2.11.23

PALESTINA: STATO ISRAELIANO DI GUERRA!

 

Piano di partizione territoriale dell'ONU (adottato il 29 novembre 1947)

 

di Gianni Lannes

Falsa bandiera: Pearl Harbour insegna la storia. “Per mezzo dell'inganno faremo la guerra” (“By war of deception thou shalt do war”): è il primo motto vincente del Mossad. Perché le autorità politiche, militari e di intelligence israeliane hanno creato, finanziato e sostenuto Hamas, come attestano numerose prove ufficiali? Al fine di avere la giustificazione per giungere alla soluzione finale contro il popolo palestinese? Per quale ragione lo Stato di Israele non ha mai rispettato le numerose risoluzioni delle Nazioni Unite, a partire dalla numero 181 del 1947, fino ad oggi? Se i sionisti accettassero un compromesso vero e reale davanti alla comunità internazionale che garantisse libertà, indipendenza, lavoro e dignità al popolo Palestinese, non potrebbero continuare a rubare le terre, non potrebbero lucrare sui fabbisogni vitali dei palestinesi e non potrebbero continuare ad arricchire le lobbies delle armi che fanno sempre capo a loro, sia dentro che fuori Israele. 

Villaggi ed insediamenti israeliani al 31 marzo 1945.


Il governino Meloni che si è astenuto sulla risoluzione presentata dagli Stati arabi all’Assemblea generale dell’Onu, che chiedeva la tregua a Gaza. L’Italia è tra i 45 Paesi che si sono astenuti, mentre i “no” sono stati 14. Stati Uniti e Israele hanno votato contro. La risoluzione è stata approvata a stragrande maggioranza con 120 voti a favore.


La guerra infinita in Palestina è anche un contorto intrecciarsi di risoluzioni Onu proposte, votate e poi sistematicamente violate impunemente da Israele. La storia ci ha consegnato le pagine di una conflitto che dura ormai da 75 anni. L’attacco di Hamas non ha fatto altro che riaccendere un conflitto mai terminato. Gaza è, peraltro, soltanto uno dei numerosi elementi di una realtà molto complessa e complicata. Si tratta di una “striscia”, una regione costiera di 360 chilometri quadrati con una popolazione di oltre due milioni di persone, di cui un milione e 400.000 con lo status di rifugiati.

Dalla “guerra dei sei giorni” (1967) al 2005 la regione è stata occupata militarmente da Israele, e dal 2007 è controllata da Hamas, un’organizzazione terroristica della galassia dell’estremismo islamico. La “striscia” è chiusa in un blocco, e l’accesso è sostanzialmente controllato dall’Egitto. L’80% della popolazione sopravvive grazie agli aiuti umanitari.

Le radici di tanta feroce contrapposizione ci riporta al secondo dopoguerra e ai primi passi della neonata Organizzazione delle Nazioni Unite. Nel 1947 l’Assemblea generale dell’Onu aveva adottato una risoluzione (la numero 181) che prefigurava la divisione della Palestina in due Stati, uno ebraico e uno arabo, e l’internazionalizzazione di Gerusalemme. La reazione degli arabi alla creazione dello Stato di Israele (1948) portò alla prima guerra e alla sconfitta araba (1949). Altre guerre seguirono nel 1967 e nel 1973, accompagnate dalla nascita delle organizzazioni politiche (e militari) finalizzate a dare voce alla questione palestinese. In questo contesto, oltre all’Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina) è nata Hamas, il cui scopo dichiarato era di disconoscere Israele e di alimentare gli scontri nei territori da questo occupati.

Quando Israele entrò a far parte dell’ONU come stato membro nel 1949, ratificò il suo impegno a rispettare le direttive e le risoluzioni dell’Organizzazione. La Palestina, al contrario, non è un Paese membro ma ha lo status di osservatore permanente, ossia non può votare o proporre risoluzioni, ma solo assistere e partecipare ai lavori dell’Assemblea Generale. Attraverso le sue risoluzioni, l'ONU ha cercato di delineare anche dal punto di vista legale internazionale ciò che doveva essere rispettato all’interno del conflitto.

