30.5.23

EMILIA ROMAGNA: DISASTRO PREANNUNCIATO NEL 2021!

 


 

di Gianni Lannes

Morti e disastri annunciati da tempo. Tutto previsto, tutto calcolato. Una fatalità? Tutta colpa della natura? Quando mai: ma quale anidride carbonica. Il documento dell'Ispra numero 353 dell'ottobre 2021 (“Rapporto sulle condizioni di pericolosità da alluvione in Italia e indicatori di rischio associati”) e il rapporto Ispra numero 356/2021 intitolato Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio, non lasciano spazio ad equivoci e non mentono spudoratamente come gli inetti politicanti tricolore che sperperano impunemente montagne di denaro pubblico:

«Con riferimento al quadro della pericolosità e del rischio di alluvioni, aggiornato dalle Autorità di Bacino Distrettuali a dicembre 2020 in attuazione dell’art. 6 della Direttiva Europea sulle Alluvioni 2007/60/CE (II ciclo di Gestione) e analizzato a livello nazionale dall’ISPRA (Lastoria et al., 20211 ), l’Emilia Romagna è tra le regioni in cui le percentuali di territorio potenzialmente allagabile (Figura 1), così come quelle di popolazione esposta a rischio di alluvione per i tre scenari di pericolosità/probabilità, risultano superiori rispetto ai valori calcolati alla scala nazionale. In particolare, l’11,6% del territorio regionale, in cui risiede poco meno del 10% della popolazione, ricade in aree potenzialmente allagabili secondo uno scenario di pericolosità elevata (ovvero inondabile per eventi con TR-tempi di ritorno compresi tra i 20 e i 50 anni2 ). In caso di scenario di pericolosità media (TR compreso tra 100 e 200 anni) le aree potenzialmente allagabili raggiungono il 45,6% dell’intero territorio regionale e la popolazione esposta supera ampiamente il 60%. Le province con maggiori percentuali di territorio inondabile sono Ravenna e Ferrara con percentuali che arrivano rispettivamente all’80% e quasi al 100% in caso di scenario di pericolosità media da alluvioni».




Dopo la tragedia preannunciata è andata in onda la solita nauseante passerella di promesse altisonanti: da Mattarella alla Meloni. Le autorità politico-amministrative e della Protezione civile, a livello regionale e nazionale, però, sapevano del disastro in arrivo, almeno da due anni, ma non hanno mosso un dito.

Sul banco degli irresponsabili alla voce asfalto e cemento armato a tutto spiano, ovvero speculazione edilizia, al primo posto figura il presidente della regione, Stefano Bonaccini del piddì, nonché l'attuale segretario nazionale sempre del cosiddetto partito democratico, tale Elly Schlein, già vicepresidente della regione Emilia Romagna.

L'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale si è così espresso:

«L’evento meteo-idrogeologico del 1-4 maggio è stato caratterizzato da precipitazioni sull’intero territorio regionale; l’interazione con la catena appenninica ha amplificato il fenomeno determinando sulla zona collinare tra le province di Bologna e Forlì-Cesena accumuli di precipitazioni rilevanti, di oltre 200 mm. L’evento di pioggia, durato complessivamente 48 ore, è risultato il più intenso rilevato sull’intero territorio regionale per due giorni consecutivi dal 1997 ed il più intenso nella stagione primaverile dal 1961. Le precipitazioni più intense si sono concentrate sui bacini collinari affluenti di Reno. L’andamento orario registrato dalle stazioni pluviometriche più significative dei suddetti bacini, ha mostrato la persistenza nel tempo delle piogge, che hanno raggiunto nelle 24 ore centrali dell’evento cumulate superiori ai 150 mm/24h, per le quali è stato stimato un tempo di ritorno superiore a 100 anni».

