Piano di partizione territoriale dell'ONU (adottato il 29 novembre 1947) |
di Gianni Lannes
Falsa bandiera: Pearl Harbour insegna la storia. “Per mezzo dell'inganno faremo la guerra” (“By war of deception thou shalt do war”): è il primo motto vincente del Mossad. Perché le autorità politiche, militari e di intelligence israeliane hanno creato, finanziato e sostenuto Hamas, come attestano numerose prove ufficiali? Al fine di avere la giustificazione per giungere alla soluzione finale contro il popolo palestinese? Per quale ragione lo Stato di Israele non ha mai rispettato le numerose risoluzioni delle Nazioni Unite, a partire dalla numero 181 del 1947, fino ad oggi? Se i sionisti accettassero un compromesso vero e reale davanti alla comunità internazionale che garantisse libertà, indipendenza, lavoro e dignità al popolo Palestinese, non potrebbero continuare a rubare le terre, non potrebbero lucrare sui fabbisogni vitali dei palestinesi e non potrebbero continuare ad arricchire le lobbies delle armi che fanno sempre capo a loro, sia dentro che fuori Israele.
Villaggi ed insediamenti israeliani al 31 marzo 1945. |
Il governino Meloni che si è astenuto sulla risoluzione presentata dagli Stati arabi all’Assemblea generale dell’Onu, che chiedeva la tregua a Gaza. L’Italia è tra i 45 Paesi che si sono astenuti, mentre i “no” sono stati 14. Stati Uniti e Israele hanno votato contro. La risoluzione è stata approvata a stragrande maggioranza con 120 voti a favore.
Dalla “guerra dei sei giorni” (1967) al 2005 la regione è stata occupata militarmente da Israele, e dal 2007 è controllata da Hamas, un’organizzazione terroristica della galassia dell’estremismo islamico. La “striscia” è chiusa in un blocco, e l’accesso è sostanzialmente controllato dall’Egitto. L’80% della popolazione sopravvive grazie agli aiuti umanitari.
Le radici di tanta feroce contrapposizione ci riporta al secondo dopoguerra e ai primi passi della neonata Organizzazione delle Nazioni Unite. Nel 1947 l’Assemblea generale dell’Onu aveva adottato una risoluzione (la numero 181) che prefigurava la divisione della Palestina in due Stati, uno ebraico e uno arabo, e l’internazionalizzazione di Gerusalemme. La reazione degli arabi alla creazione dello Stato di Israele (1948) portò alla prima guerra e alla sconfitta araba (1949). Altre guerre seguirono nel 1967 e nel 1973, accompagnate dalla nascita delle organizzazioni politiche (e militari) finalizzate a dare voce alla questione palestinese. In questo contesto, oltre all’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) è nata Hamas, il cui scopo dichiarato era di disconoscere Israele e di alimentare gli scontri nei territori da questo occupati.
Quando Israele entrò a far parte dell’ONU come stato membro nel 1949, ratificò il suo impegno a rispettare le direttive e le risoluzioni dell’Organizzazione. La Palestina, al contrario, non è un Paese membro ma ha lo status di osservatore permanente, ossia non può votare o proporre risoluzioni, ma solo assistere e partecipare ai lavori dell’Assemblea Generale. Attraverso le sue risoluzioni, l'ONU ha cercato di delineare anche dal punto di vista legale internazionale ciò che doveva essere rispettato all’interno del conflitto.
Nel panorama del
conflitto israelo-palestinese, il Consiglio di Sicurezza ha adottato
in totale 70 risoluzioni riguardanti Palestina ed Israele. Una delle
più famose è la risoluzione 181 del 1947 con cui l’Assemblea
Generale propose di dividere la Palestina in due Stati, uno arabo e
uno ebraico, con capitale Gerusalemme, che veniva tenuta sotto un
regime internazionale speciale.
Nel 1950, l’ONU decise di
fondare un’agenzia per dare aiuti e servizi essenziali ai
Palestinesi che a causa del conflitto erano diventati rifugiati.
L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei
rifugiati palestinesi in the Near East (UNRWA) continua ancora oggi a
prestare soccorso alla popolazione palestinese. Dopo la Guerra dei
sei giorni del 1967, l’ONU con la risoluzione 242 invitò Israele a
ritirarsi dai territori occupati. A oggi, questa risoluzione non è
stata mai rispettata.