Nel panorama del conflitto israelo-palestinese, il Consiglio di Sicurezza ha adottato in totale 70 risoluzioni riguardanti Palestina ed Israele. Una delle più famose è la risoluzione 181 del 1947 con cui l’Assemblea Generale propose di dividere la Palestina in due Stati, uno arabo e uno ebraico, con capitale Gerusalemme, che veniva tenuta sotto un regime internazionale speciale.

Nel 1950, l’ONU decise di fondare un’agenzia per dare aiuti e servizi essenziali ai Palestinesi che a causa del conflitto erano diventati rifugiati. L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi in the Near East (UNRWA) continua ancora oggi a prestare soccorso alla popolazione palestinese. Dopo la Guerra dei sei giorni del 1967, l’ONU con la risoluzione 242 invitò Israele a ritirarsi dai territori occupati. A oggi, questa risoluzione non è stata mai rispettata.

Nel 2004, inoltre, l'ONU dichiarò che il muro costruito da Israele nei territori occupati è contrario al diritto internazionale e chiese perciò di abbatterlo. Nel 2022, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha anche chiesto alla Corte Internazionale di Giustizia di emettere un parere sulla legalità della prolungata occupazione israeliana iniziata nel 1967 e sulle implicazioni per gli Stati membri.

Un passo indietro verso le radici: ecco appunto la risoluzione 181 datata 29 novembre 1947. L’ONU creò una speciale commissione UNSCOP che si recò in Palestina nel 1947 dove assistè tra l’altro al rinvio della nave Exodus carica di immigranti ebrei (operazione organizzata dall’Haganah) da parte delle autorità inglesi. Questo fatto convinse la maggioranza della commissione della necessità di attribuire agli ebrei spazio a sufficienza per accogliere gli immigrati ebrei che erano scampati all’olocausto. Il piano proposto dalla minoranza della commissione fu ignorato. La proposta della maggioranza fu sottoposta al plenum dell’ONU il 29 novembre 1947.

L’ONU contava allora 56 paesi. La votazione fu rinviata ben due volte. Erano necessari i 2/ 3 dei consensi, ovvero 37 voti. I sì furono 33, i no 13 e gli astenuti 10. Per l’occasione non si contarono gli astenuti! Contrariamente a quanto preannunciato Haiti, Liberia e Filippine decisero all’ultimo momento di votare sì a seguito delle scandalose pressioni degli USA che letteralmente “comperarono” i voti con soldi donati dai sionisti. La risoluzione 181 sancisce la spartizione della Palestina : attribuisce il 56,47 % del territorio a 500’000 ebrei + 325'000 arabi , il 43,53 % del territorio a 807'000 arabi + 10'000 ebrei , la tutela internazionale su Gerusalemme con circa 100'000 ebrei e 105'000 arabi , prescrizioni e diritti vari. La parte assegnata ai sionisti erano in parte le terre che essi già avevano sottratto illegalmente ai palestinesi tra cui le migliori e coltivabili. Tuttavia tra il 1945 e il 1948 i sionisti occuparono illegalmente altre terre palestinesi, di gran fretta e scacciando i palestinesi con la forza e/o le minacce. Al momento della spartizione i sionisti occupavano in realtà il 75 % della Palestina (il 17 settembre 1948 i sionisti uccisero il sovrintendente dell’ONU Folke Bernadotte).

