foto Gianni Lannes © |
di
Gianni Lannes
Mai
più genocidi? Al bando ipocrisia e retorica. Chi siamo? Senza
conoscere il nostro passato è impossibile immaginare il futuro e
vivere nel presente. Allora, occorre scavare nella memoria collettiva
per respingere l'ondata moderna di ritorno impastata di razzismo, antisemitismo, odio,
violenza, discriminazione, sopraffazione del genere disumano. Le
vittime, purtroppo, non furono solo ebrei, ma anche zingari, diversi e dissidenti
politici. Per chi si
affaccia alla vita occorrono anticorpi solidi contro l'orrore.
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Oggi che senso ha se i politicanti italidioti (in buona compagnia dei loro omologhi a livello mondiale) ripetono in coro all'unisono “mai più” nel corso delle commemorazioni sempre più trite e banali, mentre poi lo Stato tricolore (ma non solo) che rappresentano indegnamente, addirittura vende armi letali all'Arabia Saudita (per citare uno dei tanti esempi documentati) che miete civili in Yemen? E che dire della barbarie dello Stato di Israele contro il popolo della Palestina?
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Il
paradosso - nell'epoca del medioevo tecnologico - è l'amnesia collettiva, l'ininterrotta distrazione di
massa, l'ignoranza esibita, o peggio la negazione di fatti storici equiparati a mere opinioni, perché nella mentalità corrente la figura del vinto è stata
sostituita da quella delle vittima. «I fascismi - ci ha mostrato e dimostrato
Primo Levi - possono ancora esistere»: l'attualità conferma. Come
re-agire? A partire dalla riappropriazione delle parole, coltivando valori con l'esempio virtuoso, scuotendo le persone per
farle uscire dal loro torpore e dall'inanità. Che senso ha ricordare un solo giorno all'anno, se poi negli altri giorni ciò che si è commemorato viene banalmente dimenticato? Il giorno della memoria è tutti i
giorni, non un solo dì scontato all'anno.
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