di
Gianni Lannes
Infanzia,
letteratura e pedagogia: quasi una magia, se non una straordinaria
alchimia. Sbagliando s'inventa. Sferzate di libertà creativa e luminosa poesia: grazie Maestro. La grammatica della fantasia: trasformare
tutto, sognare in grande e non temere di sbagliare. D'un tratto la
scuola nel belpaese era diventata negli anni '60 un mondo incantato,
ma non era una favola, bensì un'utopia grazie al mitico Gianni
Rodari, nato un secolo fa. Il percorso di questo straordinario
scrittore italiano (il più tradotto al mondo insieme a Gramsci e Collodi alias Lorenzini), non
è un accomodante itinerario nei luoghi letterari dell'ironia e del
paradosso pedagogico, ma ha i segni della contemporaneità, anzi
dell'attualità, della tensione morale, della coraggiosa protesta
civile (di cui oggi si è incapaci). Oggi Rodari interroga proprio noi.
L'involuzione delle società umane che passa attraverso la sottomissione e la disumanizzazione, è sotto gli occhi di tutti. Come affrontare le sfide della vita in un mondo ostile? L'umorismo
dell'assurdo, il gioco della dissacrazione dei luoghi comuni, gli
stravolgimenti incredibili del linguaggio non sono altro che l'invito
reiterato a liberarci dalla catena degli schemi, dai pregiudizi, dai
luoghi comuni, dal conformismo per guardare oltre l'orizzonte
quotidiano della massa che si fa gregge silente.
In
una fase storica dilaniata ancora una volta dalla violenza e dalla
sopraffazione totalitaria i libri di Rodari ci indicano, anche al di
là della felice invenzione e del piacere delle lettura, le vie della
tolleranza, le strade dell'accoglienza, i percorsi dell'amicizia
sulle quali bisognerà incamminarsi per garantire un futuro alle giovani generazioni.