La risoluzione 194 risalente all'anno 1948 sancisce il diritto di ritorno dei profughi. Fu applicata solo in minima parte. Dopo la guerra del 1967, con la risoluzione 242 del 22 novembre 1967 l’ONU ingiunse a Israele di ritirarsi dai territori conquistati militarmente (conquistare territori altrui con la forza è contrario alla carta dell’ONU ) ma Israele ignorò e ignora tuttora tale risoluzione, come ha ignorato tutte le risoluzioni successive. Anzi, nei territori conquistati con la forza, persegue ostinatamente nella sua politica di occupazione definitiva ( gli insediamenti di coloni ) e repressione. Israele si infischia in modo sprezzante dell’ONU anche grazie al tacito sostegno degli USA (per esempio gli USA pongono sistematicamente il veto a ogni risoluzione del consiglio di sicurezza dell’ONU sfavorevole a Israele). 

La risoluzione 273 del 1949 ammissione di Israele all’ONU: Israele si impegna a rispettare le risoluzioni dell’ONU dal momento della sua ammissione all’ONU stessa.

La risoluzione 338 del 1973 del consiglio di sicurezza dell’ONU chiede nuovamente alle parti di applicare la risoluzione 242

La risoluzione 425 del 1978 del Consiglio di sicurezza dell’ONU ingiunge a Israele di ritirarsi dal Libano ma gli israeliani si ritirarono solo nel 1985. Mantennero tuttavia una fascia lungo il proprio confine che, tranne alcune piccole ma preziose parti di territorio libanese, abbandonarono solo nel 2000 su pressione militare della resistenza Hetzbollah. Per semplicità tralasciamo le rimanenti risoluzioni, dichiarazioni, eccetera meno importanti.

Non dimentichiamo che l’ONU definì il sionismo una forma di razzismo, ma qualche anno più tardi, su pressante richiesta degli USA, tale dichiarazione fu annullata.

Va osservato che nel Consiglio di sicurezza dell’ONU siedono in permanenza USA, Russia, Francia, Inghilterra e Cina che hanno il diritto di veto. In totale il Consiglio di sicurezza ha emanato circa 70 risoluzioni concernenti la Palestina e/o Israele. Altre 29 risoluzioni sono state bloccate dal veto degli USA perché erano sfavorevoli a Israele . Quasi sempre gli USA hanno richiesto delle modifiche attenuanti. Per questo motivo molte risoluzioni emanate dal Consiglio di sicurezza e concernenti Israele sono piuttosto blande e/o non sono imperative.

Va pure menzionato il fatto che l’ONU, e in particolare il Consiglio di Sicurezza, sono sempre stati perfettamente a conoscenza della situazione reale in quanto informati accuratamente dalle speciali commissioni di vigilanza o d’inchiesta dell’ONU create di volta in volta (per esempio il rapporto ufficiale dell’ONU sui territori occupati da Israele del 1995).

Israele si è quasi sempre opposto alla presenza di osservatori internazionali o dell’ONU, e quando tale presenza era inevitabile ne ha spesso intralciato l’opera anche con la forza (per esempio nel 1948 i sionisti hanno ucciso il conte Bernadotte inviato speciale dell’ONU, nel 2002 hanno rifiutato la commissione d’inchiesta su Jenin). Spesso Israele ha ignorato le risoluzioni o altri accordi in modo platonico e provocatorio (per esempio annunciando la creazione di nuovi insediamenti nei territori occupati proprio il giorno successivo all’ingiunzione/accordo di sospendere gli insediamenti).

Nell’autunno 2000 l’ONU ha votato ( contrari solo USA e Israele ) ben 8 risoluzioni di condanna di Israele per la sua politica nei territori occupati e deciso l’invio di osservatori internazionali e di una commissione di inchiesta il cui lavoro è però ostacolato dal divieto israeliano di indagare sul terreno. Successivamente altre risoluzioni che intimavano a Israele di ritirarsi dai territori occupati sono rimaste lettera morta. Malgrado che possieda già un armamento nucleare, Israele non ha firmato il trattato contro la proliferazioni delle armi nucleari, contro le mine antiuomo, ecc. Israele non ha applicato gli accordi di Ginevra adducendo come pretesto che non era applicabile ai “terroristi” palestinesi. Fino a pochi mesi fa nelle carceri israeliane la tortura era legale e veniva applicata regolarmente.

