Documento a firma del Sottosegretario di Stato alla Difesa Isabella Rauti |
di Gianni Lannes
Bombe atomiche ("alleate") ancora più potenti nel silenzio generale di radio, tv e giornaloni. L'Italia è libera, sovrana e indipendente, oppure è una colonia angloamericana dall'8 settembre 1943? Dopo decenni di negazionismo istituzionale e di omertà politica, ecco la prima ammissione ufficiale ma sottovoce, sia pure veicolata in un atto parlamentare ignoto alla collettività nazionale. Chi legge attentamente i resoconti della Camera dei deputati? Chi si rende conto del pericolo incombente?
Mentre nel Belpaese va in onda la
censura post-fascista unitamente alla pilotata disinformazione giornaliera, amplificata dal frastuono consumistico delle distrazioni di massa e le rarissime voci critiche ricevono intimidazioni di regime, grazie al consenso
del governo Meloni (alla stregua di tutti i precedenti esecutivi
tricolore: da Berlusconi a Prodi, fino a Renzi, Letta, Gentiloni,
Conte e Draghi), nonché al silenzio-assenso del capo Stato pro-tempore Sergio Mattarella, il pericoloso arsenale nucleare United States of
America stanziato in Italia è stato potenziato, in barba alla
Costituzione repubblicana, all'insaputa della popolazione italiana e
in violazione del Trattato di non proliferazione ratificato dalla
legge 24 aprile 1975, numero 131. Ciò rende il Belpaese un obiettivo
di guerra atomica. La conferma ufficiale è del sottosegretario alla
Difesa Isabella Rauti. Infatti nel mese di aprile 2023 un aereo C-17
Globemaster proveniente dagli Stati Uniti d'America ha trasferito
trenta nuove testate nucleari B61-12, per sostituire le vecchie
B61-11, nelle basi Nato di Ghedi (Brescia), di Aviano (Pordenone) e
di Incirlik in Turchia. Insomma, vite ipotecate da una gigantesca spada nucleare di Damocle, in grado di disintegrare lo Stivale (isole comprese) in pochi secondi.
Si tratta dell'ultima fase del piano di
rinnovamento dell'arsenale nucleare statunitense su territorio
europeo, nel contesto del programma Nato di condivisione nucleare tra
Belgio, Germania, Olanda, Italia, Turchia e Stati Uniti. La
gravissima notizia dovrebbe campeggiare su televisioni e giornali,
invece non c'è neppure una pallida ombra a testimonianza della
sudditanza, dell'indifferenza e dell'ignoranza nazionale. Un Paese civile e democratico insorgerebbe? Perché accettare passivamente questa sudditanza a Washington?
Kissinger e Meloni (luglio 2023) |
il dittatore Pinochet e il macellaio Kissinger (giugno 1976) |
Le testate nucleari B61-12 rappresentano una versione tecnologicamente più avanzata di quelle attualmente dislocate sul continente europeo, con una potenza regolabile da 0,3 a 50 kilotoni che possono esplodere anche sotto la superficie terrestre, aumentando la loro capacità distruttiva contro obiettivi sotterranei, fino a raggiungere l'equivalente di un'arma a scoppio in superficie con una resa di 1.250 kilotoni: una potenza esplosiva pari a circa 83 bombe come quelle usate a Hiroshima.
Queste nuove testate arrivano in Europa in un momento di guerra in Ucraina e dalle ricorrenti minacce di ricorso alle armi nucleari da parte del Cremlino.
Il 6 e 9 agosto 2023 è ricorso il settantottesimo anniversario dell'olocausto nucleare di Hiroshima e Nagasaki che ogni anno ricorda i bombardamenti atomici delle due città Giapponesi, evento che ha sconvolto il corso della storia, ponendo l'umanità di fronte ad una sfida per la propria sopravvivenza; negli stessi giorni le unità del 31st Fighter Wing e il Comando Aeroporto di Aviano, coordinate dalla prefettura e dagli agenti delle forze dell'ordine del territorio, hanno programmato presso la base di Aviano un'esercitazione militare con la diffusione tramite amplificazione di messaggi sonori e l'uso di esplosioni simulate.
Aviano è una delle due basi militari italiane dove sono collocati ordigni nucleari, in particolare, le bombe B-61, vale a dire ordigni nucleari di fabbricazione americana per l'impiego tattico e strategico da caccia bombardieri, che sarebbero in corso di sostituzione con le B61-12, ordigni con testate fino a 50 kilotoni (circa il triplo della bomba di Hiroshima), maggiormente flessibili e perfettamente adatti all'impiego su caccia multiruolo come i nuovi F35, per il rafforzamento del deterrente nucleare Nato nei confronti della Russia.
