, e volle essere sepolto in una delle isole Tremiti, o Diomedee, che distano poche miglia dalla costa garganica, e nelle notti di luna sembrano dorsi di balene addormentate. Si deve all’archeologo Silvio Ferri, la scoperta negli anni ’50 delle stele daunie.
Isole Tremiti - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Ai compagni di Diomede, invece andò peggio: alla morte del
capo, quelli che erano stati i gloriosi militi di Ulisse e di Diomede, furono
trasformati in uccelli. Ancora piangono la scomparsa del loro re, narra la
leggenda. Questi uccelli sono chiamati, appunto, Diomedee. Ma non tutti i
soldati di Diomede furono trasformati in uccelli: il più fortunato fece in
tempo a sposare in extremis una sirena di nome Uria, e così ebbe salva la vita.
Con Uria il soldato fondò una nuova e bella città: ma questa Uria, dicono, era
dedita a pratiche erotiche di grande originalità. Se ne scandalizzarono perfino
gli dei e in breve decisero di sprofondare la città nel mare. Nelle giornate di
vento, sul lago di Varano, un tempo seno di mare, se accostate un orecchio
all’acqua, potete udire i disperati lamenti di Uria, che chiede di essere
liberata.
Spiritualità, magia e religione. Nessuno ha mai compreso
quell’arcano fascino del Gargano di attrarre lo spirito. E difatti nota un
diarista inglese, «ci sarà pure un motivo se i primi turisti del Gargano furono
i pellegrini alla ricerca della grazia»
. Su queste rive pregarono i cavalieri
crociati prima di imbarcarsi per le guerre in Oriente. Qui visse Federico II di
Svevia, che amò questa terra più di ogni altra. Qui sentì il bisogno di
inginocchiarsi il poverello di Assisi, San Francesco. Qui fu edificato nel 493
dopo Cristo il famoso santuario di San Michele Arcangelo.
Gargano - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Nella Foresta Umbra si concentra una luminosità d’acquario,
dove gli alberi si lasciano suonare dai venti come corde di violino e canne
d’organo. Insomma, un paese di prodigi e di miracolati; di eventi
soprannaturali; di uccelli che la notte piangono antichi eroi; di maghi e maghe
che guariscono con l’imposizione delle mani. Il paesaggio marino è armonia di
acque limpide: le scogliere si sfrangiano in calette e insenature sabbiose. La
sua bellezza è sfrontata: un’esagerazione della Natura, di bianchi lunari e
foreste smeraldine, di grotte dalle sculture titaniche.
Gargano: foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Terra d’acque sorgive. Il culto dell’oro blu: da Calcante a
Podalirio. La terra del carsismo: dalle stalattiti alle stalagmiti; sono ben
500 le cavità sotterranee esplorate. L’aria, il paesaggio, il cielo, il mare
del Gargano non costituiscono soltanto l’estensione di una Magna Grecia
religiosa, sono state anche il palcoscenico naturale per maghi, rabdomanti,
guaritori, sciamani e santi come Padre Pio.
Gargano: foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
Qui tra i dirupi e le rocce, tra i pini e i faggi l’aria è
mossa da spiriti e presenze che altrove sono impensabili. Forse è la luce, ma è
un fatto che chi arriva in questi luoghi si sente a un tratto diverso, più
leggero e insieme più turbato: le giornate sono particolarmente intense, sembrano
fatte di 48 ore. La notte sulle spiagge senti respirare il nave che ha navigato
Ulisse.
Qui ogni scoglio, albero, onda di mare, soffio di vento,
parlano di storie e leggende immortali: pensi alle sirene, ai ciclopi, a
Ulisse, e a quello stupendo verso di Dante che sintetizza la sua avventura:
«de’ remi facemmo ali al folle volo».
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