10.4.24

IL CLIMA È UN DIRITTO UMANO!

 

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di Gianni Lannes

La Corte europea dei diritti umani si è pronunciata contro la Svizzera per l'inerzia di fronte al cambiamento climatico (indotto dall'uomo). E' la prima volta che uno Stato viene condannato per violazione della Convenzione sui diritti dell'uomo e dovrebbe costituire un precedente per i 46 Stati (eterodiretti dalle multinazionali del malaffare) membri del Consiglio d'Europa.

Italia (9 aprile 2024) foto Gilan

 

Italia (9 aprile 2024) foto Gilan

Il merito va alle "Anziane per il clima", un'associazione che conta più di duemila donne associate  che aveva intentato causa alla Confederazione elvetica.

Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che il mutamento climatico sia una questione di  interesse comune per l'umanità e che la necessità di promuovere la condivisione degli oneri intergenerazionali porti a considerare il ricorso a organismi collettivi quale unico mezzo accessibile per difendere efficamente interessi particolari. La Corte di Strasburgo ha stabilito che la Svizzera non ha adempiuto agli obblighi ("positivi") sanciti dall'articolo 8 Cedu, norma che deve essere considerata comprendente il diritto degli individui a un'effettiva protezione da parte delle autorità statali dai gravi effetti negativi del cambiamento climatico sulla loro vita. Se dunque si rilevano azioni statali inadeguate per combattere il mutamento climatico che aggravano i rischi di conseguenze dannose (e le relative minacce per il godimento dei diritti umani) si pone in essere un illecito omissivo. La Corte ha individuato il rapporto di causalità fra l'inazione dello Stato e i danni o il rischio di danni.

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