Nello stesso periodo gli USA e i suoi alleati attaccarono l’Iraq e la Jugoslavia rei di non aver rispettato una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Si tratta evidentemente di una politica dei due pesi e delle due misure da parte della superpotenza USA che non dovrebbe lasciar indifferente la comunità internazionale.



Riferimenti:

https://www.un.org/unispal/wp-content/uploads/2016/06/ARES194III.pdf

https://digitallibrary.un.org/record/112079 

https://digitallibrary.un.org/record/112099 

https://digitallibrary.un.org/record/112156

https://documents-dds-ny.un.org/doc/RESOLUTION/GEN/NL3/462/14/PDF/NL346214.pdf?OpenElement

https://documents-dds-ny.un.org/doc/RESOLUTION/GEN/NL3/462/16/PDF/NL346216.pdf?OpenElement

https://archive.ph/20231014033824/https://www.haaretz.com/israel-news/2023-10-09/ty-article/.premium/another-concept-implodes-israel-cant-be-managed-by-a-criminal-defendant/0000018b-1382-d2fc-a59f-d39b5dbf0000

https://news.walla.co.il/item/3456034

https://www.nytimes.com/2021/05/17/opinion/letters/israel-gaza-palestinians.html

https://swprs.org/ari-ben-menashe-on-israeli-black-operations/

https://www.nytimes.com/2021/05/17/opinion/letters/israel-gaza-palestinians.html

https://archive.org/details/isbn_9780394012735/page/176/mode/2up?q=yitzhak+segev

https://swprs.org/mossad-whistleblower-victor-ostrovsky-1994/

https://swprs.org/ari-ben-menashe-on-israeli-black-operations/

https://archive.org/details/isbn_9780394012735/page/176/mode/2up?q=yitzhak+segev

https://odysee.com/@swprs:3/Israel-and-the-Assassinations-of-The-Kennedy-brothers:85

https://odysee.com/@roobsflyers:0/israeljfkrfk:6

https://www.upi.com/Archives/2001/02/24/Israel-gave-major-to-aid-to-Hamas/6023982990800/

https://larouchepub.com/eiw/public/2002/eirv29n02-20020118/eirv29n02-20020118_030-the_israeli_roots_of_hamas_are_b.pdf

https://archive.org/details/devilsgame_201907/page/n199/mode/2up

https://wikileaks.org/plusd/cables/07TELAVIV1733_a.html

https://www.wsj.com/articles/SB123275572295011847

https://nypost.com/2023/10/12/george-soros-once-slammed-us-israel-for-not-working-with-hamas/

https://nypost.com/2023/10/28/news/soros-funneled-15-m-plus-to-groups-rallying-for-hamas/