Nel 2004, inoltre, l'ONU dichiarò che il muro costruito da Israele nei territori occupati è contrario al diritto internazionale e chiese perciò di abbatterlo. Nel 2022, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha anche chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di emettere un parere sulla legalità della prolungata occupazione israeliana iniziata nel 1967 e sulle implicazioni per gli Stati membri.
Un passo indietro verso le radici: ecco appunto la risoluzione 181 datata 29 novembre 1947. L’ONU creò una speciale commissione UNSCOP che si recò in Palestina nel 1947 dove assistè tra l’altro al rinvio della nave Exodus carica di immigranti ebrei (operazione organizzata dall’Haganah) da parte delle autorità inglesi. Questo fatto convinse la maggioranza della commissione della necessità di attribuire agli ebrei spazio a sufficienza per accogliere gli immigrati ebrei che erano scampati all’olocausto. Il piano proposto dalla minoranza della commissione fu ignorato. La proposta della maggioranza fu sottoposta al plenum dell’ONU il 29 novembre 1947.
L’ONU contava allora 56 paesi. La votazione fu rinviata ben due volte. Erano necessari i 2/ 3 dei consensi, ovvero 37 voti. I sì furono 33, i no 13 e gli astenuti 10. Per l’occasione non si contarono gli astenuti! Contrariamente a quanto preannunciato Haiti, Liberia e Filippine decisero all’ultimo momento di votare sì a seguito delle scandalose pressioni degli USA che letteralmente “comperarono” i voti con soldi donati dai sionisti. La risoluzione 181 sancisce la spartizione della Palestina : attribuisce il 56,47 % del territorio a 500’000 ebrei + 325'000 arabi , il 43,53 % del territorio a 807'000 arabi + 10'000 ebrei , la tutela internazionale su Gerusalemme con circa 100'000 ebrei e 105'000 arabi , prescrizioni e diritti vari. La parte assegnata ai sionisti erano in parte le terre che essi già avevano sottratto illegalmente ai palestinesi tra cui le migliori e coltivabili. Tuttavia tra il 1945 e il 1948 i sionisti occuparono illegalmente altre terre palestinesi, di gran fretta e scacciando i palestinesi con la forza e/o le minacce. Al momento della spartizione i sionisti occupavano in realtà il 75 % della Palestina (il 17 settembre 1948 i sionisti uccisero il sovrintendente dell’ONU Folke Bernadotte).
La risoluzione 194 risalente all'anno 1948 sancisce il diritto di ritorno dei profughi. Fu applicata solo in minima parte. Dopo la guerra del 1967, con la risoluzione 242 del 22 novembre 1967 l’ONU ingiunse a Israele di ritirarsi dai territori conquistati militarmente (conquistare territori altrui con la forza è contrario alla carta dell’ONU ) ma Israele ignorò e ignora tuttora tale risoluzione, come ha ignorato tutte le risoluzioni successive. Anzi, nei territori conquistati con la forza, persegue ostinatamente nella sua politica di occupazione definitiva ( gli insediamenti di coloni ) e repressione. Israele si infischia in modo sprezzante dell’ONU anche grazie al tacito sostegno degli USA (per esempio gli USA pongono sistematicamente il veto a ogni risoluzione del consiglio di sicurezza dell’ONU sfavorevole a Israele).
La risoluzione 273 del 1949 ammissione di Israele all’ONU: Israele si impegna a rispettare le risoluzioni dell’ONU dal momento della sua ammissione all’ONU stessa.
La risoluzione 338 del 1973 del consiglio di sicurezza dell’ONU chiede nuovamente alle parti di applicare la risoluzione 242
La risoluzione 425 del 1978 del Consiglio di sicurezza dell’ONU ingiunge a Israele di ritirarsi dal Libano ma gli israeliani si ritirarono solo nel 1985. Mantennero tuttavia una fascia lungo il proprio confine che, tranne alcune piccole ma preziose parti di territorio libanese, abbandonarono solo nel 2000 su pressione militare della resistenza Hetzbollah. Per semplicità tralasciamo le rimanenti risoluzioni, dichiarazioni, eccetera meno importanti.
Non dimentichiamo che l’ONU definì il sionismo una forma di razzismo, ma qualche anno più tardi, su pressante richiesta degli USA, tale dichiarazione fu annullata.
