L'appello del direttore dell'ospedale Al-Shifa ad Al-Jazeera: "Poche ore ci separano dalla morte e il mondo ci guarda morire. Non siamo solo numeri. L’ospedale che andrà fuori servizio sarà un vero disastro e chiediamo al mondo di agire per salvare i pazienti e gli sfollati. I corpi dei martiri sono ammucchiati e cercheremo di seppellirli all'interno dell'ospedale. L’occupazione ha preso di mira l’unità di terapia intensiva e ha ferito coloro che erano già feriti. Non abbiamo acqua, cibo, elettricità, Internet e siamo completamente isolati dal mondo".
Rimanere immobili in silenzio significa sostenere il genocidio in corso. Urlate la vostra indignazione, in ogni capitale del mondo “civile”, in ogni città, in ogni piazza, sovrastate le nostre urla di dolore e terrore. C’è una parte di umanità che sta morendo in pietoso ascolto. Restiamo umani.
«Ho una videocamera con me ma ho scoperto oggi di essere un pessimo cameraman, non riesco a riprendere i corpi maciullati e i volti in lacrime. Non ce la faccio. Non riesco perché piango anche io. Israele ha trasformato gli ospedali palestinesi in tante fabbriche di angeli. […] Quei corpicini smembrati, quelle vite potate ancora prima di fiorire saranno un incubo per tutto il resto della mia vita, e se ho ancora la forza di raccontare della loro fine è perché voglio rendere giustizia a chi non ha più voce, forse a chi non ha mai avuto orecchie per ascoltare. Restiamo umani»: parola di Vittorio Arrigoni.
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