di
Gianni Lannes
I
bambini sono esseri umani tra i più speciali e sensibili: sono stelle
che brillano nelle vite degli adulti, ma sovente "i grandi" neppure
si accorgono dei piccini, presente e futuro dell'umanità.
Ecco
una vergogna nazionale tutta italiana che denota il disinteresse
concreto - delle attuali più alte cariche dello Stato tricolore,
dall'inquilino del Quirinale a quello di Palazzo Chigi - verso chi si
appena affacciato alla vita e già soffre. Sono esattamente 325 -
secondo la banca dati del Parlamento (che non mente) alla data odierna - gli atti
parlamentari (interrogazioni e interpellanze) relativi alle
condizioni critiche dei bambini in Italia (pedofilia,
pedopornografia, affidi fuorilegge di tribunali pilotati dai servizi
sociali, sparizione di minori, eccetera) che nella XVIII legislatura,
ossia quella corrente, non hanno avuto risposta dai due esecutivi
targati Conte.
Ma
c'è di peggio a livello giuridico, o meglio un obbligo normativo,
stabilito dall'articolo 17 comma 1 della legge 3 agosto 1998, numero
269, impunemente disatteso dal presidente del consiglio dei ministri
pro tempore Conte Giuseppe:
«1.
Sono attribuite alla Presidenza del Consiglio dei ministri, fatte
salve le disposizioni della legge 28 agosto 1997, n. 285, le funzioni
di coordinamento delle attivita' svolte da tutte le pubbliche
amministrazioni, relative alla prevenzione, assistenza, anche in sede
legale, e tutela dei minori dallo sfruttamento sessuale e dall'abuso
sessuale. Il Presidente del Consiglio dei ministri presenta ogni anno
al Parlamento una relazione sull'attivita' svolta ai sensi del comma
3».
a) acquisisce dati e informazioni, a livello nazionale ed internazionale, sull'attivita' svolta per la prevenzione e la repressione e sulle strategie di contrasto programmate o realizzate da altri Stati;
b) promuove, in collaborazione con i Ministeri della pubblica istruzione, della sanita', dell'universita' e della ricerca scientifica e tecnologica, di grazia e giustizia e degli affari esteri, studi e ricerche relativi agli aspetti sociali, sanitari e giudiziari dei fenomeni di sfruttamento sessuale dei minori;
c) partecipa, d'intesa con il Ministero degli affari esteri, agli organismi comunitari e internazionali aventi compiti di tutela dei minori dallo sfruttamento sessuale».
Appunto la legge 3 agosto 1998 numero 269 (“Norme contro lo sfruttamento della prostituzione, della pornografia, del turismo sessuale in danno di minori, quali nuove forme di schiavitù”), prevede che ogni anno il Governo riferisca al Parlamento su quanto posto in essere per l’attuazione della legge. Di questa Relazione non vi è traccia, né i parlamentari tricolore hanno denunciato la gravissima inadempienza del capo di governo.
Peraltro,
l'Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza dovrebbe redigere una
relazione tecnico-scientifica annuale consuntiva delle attività
svolte, anche ai fini della predisposizione della relazione che il
primo ministro deve obbligatoriamente presentare ogni anno, ma non
risulta essere stata pubblicata. Dunque, l'opinione pubblica è
mantenuta all'oscuro di fatti rilevantissimi per la società, di cui le autorità ai più elevati livelli non tengono alcun conto. Inoltre, tale osservatorio deve anche
predisporre il Piano nazionale di prevenzione e contrasto dell'abuso
e dello sfruttamento sessuale dei minori, che sottopone
all'approvazione del Comitato Interministeriale di Coordinamento per
la lotta alla pedofilia. Già un Rapporto delle Nazioni Unite del 2009
sottolineava (”I diritti dell'Infanzia e dell'adolescenza in
Italia”, 2° Rapporto supplementare, pagina 169) che è tutto fermo
a fine 2007 e che dal Centro nazionale di documentazione e analisi
per l'infanzia e l'adolescenza «non è stato possibile ottenere
informazioni aggiornate».
Come
mai il Garante per l'infanzia e l'adolescenza non ha nulla da
obiettare? Eppure, l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza
è un organo monocratico italiano istituito nel 2011, con il compito
precipuo di promuovere l'attuazione delle misure previste dalla
convenzione di New York, nonché da altri strumenti internazionali
finalizzati alla promozione e alla tutela dei diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza.
In
Italia regna una cappa di omertà istituzionale che grava sui crimini
pedofili sotto forma di sfruttamento in svariati modi: dalla
pornografia all'adescamento via Internet, alla riduzione in schiavitù
fino al turismo sessuale, in cui sono particolarmente versati gli
“italiani brava gente”. In particolare, proprio nel belpaese, al
di là dei roboanti proclami politici e della promulgazione di nuove
leggi, è forte la spiacevole sensazione che molto ancora resti da
fare per tutelare seriamente l'infanzia e l'adolescenza da tante
pericolose insidie. Si tratta di un disagio alimentato da radici
antiche: nella storia del diritto il bambino è stato percepito come
un essere che solo attraverso il processo educativo diventa persona.
Ossia viene considerato bene di proprietà e non come una persona
umana già esistente con le sue esigenze e la sua identità presenti
fin dalla nascita. Lo stesso termine “minore” - per sottolineare
quanto siano performative le parole - ancora e sempre usato a livello
giuridico e politico è decisamente significativo ed esemplificativo,
in quanto sottolinea una condizione a tutti gli effetti di
inferiorità sociale, e quindi, di incompiutezza e dipendenza dagli
adulti.
Insomma,
i controllori non hanno particolarmente a cuore la sorte di bambini e adolescenti. Gattopardismi, opportunismi,
formalismi, protagonismi di facciata, omertà e silenzi che denotano
chiaramente il disinteresse reale delle istituzioni. Quanto alla
Chiesa cattolica, non lasciate che i pargoli vadano a loro.
Nel 2016 ho scritto personalmente al capo dello Stato e al suddetto Garante, essi, però, non hanno ancora risposto. C'è un giudice almeno a Berlino?
Nel 2016 ho scritto personalmente al capo dello Stato e al suddetto Garante, essi, però, non hanno ancora risposto. C'è un giudice almeno a Berlino?
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