Ancora l'Ispra:

«Dalla notte dell’1 fino alla mattina del 3 maggio, una perturbazione sull’area mediterranea ha apportato precipitazioni diffuse e persistenti sull’intero territorio regionale, che sono risultate le più intense per due giorni consecutivi dall’inizio della serie storica, con tempi di ritorno stimati di oltre 100 anni. In particolare piogge superiori ai 200 mm sono cadute sui bacini collinari centro-occidentali di Samoggia, Idice, Quaderna, Sillaro, Santerno, Senio, Lamone e Montone, che sono stati contemporaneamente interessati da piene con livelli al colmo superiori ai massimi storici registrati. Nei tratti arginati dei suddetti corsi d’acqua si sono verificate numerose rotte e sormonti arginali nelle giornate del 2 e 3 maggio, con conseguente allagamento di zone agricole ed insediamenti civili e produttivi nella pianura bolognese, ravennate e forlivese. Piene di minore entità hanno interessato anche Secchia, Panaro e Reno. Centinaia di fenomeni franosi, da piccoli smottamenti a frane di grandi dimensioni, si sono verificati sul territorio bolognese, ravennate e forlivese, con minor frequenza anche nel modenese e reggiano. Numerosissime frane hanno temporaneamente interrotto la viabilità, mentre altre hanno interessato porzioni di versante più estese, danneggiando pesantemente le infrastrutture e gli edifici».

Ma come si fa a fare una stima esatta della quantità di pioggia che cade al suolo in una determinata area? Questo dato viene misurato dai pluviometri, gli strumenti utilizzati per in ambito scientifico per calcolare il volume d’acqua caduto su una certa superficie. In Italia l’unità di misura usata è il millimetro (mm), e corrisponde alla così detta ‘altezza pluviometrica o altezza di pioggia’, ovvero l’accumulo di acqua all’interno del pluviometro dalla mezzanotte. In questo modo la quantità di pioggia viene immaginata come un’altezza. Un millimetro di pioggia misurato all’interno del pluviometro è pari come quantità a 1 litro caduto su una superficie di 1 metro quadrato nella determinata località in cui è posizionato lo strumento.

Per quanto straordinario l'evento pluviometrico aggravato dalla mano dell'uomo, la condizione di fiumi, torrenti e argini in Emilia Romagna è da terzo mondo dell'Europa e denota una palese e criminosa incapacità amministrativa. 

Dopo a chi toccherà? A proposito: nel Belpaese - ormai ridotto a un laboratorio bellico United States of America - chi fa il bello e il cattivo tempo per la conquista del clima entro il 2025? Per caso lo zio Sam? Un dato è certo e documentato: nel 2011, a Genova, durante la mattanza dei pacifisti, Berlusconi e Bush hanno siglato un  accordo segreto per la manipolazione del clima, in violazione dell'a Convenzione Enmod dell'ONU. Il ministro Matteo Salvini ha già dimenticato la sua interrogazione relativa alle scie chimiche, depositata all'Europarlamento il 17 luglio 2013? Chi induce siccità prolungata e pioggia torrenziale in un soffio? La maggioranza della popolazione italiana aprirà finalmente gli occhi, o seguiterà a bivaccare nella dissonanza cognitiva?


Riferimenti:

https://www.isprambiente.gov.it/files2021/pubblicazioni/rapporti/rapporto_alluvioni_ispra_353_16_11_2021_rev2.pdf

https://www.isprambiente.gov.it/files2023/notizie/pdf24_merged.pdf

https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-sulle-condizioni-di-pericolosita-da-alluvione-in-italia-e-indicatori-di-rischio-associati

https://www.isprambiente.gov.it/files2022/pubblicazioni/rapporti/rapporto_dissesto_idrogeologico_italia_ispra_356_2021_finale_web.pdf

https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/dissesto-idrogeologico-in-italia-pericolosita-e-indicatori-di-rischio-edizione-2021

https://www.centrometeoemiliaromagna.com/clima

https://www.arpae.it/it/notizie/rapporto_meteo_20230501-04.pdf

https://allertameteo.regione.emilia-romagna.it/cumulativa-48

https://www.chiara.eco/siccita-mai-cosi-poca-pioggia-negli-ultimi-60-anni-in-emilia-romagna/

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=enmod




Gianni Lannes, l'Italia trema, Edizioni Mondo Nuovo, Pescara, 2023.

Gianni Lannes, Il grande fratello. Strategie del dominio, Draco edizioni, Modena, 2012.
 

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