La città di Trieste è nell'elenco dei porti messi a disposizione dal Governo italiano per il transito e la sosta di navi e sommergibili da guerra a propulsione nucleare, che potrebbero detenere ordigni nucleari a bordo. La Tavola per la pace del Friuli Venezia Giulia e il Comitato di Liberazione Nazionale di Pordenone avrebbero in più occasioni sollecitato i rispettivi Prefetti di Trieste e Pordenone a rispondere alle richieste di rilascio di copia dei piani nazionali per la gestione delle emergenze radiologiche e nucleari e dei piani di emergenza esterna per le aree portuali, con riferimento alla base di Aviano e al porto di Trieste, piani previsti dalla legge e dalle direttive europee, anche alla luce delle nuove norme in argomento contenute nella direttiva Euratom 2013/59, recepita dal Parlamento italiano con decreto legislativo 31 luglio 2020 n. 101, senza averne riscontro.
L'Italia, pur aderendo al Trattato di non proliferazione nucleare,
continua a mantenere riservate notizie riguardanti la presenza di
ordigni nucleari sul proprio territorio, impedendo di fatto la
corretta valutazione dei rischi e costringendo le istituzioni ad
omettere importanti conoscenze e informazioni verso gli enti locali e
la popolazione riguardo i rischi della presenza di tali ordigni e le
relative misure di protezione in caso di incidente, attentato o atto
bellico deliberato, che si dovessero verificare.
Le bombe di gravità B61-12 costituiscono ordigni nucleari sviluppati negli Stati Uniti negli anni i Sessanta; il loro programma di aggiornamento prevederebbe investimenti pari a 10 miliardi di dollari e consterebbe nella sostituzione di versioni presenti in Germania, Belgio, Paesi Bassi, Turchia e Italia. In particolare, gli aggiornamenti concernerebbero aspetti di design, connessi ad un nuovo sistema riferito alla loro funzionalità operativa. Tali interventi, inoltre, sarebbero volti al caricamento degli ordigni su velivoli come bombardieri B2 e B21, F15, F16, F35 e Tornado.
La rimodulazione del sistema difensivo atlantico caratterizzato, peraltro, da ordigni di tipologia nucleare, rappresenta una questione di primaria rilevanza nazionale ed internazionale che necessita di un accurato ed approfondito esame nelle opportune sedi, con la massima trasparenza.
Il piano di aggiornamento dell'arsenale nucleare messo in atto
dagli Stati Uniti d'America è stato condiviso con il Presidente del
Consiglio dei ministri (Meloni) e con il Ministro della difesa (Crosetto) dopo
l'assunzione dei loro incarichi?
Quella dell'uso delle armi nucleari rappresenta una minaccia incombente sul futuro dell'umanità, anche tenendo presente che i due conflitti bellici di maggiore impatto in questo momento vedono impegnati anche Paesi, come la Russia e Israele, che posseggono armamenti nucleari;
Il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) è un pilastro importante della politica di disarmo nucleare, ma le sue ultime «conferenze di riesame» si sono concluse addirittura senza l'approvazione di un documento finale.
Il 7 luglio 2017 è stato adottato da una conferenza delle Nazioni Unite, su impulso dell'Assemblea generale, il trattato per la proibizione delle armi nucleari (Treaty on the Prohibition of Nuciear Weapons, TPNW) promosso da numerose associazioni della società civile internazionale raccolte nella rete ICAN (International Campaign to Abolish Nuciear Weapons) che ottenne per questo suo impegno nel 2017 il Premio Nobel per la pace.
Dopo il raggiungimento, nell'ottobre del 2020, della cinquantesima ratifica, il trattato TPNW è entrato in vigore il 22 gennaio del 20211 diventando, dunque, la prima norma internazionale volta a sancire l'illegalità delle armi nucleari. Attualmente il TPNW è stato firmato da 92 Stati e ratificato da 68 (in Europa da Austria, Irlanda, Malta, San Marino e Santa Sede); dal 21 al 23 giugno 2022 si è svolta a Vienna la prima riunione degli Stati parte del TPNW, alla quale hanno partecipato, in qualità di osservatori, tra gli altri, anche i rappresentanti di Paesi aderenti alla NATO, ovvero Belgio, Finlandia, Germania, Paesi Bassi e Norvegia, ma non ha partecipato l'Italia, nonostante la risoluzione n. 7-00766 approvata dalla Commissione affari esteri e comunitari nel corso della XVIII legislatura, il 18 maggio 2022, avesse chiesto al Governo, di valutarne l'ipotesi.
Perché la Meloni ha violato la Costituzione e ha messo
a repentaglio il nostro Paese e i suoi abitanti con gravissimi rischi
per la sicurezza e l'incolumità nazionale? Che ne sarà dell'Italia e dei disinformati italiani?
Riferimenti:
https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1975/04/30/075U0131/sg
https://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=5/01091&ramo=C&leg=19
Gianni Lannes, Italia USA e getta, Arianna editrice, Bologna, 2014.
https://fas.org/blogs/security/2023/04/volkel-nuclear-weapon-accident/
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2016/09/italia-primo-obiettivo-di-guerra.html
https://serenoregis.org/2016/04/15/italia-usa-e-getta-recensione-di-cinzia-picchioni/
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=meloni
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=crosetto
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/2013/05/usa-alleati-di-mafia-dal-1943-contro.html
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=b61
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