3.11.23

UN ALTRO PESTICIDA NEL PROSECCO!

di Gianni Lannes

Bollicine avvelenate nel Nord Est. Il consorzio di tutela della denominazione di origine controllata Prosecco ha invitato, attraverso comunicazione scritta, i produttori della DOC Prosecco ad astenersi dall'uso di un pesticida, il "Clorpirifos-metile", per combattere un insetto chiamato "cicalina", che avrebbe infettato i vigneti e che solo in Veneto ha causato danni stimati in oltre 200 milioni di euro, come riporta l'edizione de "Il Gazzettino" del 4 giugno 2023.

I produttori di Prosecco DOC temono apertamente di non poter più esportare le proprie bottiglie, soprattutto negli States, che rappresenta oggi il primo mercato in assoluto, con oltre 134 milioni di bottiglie, dove il Clorpirifos è vietato, perché il suo residuo è sospettato di danneggiare lo sviluppo mentale dei bambini, e anche l'Unione europea lo ha messo al bando.

L'invito del consorzio ai produttori è molto chiaro, come si legge nel testo loro inviato:

 "Nell'apprendere la possibilità che il ministero della Sanità ammetta in deroga l'utilizzo, ancorché con limitazioni, del Clorpirifos-metile, il Consorzio di tutela della Doc Prosecco - nell'impossibilità di vietare al proprio sistema produttivo l'impiego di tale sostanza - auspica venga preferita l'adozione dei principi attivi il cui impiego è ordinariamente ammesso per la lotta alla cicalina S.titanus, seguendo le eventuali raccomandazioni sull'impiego di categorie di prodotti ritenuti più efficaci. Ciò al fine di non vanificare gli sforzi sin qui compiuti in termini di sostenibilità. Il Consorzio ricorda inoltre al proprio sistema produttivo l'obbligo di rimozione puntuale e tempestiva delle piante sintomatiche, per evitare la propagazione della fitopatia".

Dal canto suo, il consigliere della Regione Veneto del PD, Andrea Zanoni, ha dichiarato a "Il Gazzettino" del 4 giugno 2023 che: "mesi di dibattiti, interrogazioni, petizioni e manifestazioni contro il Clorpirifos sembrano aver dato i primi frutti: dopo la Docg ora anche la Doc si dissocia lasciando come unico sostenitore del pesticida neurotossico l'assessore all'agricoltura della regione Federico Caner".

Di recente, il Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (tale Lollobrigida, cognato della capa Meloni, entrambi assurti alle cronache dell'estate scorsa per aver sponsorizzato il consumo alimentare dell'inquinatissimo granchio blu) ha firmato un decreto con i criteri di riparto del fondo per il sostegno alle imprese agricole colpite dalla flavescenza dorata. In tutto sono 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni per il 2024 da ripartire tra Veneto, Friuli-Venezia Giulia, province autonome di Trento e Bolzano e altre 5 regioni.

Adesso, sia la Regione Veneto sia la Regione Friuli-Venezia Giulia hanno chiesto al Ministero una deroga per poter utilizzare contro la flavescenza dorata il "Clorpirifos-metile", pesticida vietato dall'Unione europea.

La Commissione UE ha inoltre ripetutamente chiesto di ridurre anche l'uso di pesticidi e aumentare la superficie coltivata in biologico, mentre i dati dicono che in questo processo il Veneto è in gran ritardo; in merito, il consigliere Zanoni ha inoltre osservato che: "La quantità di superficie coltivata a vigneti aumenta in Veneto di anno in anno, così come le vendite di pesticidi. E a questo, si aggiungono anche quelli acquistati in nero, come raccontato da don Maurizio Dassié, parroco di Miane, denunciando che "i produttori gliel'hanno detto durante la confessione".

I recenti dati ARPAV (l'Azienda regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto) dimostrano come i residui dei pesticidi determinino l'inquinamento delle falde acquifere, e il modello agricolo attuale spinge produttori e amministratori a chiedere ulteriori deroghe per l'utilizzo di prodotti chimici.

Si ricorda inoltre la vicenda, assurta poi alle cronache nazionali, legata alla processione del patrono nel comune di Vidor, 4.000 abitanti sulle colline di Valdobbiadene, allorquando il parroco decise di fermarla nel momento del passaggio di un elicottero, che doveva irrorare i vigneti più impervi, per colpa del vento che avrebbe "spruzzato" la miscela chimica sui fedeli.

A seguito di quella clamorosa protesta, l'elicottero dei pesticidi è stato vietato, ma i vigneti di prosecco sulle colline tra Veneto e Friuli si sono moltiplicati assieme alle proteste contro l'abuso di prodotti di sintesi chimica in quella che ormai a tutti gli effetti, una monocoltura "avvelenata". Ai produttori interessa solo il tornaconto economico ma non la salute della gente e del territorio.

Riferimenti:

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=prosecco

Nessun commento:

Posta un commento

Gradita firma degli utenti.