https://sulatestagiannilannes.blogspot.com/search?q=israel


Cronologia ONU

– Assemblea Generale risoluzione 194 (1947): profughi palestinesi hanno il diritto di tornare alle loro case in Israele;
– Risoluzione 106 (1955): Condanna Israele per l’attacco a Gaza;
– Risoluzione 111 (1956): condanna Israele per l’attacco alla Siria, che ha ucciso cinquanta-sei persone;
– Risoluzione 127 (1958): raccomanda a Israele di sospendere la sua zona “no man” (di nessuno) a Gerusalemme;
– Risoluzione 162 (1961): chiede a Israele di rispettare le decisioni delle Nazioni Unite;
– Risoluzione 171 (1962): indica brutali violazioni del diritto internazionale da parte di Israele nel suo attacco alla Siria;
– Risoluzione 228 (1966): censura Israele per il suo attacco a Samu in Cisgiordania, allora sotto il controllo giordano;
– Risoluzione 237 (1967): chiede con urgenza a Israele di consentire il ritorno dei profughi palestinesi;
– Risoluzione 242 (1967): l’occupazione israeliana della Palestina è illegale;
– Risoluzione 248 (1968): condanna Israele per il suo attacco massiccio su Karameh in Giordania;
– Risoluzione 250 (1968): chiede a Israele di astenersi dal dispiegamento militare (parata) a Gerusalemme;
– Risoluzione 251 (1968): deplora profondamente il dispiegamento militare (parata) israeliano a Gerusalemme, in spregio della risoluzione 250;
– Risoluzione 252 (1968): dichiara nulli gli atti di Israele volti a unificare Gerusalemme come capitale ebraica;
– Risoluzione 256 (1968): condanna del raid israeliano sulla Giordania e delle palesi violazioni del diritto internazionale;
– Risoluzione 259 (1968): deplora il rifiuto di Israele di accettare la missione delle Nazioni Unite per valutare l’occupazione dei territori;
– Risoluzione 262 (1968): condanna Israele per l’attacco sull’aeroporto di Beirut;
– Risoluzione 265 (1969): condanna Israele per gli attacchi aerei di Salt in Giordania;
– Risoluzione 267 (1969): censura Israele per gli atti amministrativi atti a modificare lo status di Gerusalemme;
– Risoluzione 270 (1969): condanna Israele per gli attacchi aerei sui villaggi nel sud del Libano;
– Risoluzione 271 (1969): condanna Israele per la mancata esecuzione delle risoluzioni delle Nazioni Unite su Gerusalemme;
– Risoluzione 279 (1970): chiede il ritiro delle forze israeliane dal Libano;
– Risoluzione 280 (1970): condanna gli attacchi israeliani contro il Libano;
-Risoluzione 285 (1970): richiesta dell’immediato ritiro israeliano dal Libano;
– Risoluzione 298 (1971): deplora il cambiamento dello status di Gerusalemme ad opera di Israele;
– Risoluzione 313 (1972): chiede ad Israele di fermare gli attacchi contro il Libano;
– Risoluzione 316 (1972): condanna Israele per i ripetuti attacchi sul Libano;
– Risoluzione 317 (1972): deplora il rifiuto di Israele di ritirarsi dagli attacchi;
– Risoluzione 332 (1973): condanna di Israele ripetuti attacchi contro il Libano;
– Risoluzione 337 (1973): condanna Israele per aver violato la sovranità del Libano;
– Risoluzione 347 (1974): condanna gli attacchi israeliani sul Libano;
– Assemblea Generale risoluzione 3236 (1974): sancisce i diritti inalienabili del popolo palestinese in Palestina all’autodeterminazione senza interferenze esterne, all’indipendenza e alla sovranità nazionale;
– Risoluzione 425 (1978): chiede a Israele di ritirare le sue forze dal Libano;
– Risoluzione 427 (1978): chiede a Israele di completare il suo ritiro dal Libano;
– Risoluzione 444 (1979): si rammarica della mancanza di cooperazione con le forze di pace delle Nazioni Unite da parte di Israele;
– Risoluzione 446 (1979): stabilisce che gli insediamenti israeliani sono un grave ostacolo per la pace e chiede a Israele di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra;
– Risoluzione 450 (1979): chiede a Israele di smettere di attaccare il Libano;
– Risoluzione 452 (1979): chiede a Israele di cessare la costruzione di insediamenti nei territori occupati;
– Risoluzione 465 (1980): deplora gli insediamenti di Israele e chiede a tutti gli Stati membri di non dare assistenza agli insediamenti in programma;
