di Gianni Lannes
Le autorità slovene, in collaborazione con la Croazia, realizzeranno un nuovo reattore nucleare nella centrale di Krško, operativa dal 15 gennaio 1983. Il sito atomico è dotato di un reattore ad acqua pressurizzata 48,7 tonnellate di «combustibile» a base di ossido d'uranio, ormai obsoleto ed insicuro. Tale impianto nucleare sorge a circa 100 chilometri in linea d'aria da Trieste.
La centrale, dove in passato si sono registrati alcuni incidenti, insiste su un'area altamente sismica e già in passato ci sono state preoccupazioni per alcune forti scosse che mettevano a rischio l'impianto, come quella di magnitudo 4,2 registrata il 1° novembre 2015.
Entro il 2050 entreranno in fase di chiusura (shut-down) ben 401 reattori nucleari, di cui 141 in Europa occidentale dopo il disastro di Fukushima, la Francia (dove sono accaduti numerosi incidenti) ha chiuso 14 reattori e la Germania ha annunciato il graduale abbandono del nucleare. Invece, le autorità slovene e croate sono intenzionate a proseguire nello sviluppo di questa tecnologia pericolosa e fallimentare. E il governicchio Draghi lascia fare senza fiatare.
Riferimenti:
Gianni Lannes, ITALIA USA E GETTA, Arianna editrice, Bologna, 2014.
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=nucleare
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