Va osservato che nel Consiglio di sicurezza dell’ONU siedono in permanenza USA, Russia, Francia, Inghilterra e Cina che hanno il diritto di veto. In totale il Consiglio di sicurezza ha emanato circa 70 risoluzioni concernenti la Palestina e/o Israele. Altre 29 risoluzioni sono state bloccate dal veto degli USA perché erano sfavorevoli a Israele . Quasi sempre gli USA hanno richiesto delle modifiche attenuanti. Per questo motivo molte risoluzioni emanate dal Consiglio di sicurezza e concernenti Israele sono piuttosto blande e/o non sono imperative.
Va pure menzionato il fatto che l’ONU, e in particolare il Consiglio di Sicurezza, sono sempre stati perfettamente a conoscenza della situazione reale in quanto informati accuratamente dalle speciali commissioni di vigilanza o d’inchiesta dell’ONU create di volta in volta (per esempio il rapporto ufficiale dell’ONU sui territori occupati da Israele del 1995).
Israele si è quasi sempre opposto alla presenza di osservatori internazionali o dell’ONU, e quando tale presenza era inevitabile ne ha spesso intralciato l’opera anche con la forza (per esempio nel 1948 i sionisti hanno ucciso il conte Bernadotte inviato speciale dell’ONU, nel 2002 hanno rifiutato la commissione d’inchiesta su Jenin). Spesso Israele ha ignorato le risoluzioni o altri accordi in modo platonico e provocatorio (per esempio annunciando la creazione di nuovi insediamenti nei territori occupati proprio il giorno successivo all’ingiunzione/accordo di sospendere gli insediamenti).
Nell’autunno 2000 l’ONU ha votato ( contrari solo USA e Israele ) ben 8 risoluzioni di condanna di Israele per la sua politica nei territori occupati e deciso l’invio di osservatori internazionali e di una commissione di inchiesta il cui lavoro è però ostacolato dal divieto israeliano di indagare sul terreno. Successivamente altre risoluzioni che intimavano a Israele di ritirarsi dai territori occupati sono rimaste lettera morta. Malgrado che possieda già un armamento nucleare, Israele non ha firmato il trattato contro la proliferazioni delle armi nucleari, contro le mine antiuomo, ecc. Israele non ha applicato gli accordi di Ginevra adducendo come pretesto che non era applicabile ai “terroristi” palestinesi. Fino a pochi mesi fa nelle carceri israeliane la tortura era legale e veniva applicata regolarmente.
Nello stesso periodo gli USA e i suoi alleati attaccarono l’Iraq e la Jugoslavia rei di non aver rispettato una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Si tratta evidentemente di una politica dei due pesi e delle due misure da parte della superpotenza USA che non dovrebbe lasciar indifferente la comunità internazionale.
Riferimenti:
https://www.un.org/unispal/wp-content/uploads/2016/06/ARES194III.pdf
https://digitallibrary.un.org/record/112079
https://digitallibrary.un.org/record/112099
https://digitallibrary.un.org/record/112156
https://documents-dds-ny.un.org/doc/RESOLUTION/GEN/NL3/462/14/PDF/NL346214.pdf?OpenElement
https://documents-dds-ny.un.org/doc/RESOLUTION/GEN/NL3/462/16/PDF/NL346216.pdf?OpenElement
https://news.walla.co.il/item/3456034
https://www.nytimes.com/2021/05/17/opinion/letters/israel-gaza-palestinians.html
https://swprs.org/ari-ben-menashe-on-israeli-black-operations/
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https://archive.org/details/isbn_9780394012735/page/176/mode/2up?q=yitzhak+segev
https://swprs.org/mossad-whistleblower-victor-ostrovsky-1994/
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https://odysee.com/@swprs:3/Israel-and-the-Assassinations-of-The-Kennedy-brothers:85
https://odysee.com/@roobsflyers:0/israeljfkrfk:6
https://www.upi.com/Archives/2001/02/24/Israel-gave-major-to-aid-to-Hamas/6023982990800/
https://archive.org/details/devilsgame_201907/page/n199/mode/2up
https://wikileaks.org/plusd/cables/07TELAVIV1733_a.html
https://www.wsj.com/articles/SB123275572295011847
https://nypost.com/2023/10/12/george-soros-once-slammed-us-israel-for-not-working-with-hamas/
https://nypost.com/2023/10/28/news/soros-funneled-15-m-plus-to-groups-rallying-for-hamas/
https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=israel
Cronologia ONU
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