– Risoluzione 467 (1980): deplora vivamente l’intervento militare di Israele in Libano;
– Risoluzione 468 (1980): chiede a Israele di annullare le espulsioni illegali di due sindaci palestinesi e di un giudice, e di facilitare il loro rientro;
– Risoluzione 469 (1980): deplora vivamente la mancata osservanza da parte di Israele dell’ordine del Consiglio di non deportare i palestinesi;
– Risoluzione 471 (1980): esprime profonda preoccupazione per il mancato rispetto della Quarta Convenzione di Ginevra da parte di Israele;
– Risoluzione 476 (1980): ribadisce che la richiesta di Gerusalemme da parte di Israele è nulla;
– Risoluzione 478 (1980): censura Israele, nei termini più energici, per la sua pretesa di porre Gerusalemme sotto la propria legge fondamentale;
– Risoluzione 484 (1980): dichiara imperativamente che Israele rilasci i due sindaci palestinesi deportati;
– Risoluzione 487 (1981): condanna con forza Israele per il suo attacco contro l’impianto per la produzione di energia nucleare in Iraq;
– Risoluzione 497 (1981): dichiara che l’annessione israeliana del Golan siriano è nulla e chiede che Israele revochi immediatamente la sua decisione;
– Risoluzione 498 (1981): chiede a Israele di ritirarsi dal Libano;
– Risoluzione 501 (1982): chiede a Israele di fermare gli attacchi contro il Libano e di ritirare le sue truppe;
– Risoluzione 509 (1982): chiede ad Israele di ritirare immediatamente e incondizionatamente le sue forze dal Libano;
– Risoluzione 515 (1982): chiede ad Israele di allentare l’assedio di Beirut e di consentire l’ingresso di approvvigionamenti alimentari;
– Risoluzione 517 (1982): censura Israele per non obbedire alle risoluzioni ONU e gli chiede di ritirare le sue forze dal Libano;
– Risoluzione 518 (1982): chiede che Israele cooperi pienamente con le forze delle Nazioni Unite in Libano;
– Risoluzione 520 (1982): condanna l’attacco di Israele a Beirut Ovest;
– Risoluzione 573 (1985): condanna vigorosamente Israele per i bombardamenti in Tunisia durante l’attacco alla sede dell’OLP;
– Risoluzione 587 (1986): prende atto della precedente richiesta a Israele di ritirare le sue forze dal Libano ed esorta tutte le parti a ritirarsi;
– Risoluzione 592 (1986): deplora vivamente l’uccisione di studenti palestinesi all’università di Bir Zeit ad opera di truppe israeliane;
– Risoluzione 605 (1987): deplora vivamente le politiche e le prassi israeliane che negano i diritti umani dei palestinesi;
– Risoluzione 607 (1988): chiede ad Israele di non espellere i palestinesi e di rispettare la Quarta Convenzione di Ginevra;
– Risoluzione 608 (1988): si rammarica profondamente del fatto che Israele ha sfidato le Nazioni Unite e deportato civili palestinesi;
– Risoluzione 636 (1989): si rammarica profondamente della deportazione di civili palestinesi ad opera di Israele;
– Risoluzione 641 (1989): continua a deplorare la deportazione israeliana dei palestinesi;
– Risoluzione 672 (1990): condanna Israele per le violenze contro i Palestinesi a Haram Al-Sharif/Temple Monte;
– Risoluzione 673 (1990): deplora il rifiuto israeliano a cooperare con le Nazioni Unite;
– Risoluzione 681 (1990): deplora la ripresa israeliana della deportazione dei palestinesi;
– Risoluzione 694 (1991): si rammarica della deportazione dei palestinesi e chiede ad Israele di garantire la loro sicurezza e il ritorno immediato;
– Risoluzione 726 (1992): condanna fermamente la deportazione dei palestinesi ad opera di Israele;
– Risoluzione 799 (1992): condanna fermamente la deportazione di 413 palestinesi e chiede ad Israele il loro immediato ritorno;
– Risoluzione 1397 (2002): afferma una visione di una regione in cui due Stati, Israele e Palestina, vivono fianco a fianco all’interno di frontiere sicure e riconosciute;
– La risoluzione dell’Assemblea generale ES-10/15 (2004): dichiara che il muro costruito all’interno dei territori occupati è contrario al diritto internazionale e chiede a Israele di demolirlo.




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