2.7.15

GARGANO LEGGENDARIO



Gargano: foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


di Gianni Lannes


La montagna del sole è un libro dai variegati colori: un intreccio fascinoso di bellezza e storia mitica dove oriente e occidente si mescolano e si confondono all’osservatore. I libri di geografia parlano di uno sperone che si incunea nell’Adriatico, «l’amarissimo mare» che cantò D’Annunzio. Altri poeti hanno celebrato la «terra degli dei» e il «mare degli eroi».

Il Gargano ha mille volti, nonostante i moderni stupri speculativi degli uomini approvati da autorità e istituzioni: terra d’accecante solarità dove una volta albergavano i dinosauri, ormai stratificati nella roccia. E' semplice imbattersi e calpestare villaggi preistorici e necropoli d'ogni età. La storia è perennemente permeata dalla leggenda: il Gargano delle apparizioni religiose, di monasteri ultramillenari abbandonati e diroccati (come a Monte Sacro, montagna anticamente consacrata a Giove Dodoneo), della straordinaria biblioteca nel santuario di San Matteo a San Marco in Lamis, dell’atroce invasione sabauda contrastata dai cosiddetti briganti, della bruciante luminosità delle coste calcaree e del verde d’Aleppo - scampato agli incendi dolosi - che ammanta i litorali.

 Gargano: foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Come dimenticare l’approdo del principe di Argo. Dopo la guerra di Troia Diomede voltò le spalle all’Ellade e sbarcò sulle coste del Gargano. La sua prima mossa fu quella di ottenere l’amicizia e la protezione del potente re Daunio. Prontamente il sovrano che aveva sentito parlare delle sue gesta, lo volle ricevere; e stupito e ammirato dalla sua forza e bravura di guerriero, gli diede in sposa la figlia. Diomede regnò con riconosciuta saggezza fino a tarda età, e volle essere sepolto in una delle isole Tremiti, o Diomedee, che distano poche miglia dalla costa garganica, e nelle notti di luna sembrano dorsi di balene addormentate. Si deve all’archeologo Silvio Ferri, la scoperta negli anni ’50 delle stele daunie.

Isole Tremiti - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Ai compagni di Diomede, invece andò peggio: alla morte del capo, quelli che erano stati i gloriosi militi di Ulisse e di Diomede, furono trasformati in uccelli. Ancora piangono la scomparsa del loro re, narra la leggenda. Questi uccelli sono chiamati, appunto, Diomedee. Ma non tutti i soldati di Diomede furono trasformati in uccelli: il più fortunato fece in tempo a sposare in extremis una sirena di nome Uria, e così ebbe salva la vita. Con Uria il soldato fondò una nuova e bella città: ma questa Uria, dicono, era dedita a pratiche erotiche di grande originalità. Se ne scandalizzarono perfino gli dei e in breve decisero di sprofondare la città nel mare. Nelle giornate di vento, sul lago di Varano, un tempo seno di mare, se accostate un orecchio all’acqua, potete udire i disperati lamenti di Uria, che chiede di essere liberata.

Spiritualità, magia e religione. Nessuno ha mai compreso quell’arcano fascino del Gargano di attrarre lo spirito. E difatti nota un diarista inglese, «ci sarà pure un motivo se i primi turisti del Gargano furono i pellegrini alla ricerca della grazia» . Su queste rive pregarono i cavalieri crociati prima di imbarcarsi per le guerre in Oriente. Qui visse Federico II di Svevia, che amò questa terra più di ogni altra. Qui sentì il bisogno di inginocchiarsi il poverello di Assisi, San Francesco. Qui fu edificato nel 493 dopo Cristo il famoso santuario di San Michele Arcangelo. 

Gargano - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Nella Foresta Umbra si concentra una luminosità d’acquario, dove gli alberi si lasciano suonare dai venti come corde di violino e canne d’organo. Insomma, un paese di prodigi e di miracolati; di eventi soprannaturali; di uccelli che la notte piangono antichi eroi; di maghi e maghe che guariscono con l’imposizione delle mani. Il paesaggio marino è armonia di acque limpide: le scogliere si sfrangiano in calette e insenature sabbiose. La sua bellezza è sfrontata: un’esagerazione della Natura, di bianchi lunari e foreste smeraldine, di grotte dalle sculture titaniche.

 
 Gargano: foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Terra d’acque sorgive. Il culto dell’oro blu: da Calcante a Podalirio. La terra del carsismo: dalle stalattiti alle stalagmiti; sono ben 500 le cavità sotterranee esplorate. L’aria, il paesaggio, il cielo, il mare del Gargano non costituiscono soltanto l’estensione di una Magna Grecia religiosa, sono state anche il palcoscenico naturale per maghi, rabdomanti, guaritori, sciamani e santi come Padre Pio.

 Gargano: foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)

Qui tra i dirupi e le rocce, tra i pini e i faggi l’aria è mossa da spiriti e presenze che altrove sono impensabili. Forse è la luce, ma è un fatto che chi arriva in questi luoghi si sente a un tratto diverso, più leggero e insieme più turbato: le giornate sono particolarmente intense, sembrano fatte di 48 ore. La notte sulle spiagge senti respirare il nave che ha navigato Ulisse.

Qui ogni scoglio, albero, onda di mare, soffio di vento, parlano di storie e leggende immortali: pensi alle sirene, ai ciclopi, a Ulisse, e a quello stupendo verso di Dante che sintetizza la sua avventura: «de’ remi facemmo ali al folle volo». 


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